Capitolo I

62 12 5
                                    

Ho sempre creduto nel destino. Il filo rosso che lega due anime gemelle per me è sempre esistito. Ero fermamente decisa di riuscire a trovare il vero amore: tra otto miliardi di persone, prima o poi sarei riuscita ad incontrare l'anima gemella. Lo avevo promesso a Thomas.

Lui voleva vedermi felice, me lo ripeteva ogni giorno. Desiderava che trovassi il ragazzo giusto: uno che mi amasse davvero e che sognasse ogni mio bene. Non pensavo che avrei mai potuto sentire questa nuova ed intensa sensazione.

Un passo. Due passi. Tre passi.

Pochi chilometri mi separavano dal luogo in cui avrei passato le mie giornate per le due settimane successive. Avrei mentito se avessi detto che non mi trovavo in stato di apprensione: l'unica cosa che mi tranquillizzava era che sarei stata completamente circondata da bambini, le uniche persone che mi facevano sentire incredibilmente bene. Il campo estivo, a cui mi ero iscritta come dipendente, della mia città, il Sunrise Summit Camp, era abbastanza grande per contenere centinaia di persone, ma la cosa che mi stupiva ogni giorno di più era il calore e l'affetto con i quali il proprietario, il direttore Connell, accoglieva in ogni momento i suoi visitatori.

Accanto a me in macchina, al posto del conducente, si trovava Rose, la mia migliore amica. Tra le due era l'unica ad aver passato l'esame della patente. Dopo il lutto di dieci anni fa fu l'unica a rimanere al mio fianco ogni minuto di ogni giorno. La sua presenza era speciale per me, troppo importante da rinunciarvi.

«Wight, è ora. Presto moriremo, ne sono certa» Esclamò lei. Adorava essere drammatica, era la cosa che le riusciva meglio. «Oh, non esagerare Bredmore. Sono solo bambini dopotutto. Quanto mai potranno essere scalmanati?» Risposi io. «Tu non li conosci come li conosco io! Sono figli di Satana! Appena capiscono le tue debolezze, cercano il modo per mettertele sotto il naso per farla franca. Fidati di me, lavoro in quel campo da più tempo di te!» Ribatté.

Era vero, quello sarebbe stato il mio primo anno da animatrice in un posto del genere: il massimo che facevo di solito era qualche settimana in oratorio. Dopo le venti volte in cui Rose me lo chiese, accettai. D'altro canto mi confessavano tutti che ero fin troppo dolce con i bimbi. Mi ricordavano il mio fratellino. Nonostante gli anni passati a cercare di dimenticarlo, lui decideva di non uscire dalla mia testa e si fissava sotto forma di pensiero in qualche parte nascosta della mia mente.

«Andiamo Rose, accelera un po'! Tra poco inizia la riunione degli animatori. Non vorremo fare tardi il primo giorno, vero?» «Parla per te, Daphne. Io stavo meglio nel mio letto.» «Cosa devo fare per farti essere di buon umore stamattina, si può sapere?» Chiesi io con impazienza. «Credo che tu lo sappia già, Daph»

Sospirai, prendendo il telefono, collegandolo al bluetooth della macchina. Rose saltava eccitata come una bambina a cui avevano appena regalato un pacchetto di caramelle. Aprii Spotify e feci partire una canzone della sua band preferita.

«Ne voglio una che dia la carica! Siamo solo alla mattina! Ho bisogno della mia dose giornaliera per sopportare quei mocciosi.» Sbuffai sonoramente e cliccai sulla canzone intitolata "She's Kinda Hot", la sua preferita da quel che si poteva capire, perché tutto d'un tratto decise di mettersi a ballare e cantare a squarciagola il testo, facendo traballare l'automobile e creando difficoltà con la guida, escludendo il farci lanciare occhiatacce dalle macchine che passavano per la nostra stessa direzione.

My girlfriend's bitchin' 'cause I always sleep in
She's always screamin' when she's callin' her friend
She's kinda hot though
Yeah, she's kinda hot though

«Dimmi Bredmore, ti sembrano canzoni da cantare queste? Ma non ascolti il testo?!» La rimproverai.

«Non siamo ancora arrivate al campo, Wight. Adesso possiamo anche evitare di fingerci delle suore. Appena varcheremo la soglia faremo le brave. Promesso.»

Mantieni il segretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora