Prologo

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Era ormai sera quando arrivarono a Baker Street. Il sole stava tramontando, e i primi lampioni si stavano accendendo. Una lieve brezza si era levata: si faceva largo tra la gente, attraverso le finestre semi-aperte, tra le ruote delle auto. Alcuni si affrettavano a rientrare in casa, altri erano rimasti a fissare gli schermi, sbigottiti. Si sentiva ancora l'eco di quelle parole, che rimbombava nelle menti: "Vi sono mancato?"

Quale uomo era mai riuscito ad occupare tutti gli schermi di Londra per proiettare il suo messaggio? Un pazzo? Un criminale? Tutti se lo chiedevano, anzi quasi tutti. I cittadini, ignari dei fatti, erano preoccupati, e lo sarebbero stati di più se avessero saputo l'entità del potenziale pericolo che incombeva. Solo una persona sarebbe potuta essere felice ad una notizia del genere, e di certo non si poteva dire che fosse completamente sano di mente.

L'auto nera, blindata, dai vetri scuri, si fermò proprio di fronte al 221B. Per primo scese dai sedili posteriori un giovane uomo alto, dalla figura slanciata, vestito di nero, dai capelli riccioluti e gli zigomi pronunciati. –Non pensavo che potesse essere così bello tornare a casa. – affermò, soddisfatto. Scese subito dai sedili anteriori un uomo quasi alto quanto il primo, meno slanciato, con un bastone in mano, e l'aria ufficiale che caratterizza le alte cariche. –Non esultare troppo Sherlock, ricordati che sei qui per un permesso speciale.

-Già, perché il governo inglese non saprebbe gestire la situazione.

-Perché tu, Sherlock, sei considerato il migliore detective di tutta l'Inghilterra, o perlomeno, di tutta Londra. – ammise l'altro uomo. –Contento ora?

Sherlock fece una risatina compiaciuta. –Non ancora, Mycroft. – l'uomo si girò verso il fratello. –John ormai ha una moglie, che è incinta, e ha un lavoro. Di certo non potrà più starmi dietro. – disse, spostando lo sguardo verso l'auto. Un uomo più basso, sempre vestito di scuro, uscì dalla macchina, e si unì alla conversazione –Già, sì... Beh, credo che abbia intenzione di chiederti un'assistente...

-Un collaboratore. – precisò Sherlock -... e, se Sherlock mi lascia finire la frase, credo che sia una buona idea. Insomma, sai bene anche tu in che guai si caccia. Credo che se il governo abbia chiuso un occhio su un omicidio, possa anche offrire a Sherlock ciò di cui ha bisogno per occuparsi di Moriarty.

-Ben detto! – concluse l'amico, compiaciuto. Seguì un sospiro, e allora Mycroft concluse –D'accordo, farò ciò che posso.

-Perfetto! – esclamò Sherlock, voltandosi di scatto. –Attenta Londra, Sherlock Holmes è tornato.

-Non ti montare la testa. - lo ammonì Mycroft. –Non sarà per niente facile.

-E chi ha mai detto che sarebbe stato facile? – replicò l'altro. Poi, con un gesto teatrale, si girò un'ultima volta, e pronunciò cinque, semplici, parole. Parole che avrebbero segnato l'inizio di una nuova avventura –Il gioco, signori, è cominciato.

Sherlock- Stagione 4Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora