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Un fiume di emozioni contrastanti mi attraversò colpendomi in pieno petto. Rimasi immobile senza riuscire a pronunciare qualsiasi altra parola con un senso compiuto.

Si voltò verso di me e quando puntò i suoi due occhi azzurri nei miei fu come riprendere a respirare. Esattamente come quando sei immerso sott'acqua per così tanto tempo che senti i polmoni bruciare in cerca di ossigeno e una volta che risali in superficie un imparagonabile sensazione di sollievo si propaga in tutto il corpo.

«Jo», disse con un filo di voce. Quella voce di cui ne avevo dimenticato il suono e la profondità per tutto questo tempo.

Corsi verso di lui e mi fiondai tra le sue braccia e soltanto in quel momento realizzai di quanto mi fossero mancate.
Di quanto mi fosse mancato.

Lui ricambiò l'abbraccio stringendomi contro il suo petto così forte da far male ma non era dolore ciò che provavo in quel momento, era felicità, pura felicità.

Nascose il viso nell'incavo del mio collo sfregando la punta del naso sulla mia pelle come ad annusarne il profumo.

Sentii le lacrime bagnarmi il viso e mi allontanai spingendolo via. Nate preso alla sprovvista barcollò all'indietro,
«Dove sei stato?» urlai, gli occhi mi bruciavano così tanto che non riuscii a vedere l'espressione nel suo viso.

Lo spinsi ancora, stavolta non lo mossi di un centimetro, «Perché non mi hai chiamato? Non ti importava di me?».

Ormai ero un fiume in piena, non riuscivo a controllare nessuna delle mie emozioni, ero come sovrastata da esse senza avere più il controllo di me stessa.

«Non dire così», fece un passo verso di me ma io lo spinsi ancora e mi voltai dandogli le spalle cercando inutilmente di trattenere le lacrime che continuavano a inondare le mie guance.

Sentii la sua mano sulla spalla e con un gesto delicato mi fece voltare verso di lui. Stavolta non lo allontanai.

«Non piangere per me, ti prego», sussurrò e con i pollici asciugò il mio viso.
Troppo tardi, pensai.

Con un gesto ancora più delicato mise un dito sotto il mio mento inducendomi ad alzare lo sguardo su di lui.

Quando lo feci i nostri occhi si allinearono ancora una volta e fu come perdere un battito. Il suo azzurro era inumidito dalle lacrime che minacciavano di uscire da un momento all'altro e in quelli in cui prima vedevo solo felicità e spensieratezza adesso vidi solo dolore. Desolazione.

«Cosa ti é successo?» mi avvicinai di un passo e poggiai una mano sulla sua guancia. Chiuse gli occhi come beato da quel tocco familiare per poi riaprirli qualche attimo dopo.

«Quando sarà il momento ti racconterò tutto» trattenne il mio tocco con il suo palmo come per assicurarsi che fossi realmente davanti a lui e che non fosse solo un sogno.

E poi successe tutto in un frazione di secondi.

Nate venne preso per le spalle e il suono di uno schiaffo riecheggiò nell'aria. «Con quale cazzo di coraggio ti presenti qui!»

Michelle lo guardava con occhi infuriati e iniettati di sangue, la vidi barcollare sui suoi stessi passi. Corsi verso di lei ma la chioma nera di Spencer mi precedette impedendole di finire a peso morto sul terreno.

«Shell calmati», mi avvicinai ulteriormente ma questa si allontanò puntandomi un dito contro, «E tu lo abbracci pure? Ha lasciato anche te Jo! Non merita il tuo perdono».

Un gruppo di curiosi ci circondò osservandoci come un pubblico ansioso di vedere il finale di un film che aspettava da tanto tempo. Vidi alcuni di loro puntare i telefoni verso di noi per riprendere l'intera scena che si stava scaldando ulteriormente per via degli strepiti e delle grida della mia amica.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 15, 2023 ⏰

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