CAPITOLO DUE

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Erano passati due giorni da quando Eris le aveva regalato la collana. Da quel giorno Lamia non si separò mai da quel gioiello che le decorava il collo. Ogni tanto aveva quell'improvvisa sensazione di non averla addosso e il panico subito l'assaliva. Sua sorella la prendeva in giro per questo definendola troppo paranoica.

Ma in realtà Lamia aveva troppa paura di perdere un oggetto così prezioso e allo stesso tempo importante. Da quando l'aveva addosso c'era qualcosa di strano. Avvertiva una strana sensazione, ma allo stesso tempo era così familiare emanava un dolce calore. Un calore che le dava anche un grandissimo senso di malinconia.

Non confidò mai nulla di ciò a Eris, non sapeva per quale motivo ma qualcosa dentro di lei le diceva che forse era meglio non dire nulla a sua sorella.

***

«Lamia?»

Come ogni mattina, Eris si premurava di svegliarla non appena la colazione fosse pronta. La vedeva un po' come una tradizione quella si sedersi l'una di fronte all'altra per terra e consumare i pasti insieme. A Lamia non interessava se sua sorella la svegliava così presto la mattina. Delle due era Eris quella che portava il pane in casa, era lei quella che si prestava a eseguire qualsiasi tipo di lavoro nel villaggio: dal rastrellare le stalle, alla coltivazione o addirittura lavori manuali. Lamia avrebbe tanto voluto aiutarla, c'erano tanti altri ragazzi e ragazze del villaggio che svolgevano almeno una mansione, ma Eris le proibì severamente di farlo.

Non ne seppe mai il motivo e Lamia non si azzardò nemmeno a chiederlo. Ricorda ancora la prima volta che espresse il desiderio di voleva aiutare perché le dispiaceva che fosse solamente Eris a svolgere tutti quei doveri.

«Perché non posso darti una mano?»

«Ce la faccio benissimo da sola Lamia, è fuori discussione.»

«Ma perché...»

«Perché ho fatto una promessa! Devi stare al sicuro!»

Da quel giorno Lamia non si permise più di uscire l'argomento, anche se quel rimproverò, quell'accusa finale della loro discussione fece accrescere in lei mille dubbi e domande.

Quale promessa?

E soprattutto, al sicuro da cosa?

«Di nuovo nel tuo mondo?» la risvegliò dai suoi pensieri Eris, mentre le versava del latte fresco nella ciotola di Lamia e gliela passò.

«Perdonami, devo ancora riprendermi dal sonno.» cercò di mascherare il suo volto pensieroso accennando un sorriso e bevve un sorso del latte. Osservò poi il resto della colazione, nonché gli avanzi della cena del giorno precedente: quale tozzo di pane che portavano avanti da qualche giorno e del formaggio.

«Eris?»

«Mmh?»

«Potrei... uscire in giro per il villaggio oggi?»

Come se avesse detto qualcosa di tanto proibito, Eris la guardò con gli occhi spalancati e si bloccò proprio mentre stava per addentare quel po' di pane che possedevano.

La richiesta di Lamia era un po' insolita, poiché non sempre sua sorella le concedeva di uscire di casa e poter girovagare per il villaggio o anche ai confini di questo. Eris è sempre stata troppo protettiva nei suoi confronti, così tanto che Lamia iniziava a soffrire lì dentro.

Ormai vedeva la loro casa come una gabbia, una prigione.

«Ne abbiamo già parlato Lamia, non puoi andare in giro da sola.»

«Non capisco perché. Il villaggio è piccolo non mi succederà nulla.» cercò delle valide argomentazioni, pur di convincere sua sorella a lasciarla libera per un giorno. Il giorno del suo compleanno Eris le aveva concesso di poter uscire di casa, ma non troppo lontano. Rimase in un punto nei pressi della loro abitazione dove Eris poteva tenerla d'occhio.

HIDDEN - La maledizione di EarfireDove le storie prendono vita. Scoprilo ora