Cacciatori di luce

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Con i loro nasi lunghi riuscivano a fiutare le emozioni delle persone dalle quali cercavano di tenersi ben alla larga. Il loro fiuto era così preciso che percepivano da lontano i bambini piangere, le madri infuriarsi, i padri in pieno stress da lavoro. Nulla di ciò che provava o sentiva un essere umano poteva nascondersi ai Ratnor. Erano in grado, tra le tante abilità particolari, di leggere il pensiero. Proprio per questa ragione cercavano di tenersi lontani dagli esseri umani. Ne percepivano l'invidia, la lussuria e ogni pensiero peccaminoso da loro prodotto. Nonostante questo, i Ratnor erano ovunque. Trovavano riparo sotto i funghi delle foreste, ma spesso si addentravano nella città per procurarsi il cibo. La loro era una dieta del tutto particolare. Si cibavano di elettricità. Al loro passaggio le città subivano blackout inspiegabili di settimane. I Ratnor non amavano mostrarsi alle persone, per cui si intrufolavano alla svelta alla ricerca di cibo badando bene di non essere visti. Erano creature minute e aggrazziate nonostante i tratti somatici non assomigliassero troppo a quelli umani. Jonathan era il più giovane cercatore di luce, era stato addestrato dagli anziani affinché si inoltrasse in città senza essere visto e tornasse nella foresta carico di scosse elettriche che avrebbero nutrito i suoi simili. I cercatori di luce uscivano sempre armate, lame affillate gli consentivano di distruggere pali e cavi elettrici. Jonathan però era un po' maldestro e spesso rischiava di farsi notare dagli umani perché si avvicinava troppo ai luoghi abitati. Decisero così di affiancarlo al più anziano ed esperto cercatore di luce: il suo nome era Aziel. Aziel aveva visto le battaglie di un tempo lontano quando i cercatori di luce vivevano in pace con gli esseri umani. Aziel sapeva quanto erano sporchi i loro pensieri e quanto male avevano fatto ai Ratnor costringendoli a vivere principalmente nella foresta, dove l'elettricità era assente. Tribù e tribú di Ratnor in passato si erano estinte. I più coraggiosi avevano cercato di nutrirsi di bacche e licheni, ma non erano sopravvissuti. I Ratnor avevano bisogno di luce elettrica per vivere e così andavano cercandola mettendosi a rischio tra gli umani. Aziel e Jonathan quella notte furono mandati ad ispezionare un quartiere nuovo. Era molto pericoloso inoltrarsi così allo sbaraglio, gli esseri umani insonni erano dappertutto. La gente della notte, quella che va a dormire con l'alba e si muove e vive con il favore delle tenebre. Aziel diede a Jonathan tutto l'occorrente in termini di armi per addentrarsi in quel territorio oscuro. La sua unica raccomandazione fu "non ascoltare i loro pensieri impuri, ragazzo, non farlo mai". Jonathan promise di obbedire, ma la sua giovane età lo portava a farsi molte domande. Era curioso di sapere che cosa esattamente non avrebbe dovuto ascoltare. Partirono a bordo di formiche volanti e si fermarono proprio dove il cartello stradale indicava l'inizio del quartiere. Aziel stava davanti, Jonathan poco distante guardava verso l'alto. Avevano bisogno di molta corrente elettrica perché i Ratnor da sfamare erano oltre il migliaio, ma non potevano fermarsi in città molto a lungo. Jonathan intravide un palo della luce molto grande dal quale si diramavano una dozzina di fili elettrici. "Fermiamoci qui" disse ad Aziel che acconsentì. Si misero subito al lavoro. Convogliarono sulle loro lame tanta energia elettrica e subito il quartiere ne risentí. I lampioni della luce si spensero gradualmente, così come le insegne dei negozi e le luci degli insonni. Fu allora che Jonathan capì. Riusciva a percepire rabbia e sgomento degli abitanti. Sentiva i loro pensieri direttamente nella sua testa e, per un attimo, ebbe paura. Si pietrificó guardando Aziel che gli faceva segno di andare via per non rischiare di essere scoperti. Le formiche volanti li aspettavano per il viaggio di ritorno che fu ancora più veloce del precedente. I Ratnor li stavano aspettando e misero in fila di età coloro che stasera si sarebbero nutriti per poi dare la precedenza ai feriti in battaglia. Jonathan era perplesso per quello che aveva sentito nella sua testa. "A poco a poco imparerai a discernere i loro pensieri dai tuoi, sei giovane. Hai tutto il tempo di imparare" disse Aziel mettendosi in fila per essere nutrito. Quando i Ratnor si cibavano le loro gole erano lucenti, si vedeva nettamente la corrente elettrica scendere fin giù nello stomaco. Jonathan quella sera non avrebbe mangiato, non era il suo di turno. Si mise in riva al lago a dipingere pensieri di virtù e onestà, perché quella era in gran parte l'indole dei Ratnor. Esserini amichevoli e pacifisti che irrompevano in battaglie sanguinolente solo se strettamente necessario. Si fece l'alba nella foresta di Aznavor, la luce irradió le cime degli alberi e i fiori sbocciavano orgogliosi.

La pietra azzurraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora