Capitolo 37

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MOON

Siamo al parco come ogni domenica. Stranamente questo fine settimana siamo solo io e Sun.

Ho mandato il messaggio del buongiorno ad Al, ma non mi ha ancora risposto. Forse sta ancora dormendo, o forse è impegnato. Non sono preoccupata perché le cose tra noi vanno alla grande. Stiamo insieme da un mese. Sono passati trenta giorni da quel quarto appuntamento, quando le cose tra me e lui sono diventate davvero serie. Ci amiamo e per me è ancora una cosa strana. Non mi sono mai fidata di nessun uomo, ma di lui sono proprio innamorata. Non credevo che avrei mai detto queste due parole a un uomo, ma Altair non è come tutti gli altri. Lui è diverso. Lui è speciale.

Sun sembra contento di come vanno le cose tra noi. Adora Al e lui adora il mio bambino. Passiamo davvero tanto tempo insieme, quasi ogni giorno e magari oggi Al ha tutta l'intenzione di passare una giornata da solo. Non lo potrei di certo biasimare. Fa i chilometri ogni giorno per portarci avanti e indietro per Chicago e ogni volta io e Sun parliamo così tanto da fargli venire il mal di testa. Anche se non si lamenta e anche se non lo ammette, sono sicura che questa è la verità.

Guardo Sun che corre a destra e sinistra, senza darsi un secondo di pace. Le giornate stanno diventando calde e so che mi chiederà di portarlo al parco più spesso. Non si accontenterà della sola domenica mattina, ma me lo chiederà anche durante la settimana, in particolare il pomeriggio dopo la scuola.

Sono così assorta a guardare il mio piccolo Sun che si è fatto degli amici. Da quando Al ha corrotto tutti quei bambini per partecipare alla sua festa Sun ha degli amici. Qualche volta abbiamo invitato qualche bambino a pranzo e Al mi ha presa in giro, dicendomi che molto presto ci avrebbe presentato una bambina. Io l'ho guardato male e gli ho dato una gomitata, dicendogli che il mio Sun è ancora troppo piccolo e che per il momento vuole solo l'amore della sua mamma. Al è scoppiato a ridere, dicendomi che sono troppo gelosa e forse sì, lo sono davvero tanto. Non voglio perdermi nemmeno un istante della vita del mio Sun. Voglio passare con lui ogni minuto.

Sono così persa nei miei pensieri da non accorgermi che qualcuno si è seduto accanto a me.

"Scusa se non ti ho risposto al messaggio".

Mi volto, trovando Altair seduto al mio fianco.

"Mio Dio, ma è possibile che devi comparire sempre alle spalle?" chiedo, portandomi una mano sul cuore.

Lui ride e mi afferra le guance, strizzandomele e lasciandomi un bacio sulle labbra.

"Perdonato?" chiede dopo essersi staccato dalla mia bocca.

"Non lo so" dico, guardandolo male.

"Mi perdoneresti se ti invitassi a pranzo?" chiede, rivolgendomi un sorriso.

"A pranzo?"

"Sì, tu e Sun. A casa mia".

Mi mordo il labbro. In questo mese Sun non l'ho mai portato a casa di Altair. Ho paura che sia un passo troppo grande per mio figlio, anche se sembra impaziente di andare a trovare il suo cane, che vive a casa di Al come promesso. Ogni tanto sono andata da Al per prendere Pegaso e l'ho tenuto in casa mia per una giornata, poi la sera veniva Altair a riprenderselo.

"Dici sul serio?" gli chiedo.

"Sì, luna storta. Sempre che tu sia pronta a portare Sun da me. Non per dormire, solo per un pranzo. Mi sembra una cosa meno impegnativa, non trovi?"

Gli getto le braccia al collo, mentre un sorriso da orecchio a orecchio mi decora il viso. Come ho fatto a conoscere quest'uomo d'oro è ancora un mistero. E pensare che all'inizio non potevamo vederci. E pensare che mi aveva quasi investita. E pensare che avevamo litigato per delle parole orribili.

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