VIII

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"Possiedo tanto, e il sentimento per lei inghiotte tutto; possiedo tanto, e senza di lei tutto mi diventa nulla"

TIFFANY

Mi sistemo il rossetto rosso sulle labbra. Contrasta con l'abito nero ma, mi piace, da un tocco di colore.

-Tiffany hai rotto il cazzo non voglio più aspettare, scendi- sento urlare mio fratello dal salotto.

-Arrivo!-

Scendo le scale, con i tacchi non è facilissimo, ma li amo troppo per non metterli.

-Eccomi qui- Esclamo guardando Aaron. Lui è molto più semplice, indossa un jeans nero slavato (apprezzo già non venga in tuta) e una maglietta grigio scuro, monotono.

Mi osserva da capo a piedi prima di aprire la bocca per dire:- Non voglio fare il guastafeste ma... non è un po' troppo corto?-

-Non dire stronzate, andiamo- dopo questa frase usciamo di casa e ci dirigiamo verso la confraternita. Una volta arrivati mi ritrovo a salutare un po' di gente.

Dopo poco vedo anche Logan.

Vado da lui.

-Ei Log-

-Oh ciao tiff- mi risponde.

Iniziamo a parlare, passano un paio di drink prima che io gli chieda se vuole ballare. Mi dice di sì anche se non è molto bravo. Ci dirigiamo verso la zona della casa dove si trova una calca di gente.

Mi passa le mani sui fianchi e io gliele passo dietro al collo. Il suo corpo si muove sinuosamente sul mio. I suoi pollici iniziano a disegnare delicatamente dei piccoli cerchi sui miei fianchi, quel tocco mi fa rabbrividire. Pian piano gli finisco sempre più vicino.

Presa da un attacco di coraggio gli poggio le mie labbra sul collo per lasciargli un bacio. Mi guarda. Continuo finché non preme bruscamente il mio bacino sul suo. Siamo pericolosamente vicini. Sento la sua pretuberanza premere contro la mia intimità.

Avverto delle scosse percorrermi il basso ventre e aumentano sempre di più quando la sua voce sussurra al mio orecchio:

- Senti cosa mi fai piccola peste.- Poso lo sguardo sulle sue labbra quando veniamo interrotti dal suono della suoneria del suo telefono che squilla.

Guarda chi è.

-Scusa devo rispondere- Così si allontana, non torna più.

Ma che cazzo sto combinando? Per non pensarci comincio a bere.

ARYA

Mi infilo il pigiama. Lo ho posato sul termosifone in modo che si scaldasse e così che ora fosse caldo. Vado in cucina, il latte è pronto. Adesso ci aggiungo la cioccolata. Intanto sul computer imposto la quarta stagione di "the vampire diaris".

La più bella in assoluto. Dopo qualche ora vedo una chiamata da Tiffany. E' l'una e ventiquattro, non pensavo tornasse così presto.

-Tiff- le rispondo. Dal modo in cui parla capisco che è sola e ubriaca fradicia.

Mi sta chiedendo di andarla a recuperare, non ha idea di dove sia Aaron.

Lo chiamo, no mi risponde. Mi metto la prima tuta che trovo, mi lego i capelli, infilo le scarpe e chiamo un taxi.

Arrivo alla confraternita, entro, dentro c'è un sacco di confusione. Vestita come sono non posso che sentirmi a disagio. Ma probabilmente indossando uno di quei vestiti che indossano la maggior parte se non tutte le ragazze qui mi ci farebbero solo sentire di più, metterebbero in mostra tutte le mie imperfezioni e insicurezze.

Non riesco ad individuare Tiffany. Decido prima di andarle a prendere una bottiglietta d'acqua. C'è un ragazzo dietro all'isola della cucina che da alle persone ciò che chiedono.

-Ciao, posso avere una bottiglietta d'acqua naturale per favore?-

-Sì arrivo, aspetta che è finita la cassetta-

Mi guardo intorno attendendo il ritorno del ragazzo.

Mi giro alla mia destra, a quel punto lo vedo, i miei occhi scontrano due smeraldi meravigliosi che guardano non me ma, la nella mia direzione. Lo osservo meglio, i capelli castani gli ricadono sulla fronte. Le braccia forti e muscolose sono ricoperte di tatuaggi. Una bionda che indossa un vestitino minuscolo è aggrappata a lui. Mi volto poi alla mia sinistra.

Un ragazzo molto alto e biondo mi esamina.

Si accorge che ho rivolto il mio sguardo a lui. Mi sorride strafottente.

-Vuoi qualcosa da bere?- mi domanda.

- No grazie-

-Dai offro io-

-Resta no la risposta- Continua a porgermi la stessa domanda in modo insistente. Poi si inizia ad avvicinare.

Alza una mano e mi sfiora delicatamente il viso per poi scendere verso il corpo. Che schifo. Indietreggio finché non vado a sbattere contro altre persone. Mi giro per chiedere scusa. Il ragazzo pieno di tatuaggi di prima che neanche si era voltato alla spinta. Si accorge della mia presenza solo dopo che apro bocca.

Mi guarda, mi rivolge uno sguardo penetrante che sento che se volesse potrebbe leggermi e scalfirmi l'anima.

Guarda i miei vestiti inappropriati, il mio sguardo sperduto ed infine dietro di me. Osserva il ragazzo dietro di me che continua a parlare, capisce la situazione e, Dio ti ringrazio, decide di intervenire.

-Ti ha detto di no è no, levati dalle palle vai a cercare la figa da qualche altra parte.- Il suo tono roco e caldo mi fa rabbrividire.

-Non parlavo con te- Gli risponde di rimando il biondo. Lo sconosciuto che mi ha salvata gli rivolge uno sguardo omicida che vale più di mille parole.

Così il ragazzo insistente sparisce. Bisbiglio un grazie impacciata. Non dice nulla, mi guarda e basta, con un misto di curiosità e durezza che però già aveva probabilmente prima di incontrarmi.

-Va bene ora levati dal cazzo- Mi dice l'oca bionda di fianco a lui. Per mia fortuna il ragazzo con la mia acqua arriva e mi salva da quella situazione imbarazzante.

Me ne vado definitivamente a cercare la mia migliore amica per portarla a casa.

JOSH

Quegli occhi furono l'unica cosa che mi rimase impressa per tutta la notte.

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