Capitolo 41: Shakalaka - ✓

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Dave si buttò addosso a William, circondandogli i fianchi per spedirlo al suolo con tutto il suo peso. Travolto dalla rabbia, gli ghermì il colletto della camicia e lo spinse contro il tetto del treno con irruenza. Ma era consapevole di doverci andare leggero per non perdere prove preziose; da come quel tizio si stava atteggiando con lui, faceva intendere che ne sapesse molto di chi lo aveva ingaggiato, altrimenti non avrebbe agito con quella sicurezza. Navigavano troppe domande per la sua testa, soprattutto delle nuove non appena era giunto alle sue orecchie l'interesse nei confronti di Noah. Qualcuno dei suoi uomini, prima di morire, lo aveva aggiornato sulla sua presenza e su come si comportava sul campo?

Portò il braccio all'indietro e collise le nocche contro lo zigomo di William. Questi ebbe le forze di afferrarlo di conseguenza per i lembi della camicia e spostarlo malamente alla sua destra per ribaltare la posizione. Con la schiena al contatto col suolo, Dave evitò il suo pugno, scansandosi con la testa, e spinse nuovamente per sovrastarlo con vigore, affinché ritornasse sopra di lui. Lo spostò in maniera talmente drastica che il busto di William si sporse oltre il bordo del treno, verso il vuoto.

«Avanti, lasciami cadere. Che stai aspettando? Hai tutte le carte in tavola per farlo.» sibilò inacidito, il sangue che colava dalle sue narici per il secondo pugno diretto che gli aveva preso il naso. «Dopotutto sei il grandioso Dave Morrison: non si può competere con te.»

Dave piegò la testa di lato, scoccandogli un'occhiata furiosa, ma non replicò, poiché un palo segnaletico del treno era proprio situato su quel lato delle rotaie e, se non si fosse spostato, al bersaglio sarebbe saltato mezzo busto; per quanto non fosse male l'idea di ricambiare la crudeltà con la crudeltà, il suo codice e la sua morale gli avevano insegnato a comportarsi come un soldato che, prima di tutto, era pur sempre un essere umano: il suo nemico, seppur ostile, era comunque un suo simile.

Anche William aveva voltato lo sguardo verso quel palo ed iniziò a sudare freddo, tentando di opporre resistenza per liberarsi dalla presa. Ci pensò lo stesso Dave a risparmiargli la fatica. Sebbene mancassero pochi istanti all'impatto, tirò via il suo corpo nel momento esatto in cui la segnaletica gli sfiorò la nuca e gli strappò un po' della camicia sulla schiena. William ne approfittò per spingerlo contro il tetto ancora una volta, voltandolo per metterlo prono. Fu lì che notò la camicia azzurrina del soldato decorata da un piccolo cerchietto rosso sangue, asciutto.

«Che cosa abbiamo qui?» domandò interessato.

Lesto, gli agganciò la spalla ed infilò con prepotenza il pollice in quel punto, prendendo di netto il foro non ancora guarito.
Dave vide le stelle, emettendo un urlo che scappò involontariamente dalle sue labbra, più che altro un ringhio contenuto; serrò gli occhi, sbattendo i pugni sul suolo e usando quell'accumulo di dolore come carburante. Diede una gomitata al nemico alle sue spalle, prendendolo sulle labbra. Questi si coprì la bocca e si distese accanto a lui, sospirando insulti di ogni genere.

Entrambi si guardarono, sovrastati dal fiatone e pronti per colpire ancora una volta, ma ci fu un problema maggiore di cui dovettero preoccuparsi. Proprio davanti a loro stava per passare la struttura che caricava il treno; se non si fossero spostati, il meccanismo li avrebbe presi in pieno. Rotolarono con il corpo in direzioni opposte, ancorandosi ai bordi del treno ed evitando che la struttura li ammazzasse. Dave si massaggiò la spalla, ed innalzò la testa non appena, oltre al rombare del treno, udì la voce infuriata e contrariata del nemico farsi strada nei suoi timpani.

«Cosa significa?! Uccideteli, che state aspettando?!» tuonò William, il dito sull'auricolare. «Merda!»

Quando si rimise in piedi, era come se Dave non esistesse più. I primi passi furono lenti ed esitanti, ma gli bastò poco per acquistare il ritmo della corsa e proseguire verso gli ultimi vagoni del treno. Non aveva proprio intenzione di mollare, eh? Il soldato annullò il dolore alla spalla, la mente incentrata sul suo unico obiettivo. Se non fosse che, alle sue spalle, l'immagine di una galleria gli fece spalancare gli occhi. 

MIND OF GLASS: OPERATION Y [REVISIONATO]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora