23. Morris & Co

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Quella mattina sapeva di nuovo inizio e sogni realizzati. Potevo toccare con le mie stesse mani tutta la gioia che stavo provando nel risvegliarmi accanto alla persona che amavo.
Non era una sensazione strana, nonostante fosse nuova, ma sentivo colmare giorni di sofferenze e pianti dolorosi.
Non mi alzai dal letto ma continuai a guardarla come se non fosse reale quello che stavo vedendo, finchè i suoi occhi si aprirono dolcemente.
"Buongiorno Eth"
"Buongiorno Marg" lei si avvicinò al mio volto e baciò le mie labbra delicatamente.
"È meglio che adesso vada, prima che mi veda qualcuno" pronunciò subito dopo aver ripreso distanza da me.
"Hai ragione, io mi devo preparare per andare a lavoro"
Lei si alzò e andò verso la porta per poi girarsi verso di me.
"A dopo, Eth" girò la maniglia e uscì in fretta dalla porta.
Era stato tutto cosí veloce, e dentro lo stomaco continuavo a sentire quelle farfalle che giravano velocemente come se volessero uscire. Speravo che non fosse sempre cosí, che questi momento non durassero sempre una frazione di secondo, ma non potevo neanche immaginarmi qualcosa di irrealizzabile, come l'accettazione da parte di quella società.

Riuscì a fare tutto molto in fretta e mi fu facile uscire di casa abbastanza presto. Non avevo più visto Margaret quella mattina, ma immaginavo che fosse ancora nel suo letto a riposare un po'.
Da quello che avevo capito, quella mattina sarebbe dovuta andare insieme a Carherina nel bar della famiglia Morris. Mi sarebbe piaciuto andare con loro, ma avrei perso un giorno di lavoro e non me lo potevo assolutamente permettere.
Dato che era ormai autunno faceva un po' di fresco, ma neanche troppo da coprirsi con più strati. Portai il mio viso verso il marciapiede ricoperto di foglie, e guardai la mia gonna color beige che mi avvolgeva le gambe. Non volevo più mettermela, odiavo quella sensazione e solo dopo aver portato i pantaloni avevo realizzato quanto realmente odiassi le gonne.
Una mano mi toccò la spalla facendomi sussultare ed uscire dal mio mondo di pensieri.
"Bentornata sulla Terra"
"Haha, divertente come sempre Percy, mi hai fatto venire un colpo"
"Non essere melodrammatica, oggi è un gran giorno" lo guardai perplessa "dai, come fai ad essertelo dimenticato"
"Il tuo compleanno non era a Febbraio?"
"Infatti oggi non è il mio, ma quello di Sarah"
"Cazzo, me n'ero totalmente dimenticata" sussultai io.
"Allora bisogna rimediare, dato che siamo in anticipo andiamo in quel negozio di accessori e prendile qualcosa"
"Sbrighiamoci" lo presi per il braccio e iniziai a camminare più velocemente possibile.

Avevo il fiatone ma almeno ero riuscita a prenderle qualcosa con gli spiccioli che mi ero portata, non era un regalo enorme ma almeno l'avevo fatto con il cuore.
Sarah stava sistemando gli scaffali e io andai verso di lei a passo svelto.
"Auguri Sar" in mano tenevo il regalo impacchettato e un sorriso le comparve sul viso appena si girò verso di me.
"Grazie Eth, ma non dovevi prendermi un regalo" mi abbracciò
"É il minimo, sei una persona fantastica"
"Sono tutt'altro che questo, ma ti ringrazio lo stesso per il pensiero" prese in mano il pacchetto e iniziò a scogliere i nodi fino a far uscire una scatolina contenente un paio di orecchini.
"Appena gli ho visti ho pensato a te e al tuo vestito celeste, ti starebbero benissimo su quello"
"Sono stupendi Eth" mi guardò e mi abbracciò nuovamente
"È ora di prepararsi all'apertura del negozio !" urlò Florence.

Fu una giornata tranquilla, ma continuavo a sentire uno sguardo addosso. Mi giravo a rigiravo ma evidentemente chi mi stava guardando continua a girarsi indispettito.
"É ora di iniziare a chiudere il negozio, cambiatevi e sistemate i vestiti che avete tirato fuori" annunciò Florence ormai pronta per andarsene.
Ma probabilmente la mia giornata sarebbe finita ancora tra un po', un dito mi picchiettó sulla spalla e io mi girai notando lo sguardo imbarazzato di Sarah.
"Eth, ti devo parlare" mi prese per il braccio e mi portò verso una parte più rintanata del negozio.
"Di che cosa vorresti parlare Sar?" sussurrai guardandomi attorno.
"È da un po' che ne volevo parlare con qualcuno e pensavo che tu fossi la persona più opportuna"
"Dimmi tutto"
"Il giorno del ballo ho notato un uomo che sembrava all'apparenza furioso, si stropicciava i capelli e si muoveva a passo veloce per il piccolo corridoio dell'atrio. Cosí mi sono avvicinata a lui chiedendo se andasse tutto bene, e da là abbiamo iniziato a parlare e il tempo è volato. Poi sono dovuta tornare da Clara ma è stato magnifico poter parlare con lui , solo che non so il suo nome e non so come ritrovarlo. Dato che Margaret è la figlia dei proprietari di casa ti chiedevo se potessi trovarmi il nome di quest'uomo..so che ti sto chiedendo tanto ma non faccio altro che pensare a lui"
"Dato che oggi è il tuo compleanno ti farò un doppio regalo" le sorrisi "allora, descrivimelo così ne posso parlare con Margaret"
"Grazie davvero Eth" disse ricambiando il sorriso "allora, è alto e ha gli occhi chiari , era vestito molto elegante e di colore verde scuro , i suoi capelli erano neri, leggermente lunghi e mossi. E aveva anche dei baffi"
"Appena incontrerò Margaret le chiederò meglio se conosceva questo invitato"
"Ti ringrazio per il tuo aiuto Eth" si girò e osservò l'orologio "è tardissimo, devo tornare a casa prima che mia madre non venga a cercarmi preoccupata" disse correndo verso il magazzino.

Uscì dalla porta sul retro e avvertì il fresco percorrermi le braccia e sfiorarmi come un velo.
"Ce ne hai messo di tempo per uscire" una voce femminile e famigliare risuonó acida nel vicoletto poco illuminato da cui dava la porta sul retro del negozio.
Intravidi una sagoma appoggiata al muro e un'altra accanto che mi aspettavano.
"Che cosa ci fate qua?" chiesi io.
"Siamo venute per accompagnarti e parlare di che cosa è successo oggi" guardai Marg e poi guardai Catherina.
"Abbiamo molto di cui parlare"

Dopo svariato tempo ho finito, finalmente, questo capitolo. Spero vi possa piacere < 3

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