Armin POV:
"Cosa abbiamo alla prima ora secchione?"
È la domanda che quel teppista di Jean Kirsten mi poneva ogni giorno alla AOT College.
"Jean lo sai bene che alla prima ora abbiamo matematica"
E come sempre in risposta ottenevo una risata e una pallina di carta accartocciata dritta in testa. Essere un ragazzo studioso in questi tempi non è una delle migliori etichette che si possa ricevere dalla propria classe: chiedono sempre di copiare da me i compiti, mi obbligano ad offrirmi volontario e a far perdere tempo ai docente chiedendo domande anche idiote sugli argomenti svolti. Mentre gli altri miei coetanei il sabato sera uscivano per andare a divertirsi e tornare in stato di ebbrezza nell'istituto, io mi chiudevo nella mia stanza per poter leggere in tranquillità i miei adorati libri sullo spazio. Un posto così vasto e sconosciuto...
A svegliarmi dai miei pensieri fu la campanella che segnava l'inizio delle lezioni che andavano dalle 8:00 di mattina, alle 18:00 (compresi i club).
Il professore di Matematica Pixis fece il suo ingresso nella nostra aula e cominciò a fare l'appello. Finito ciò prese un foglio dalla sua valigetta di cuoio e lo posò sulla cattedra.
"Bene ragazzi. Da oggi a far parte della vostra classe ci sarà un nuovo ragazzo. È un po' più grande di voi ma sicuramente vi troverete bene, prego entra pure" il docente concluse il discorso.
Dalla porta principale sbucò piano piano una figura che diventava sempre più grande. Attraversata totalmente la porta, un ragazzo muscoloso, dai lunghi capelli marroni, con un vestiario molto alternativo e con makeup e piercing in faccia si schierò alla sinistra del signor Pixis.
"Prego presentati pure ma fai veloce che ho da fare". Il ragazzo senza dire o fare nulla si mise al centro della classe e iniziò a parlare.
"Mi chiamo Eren Yeager, ho 18 anni e suono in una band ogni sabato in vari locali. Non chiedetemi perché mi hanno messo in una seconda perché potreste ben immaginarlo. Grazie a tutti" e detto ciò si girò verso il prof per domandare in che sedia si sarebbe dovuto sedere.
Pregai non so neanche io chi per fare si che quel ciarlatano non stesse accanto a me ma ovviamente la mia fede e la mia fortuna non giravano dalla mia parte.
"Prego mettiti accanto a quel ragazzetto biondo con il caschetto"
Con un semplice mugugno prese il suo zaino da terra e si diresse verso di me.
"Ciao" furono le uniche parole che mi uscirono.
"Ehy" concluse il discorso quel tale.
Per tutta la prima ora non ci scambiammo una singola parola, eravamo troppo concentrati sui compiti in classe e le varie verifiche.Suonò in men che non si dica quella campanella che tanto i miei compagni attendevano. Chi non ama sentire il frastornate rumore della fine delle lezioni? Ecco, io. Ero qualcuno in classe, fuori non consideravano neanche la mia presenza...
"Che fai dopo scuola?"
"Mh?" Risposi ancora sommerso dai miei pensieri.
"Ho detto, che fai dopo scuola?"
Cosa stava succedendo?
"Eeehmm, ecco"
Il ragazzo aggrottò le sopracciglia e mi guardò storto.
"Se non ti va di uscire con quello nuovo lo capisco sai"
Aveva frainteso tutto.
"No no non è quello! È che non sono mai uscito con nessuno..."
"Aaahh capisco. Quindi sei lo sfigato di turno"
Non risposi a quella domanda dato che capii immediatamente che era ironia.
"È arrivato il momento di spaccare la tua routine e costruirne una nuovo"
Magari era una buona idea... Magari no. Per la prima volta ero indeciso sul mio percorso.
"E dove vorresti andare?"
"Ad un bar, non so. Dove ti piacerebbe a te?"
Ero ancora più disorientato di prima.
"Mi piacerebbe sentirti suonare..."
Le mie labbra si mossero da sole come se incoscienti di ciò che sarebbe potuto succedere in seguito.
"Non penso sia il tuo genere..."
"Ascolto poca musica però ho una mentalità aperta. Qualche volta indosso le cuffiette e faccio partire l'album dei Nirvana, sai quello con il bambino che nuota nel mare"
Che figuraccia che stavo facendo.
"Si, quello più famoso. Se proprio ci tieni io sabato devo suonare con la mia band al Coba Cabana per un talent"
"Ci sarò!"
Ma che stavo dicendo! Io in un posto di quel tipo? Ma mai anche sotto tortura!
Quel tipo mi faceva provare sensazioni strane, mi sentivo... IPNOTIZZATO.
"Porta tutti i tuoi amici, più siamo meglio è"
"Certo lo dirò a tutti quanti!"
Ma io non avevo amici! O che pasticcio avevo appena combinato.
"Ma quindi oggi pomeriggio usciamo o no?"
"Biblioteca centrale?"
"Però prima passiamo da una caffetteria lì vicino"
"Affare fatto!"
Ero davvero pronto a sostenere per la primissima volta un amicizia? Oppure nel mio cuore si stava formando una sottospecie di crisalide che in poco sarebbe riuscita a dare vita ad un sentimento nuovo... Fatto sta che io non vedevo l'ora di incontrarlo alla caffetteria."Armin. Ehy mi stai ascoltando?"
"Cosa?"
"Ti perdi spesso nei tuoi pensieri"
Mi ero di nuovo bloccato a riflettere.
"Ah si perdonami. Penso molto quando vengo in posti silenziosi e tranquilli tipo questi"
"È il mio posto preferito"
Una caffetteria? Per una persona con uno stile come il suo?
"Lo so che ti potrà sembrare strano ma giuro che vengo sempre qui, puoi chiedere alla cameriera, Mikasa"
"Mi hai chiamato Eren?"
Disse quella giovane ragazza dai capelli corvini e dagli occhi che riflettevano gioia in uno specchio grigio.
"Salve" dissi senza ottenere nessuna presentazione in seguito.
"Allora Eren, come va con quella ragazza?"
Quale ragazza...
"Non è il mio tipo e tu lo sai benissimo"
"Ma lei è così gentile e adorabile!"
Sembravano marito e moglie, che sdolcinatezza.
"Mikasa, io non la amo mi spiace"
"AH SI?! NON LA AMI?!
Sembrava che stessero parlando l'uno dell'altro, o forse era proprio così?
"Se vuoi ordinare qualcosa non chiedere a me"
E così quella fanciulla si girò via e di passo veloce e pesante se ne scappò via.
Provai a domandare ad Eren perché avesse reagito così ma non mi ascoltò neanche.
"Quella Mikasa, è amica tua?"
"Siamo come fratello e sorella, ci conosciamo praticamente da quando siamo nati"
Sembrava felice mentre ne parlava ma c'erano dei picchi di amarezza nelle parole che usava.
Quel ragazzo mi incuriosiva sempre più."Quindi se io ho un'espressione di secondo grado con tre termini, tu cosa mi consiglieresti di usare?"
"Bhe ti direi all'inizio scomposizione, ma molte volte può occupare un'intera pagina..."
"Sarrus?"
"Si, hai ragione!"
La giornata in men che non si dica era volata via come le mie incertezze su quel musicista scapestrato.
"Cazzo è tardissimo! Devo tornare a casa"
Dovevo già salutarlo?
"Dove abiti? Se vuoi ti ci accompagno"
"È davvero gentile da parte tua Armin però è una zona molto malfamata e non ti lascerei mai tornare da solo".
Un brivido mi percosse tutta la colonna vertebrale quando sentii il modo in cui aveva pronunciato il mio nome.
"Ma no tranquillo non ci sono problemi!"
"Aspetta mi stanno chiamando..."
Prese un cellulare con la cover nera e qualche graffio qua e là sullo schermo.
"Pronto? Ah sei tu. Dimmi tutto. Bhe quindi? CRISTO MA NON PUOI AVVISARMI PRIMA?! Non ho soldi per affittarmi una camera quindi torno a casa e poi mi levo dai coglioni. No...no no TU non hai capito nulla! Non riagganciarmi in faccia o giuro che- PEZZO DI MERDA!"
Sbatté il telefono con veemenza sul tavolo del bar.
"Ehy come mai tutta questa rabbia? Chi era?"
"Quel figlio di puttana del mio coinquilino. Oggi fa una festa e io non posso stare in casa con lui perché deve scoparsi la tipa"
Che modi...
"Ah. Bhe potresti venire da me a dormire! I miei genitori sarebbero d'accordo"
I suoi occhi si illuminarono.
"FAI SUL SERIO?!"
"S-SI!"
Non riuscivo a controllarmi, mi uscivano solo balbettii dalla bocca.
"Bhe se me lo chiedi così gentilmente accetto"
"BENE!"
MALISSIMO!
"Abito qui dietro quindi possiamo arrivarci a piedi".
In risposta ottenni un okei con la mano.
Iniziammo a percorrere le stradine per poi fermarci davanti all'ultimo semaforo prima di arrivare a destinazione.
"Scusa, per caso hai sentito pure tu una goccia arrivarti addosso?"
Mi domandò.
"Si, mi ha sfiorato la guancia"
"Credo che dovremmo correre allora..."
Mancavano 10 minuti e saremmo arrivati sani e salvi a casa ma la pioggia aveva deciso di mettermi i bastoni fra le ruote.
"Cristo sta diluviando muoviamoci"
"Non riesco a correre più di così!"
Non ero un asso negli sport e in generale con l'attività fisica quindi possiamo dire che una lumaca sarebbe arrivata prima di me a casa.
"Ah vieni"
In un soffio mi prese in braccio portando il mio stomaco sulla sua spalla, a mo di sacco di patate.
"Ehy mettimi giù!"
"Di la verità che ti stai divertendo"
Era vero, non mi ero mai divertito tanto in vita mia...
"Peso troppo ti farai male"
"Ma cosa che sei una piuma!"
In confronto a lui io ero molto più piccoletto e magro. Guardandolo continuavo a pormi quesiti su quesiti, volevo sapere tutto di quel giovane uomo.
"Ora dove vado?"
"A destra e poi tutto dritto fino al B157"
Finalmente riuscivo a vedere le luci dalle finestre di casa mia.
"Ecco è quella!"
Urlai quasi nel suo orecchio.
"Capito". Con un ultimo sprint arrivò alla porta di casa mia per poi bussare.
"Mamma, papà sono io!"
Delle voci si sentivano dall'interno che piano piano si facevano sempre più chiare e nitide.
"Amore dove sei stato tutto il pomeriggio?!" Disse mia madre fiondandosi su di me.
"Oh sei tutto bagnato tesoruccio mio! Vieni entra dentro che ti preparo la vasca bella calda"
"Mamma!" Le feci un gesto con gli occhi per farle notare la presenza del mio amico.
"Oh, ciao. E tu saresti?"
"Mi chiamo Eren Yeager, piacere di conoscerla. Sono un amico di suo figlio"
"ARMIN! Non mi avevi detto di un tuo amico. Cominci a nascondermi qualcosa?"
Provavo un profondo imbarazzo...
"Mamma ma dai! Eren è appena entrato a far parte della nostra classe e abbiamo subito stretto amicizia"
"Oh me ne parlate dentro, ora su su entrate che se no vi beccherete una bella febbre!"
Entrammo in casa e con paura ma gioia guardai il mio nuovo amico.
Ma chi lo doveva dire a me che avrei passato un'esperienza del genere?!
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Sex, drugs and college
FanfictionUn nuovo ragazzo era arrivato al secondo anno del Shingeki no kyojin collage. Era più grande degli altri alunni e si presentò come Eren Yeager. Aveva un passato intricato ma nessuno si sarebbe potuto immaginare quello che sarebbe potuto succedere do...