#3 TROPPI DUBBI

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ARMIN'S POV:

Sentii una voce chiamarmi, non era Eren era un donna. Forse mia madre? Aprii gli occhi e mi ritrovati il viso di mia madre a due centimetri dal mio.
"Dobbiamo parlare" mi disse. Sembrava seria, era forse successo qualcosa mentre dormivo?
Ripensai alla notte passata... Non è che ci avevano sentito? In fondo io ero ancora vergine quindi non avevo da preoccuparmi.
Mi alzai dal letto cercando di non svegliare Eren e seguii mia madre giù in cucina.
"Dimmi tutto" Notai mio padre seduto al tavolo. Mia madre poi fece lo stesso.
"Che succede? Perché non parlate?"
"Armin, siediti" disse mia madre con una voce strana, quasi spaventata.
"Mi volete dire qualcosa? Non rimanete in silenzio!"
I miei genitori si scambiarono uno sguardo veloce e poi mio padre cominciò a parlare.
"Armin dobbiamo parlarti del tuo amico. Eren"
Se ne saranno accorti?
EREN'S POV:

Mi svegliai appena sentii Armin andare via. Appena uscito dalla stanza alzai la testa e corsi in punta di piedi in bagno. Dopo la nottata di ieri mi scappava una pipì! Finito tutto iniziai a scendere le scale fino ad arrivare in cucina però non entrai appena sentii nominare il mio nome.
"Cosa c'è che non va?" Disse Armin
"La prima volta che l'ho visto mi sembrava un viso conosciuto... Così ho fatto delle ricerche"
"E?"
L'ansia mi pervadeva il corpo...
"E avevo ragione. Lui è il figlio di Grisha Yeager. Il medico ritrovato morto in casa sua con sua moglie. Quella storia non divenne famosa dato che il presunto assassino era il figlio minorenne. Armin quel tuo amico è stato in prigione per 3 anni finché non è diventato maggiorenne e lo hanno lasciato andare!"
Merda... Pensai.
"Non è vero! Non posso crederci! Eren è un ragazzo simpatico e gentile, non farebbe mai nulla del genere"
Vidi i genitori scambiarsi un'occhiata.
"Sei sicuro di conoscerlo bene? Lo hai visto solo ieri" disse la mamma.
Armin continuava a proteggermi ma ad un tratto non lo sentii più parlare.
"Non può essere..."
"Armin mi spiace. Dovevamo dirtelo prima di fare azioni sbagliate. Abbiamo visto come ti guardava ieri, sembrava volesse mangiarti vivo!"
Che esagerazione...
"Ormai è tardi..." Disse con un filo di voce il biondo. Avrebbe raccontato della notte passata?
"Cosa vuoi dire?" Chiese il padre.
Prima che potesse continuare a parlare io feci la mia entrata.
"Buongiorno, scusate il disturbo"
Tutti rimasero in silenzio.
"Armin oggi dobbiamo andare un po' prima a scuola, ti ricordi quello che ci ha detto Pixis?"
Avevo inventato tutto, speravo Armin sostenesse la mia bugia.
"Cosa?"
"Si che dovevamo aiutarlo a prendere il materiale per l'esperimento di fisica"
Lo vidi pensoso.
"Ah certo hai ragione! Che sciocco! Vado a vestirmi tu fai pure colazione"
Annuii.
Sul tavolo c'era un biscotto e lo presi.
"Prendo solo questo grazie mille!"
"Non ti preoccupare..." Disse la madre. Dall'espressione si capiva che non era sicura su chi io fossi. Forse ero troppo gentile per essere un assassino?
Stavo per andare verso Armin quando il padre mi ferma.
"Eren resta pure qui. Armin scenderà tra poco"
Finita la frase mi indicò la sedia e io mi ci sedetti sopra.
"Vado a dare una mano a mio figlio, torno subito" la madre scomparve dietro la porta.
Nella cucina si era creato un silenzio imbarazzante così ruppi il ghiaccio.
"Avete una casa davvero stupenda, complimenti"
Il padre alzò lo sguardo penetrandomi l'anima.
"Grazie" disse in maniera secca.
Che poliziotto scontroso!
ARMIN'S POV:

Mi misi dei jeans e una maglietta bianca. Poi mi sedetti sul letto per allacciarmi le scarpe. Presi il telefono che stava in fondo al letto e nel raggiungerlo sentii l'odore di Eren sulle coperte. Era così buono così mi fermai ad annusarlo ancora e ancora e ancora. Finché non sentii la porta di camera mia aprirsi. Era mia madre.
"Ciao piccolo"
Le feci un cenno mentre misi i vari libri nello zaino.
"Cosa volevi dire prima con troppo tardi?" Mi domandò.
"Nulla..." Risposi volendo sorvolare l'argomento.
Lei si avvicinò e mi abbracciò da dietro.
"Armin" mi disse.
"Dimmi mamma" risposi.
Sentii le sue braccia stringersi attorno a me con forza ma poco dopo le tolse e appoggiò la sua testa sulla mia schiena.
"Sento il suo odore sulla tua pelle"
Arrossì e mi portai un braccio al naso. Era vero...
"Bhe abbiamo dormito abbracciati..." Cercai di trovare una scusa.
"Spero davvero che tuo padre si sbagli. Mi sembra un bravo ragazzo ma non so...Non lo conosciamo bene"
Cercai di rassicurala facendola sedere sul letto.
"Mamma credimi, se avesse voluto farmi male lo avrebbe già fatto"
Le preso una mano e le sorrisi.
Lei fece lo stesso per poi spostare il suo sguardo altrove.
"Cos'hai qui?" Portò la sua mano vicino al mio collo e mi spostò la maglietta.
"Te lo ha fatto lui?"
Non capii.
"Cosa?"
Indicò lo specchio, mi alzai e PORCA MISERIA!
"Oh..." Fu l'unica cosa che riuscii a dire. Mi tornò in mente la notte passata a "divertirci" e arrossii.
"Per questo hai detto troppo tardi? Avete fatto sesso?"
Avvampai di colpo.
"NO!" Le urlai.
"Meno male. Ma allora questo te lo ha fatto mentre dormivi..."
"No..." Dissi impacciato e ansioso come non mai.
"Armin chiarisci bene"
"Ecco..."
Le spiegai tutto, per filo e per segno... Omettendo la parte del pompino però.
"ARMIN!" Urlò lei.
"SSSHHHH non urlare!"
"Poteva farti male. E se ti avesse ucciso"
"Chi ti avrebbe ucciso?" Una voce profonda e calda risuonò nella stanza. Il tempo sembrava essersi fermato.
"Eren..." Cercai di spiegargli.
Lui si avvicinò a mia madre che rimase immobile.
"Grazie per avermi ospitato signora. Sarei rimasto fuori sotto un ponte probabilmente" e poi rise.
Come poteva essere lui un assassino.
"Andiamo Armin?"
"Ah sì... Andiamo"
Mi prese per mano e scendemmo le scale. Non tolse la mano fino a quando non uscimmo di casa.
"Armin, posso chiederti una cosa?"
Annuii.
"Tu credi che io abbia ucciso i miei genitori?"
Mi si concelò il sangue.
"Ha-hai sentito i miei sta mattina?"
Lui non rispose.
"Mi spiace per l'inconveniente. Mio padre tende ad essere un po' iper protettivo ahaha"
Lui si fermò.
"Non hai risposto alla mia domanda"
Era serio... Sembrava completamente diverso dall'erem di sta mattina.
"No... Certo che no! Sei troppo gentile per uccidere qualcuno" lui mi scrutò dal basso all'alto.
"P-posso farti io una domanda?" Gli chiesi. Lui mi disse si.
"Cosa... Cosa provi per me? Cioè cosa siamo?"
Lui sembrò confuso.
"Non ho mai fatto quello che ho fatto con te ieri...Non so se per te è una cosa così e via oppure è roba seria..."
"Armin ti fermo in incipit"
Lo guardai speranzoso della sua risposta.
"Non credo che dopo quello che ha detto tuo padre io possa più mettere piede in casa tua. Possiamo restare amici se vuoi... Anche perché io ho quasi 19 anni, tu ne devi ancora fare 16"
"NON FA NIENTE!" Gli dissi abbracciandolo.
"E invece fa... Ora andiamo in classe, ne riparliamo dopo"
Entrammo a scuola e ci sedemmo ai nostri posti. Il tempo volò veloce ma io dovetti restare per aiutare il preside nell'organizzazione di un contest che si svolge ogni anno nel nostro istituto. Volevo parlargli ancora e chiarire.
Avevo troppi dubbi per la testa che richiedevano una risposta chiara e netta.

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