40. I don't need your protection

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Quello che vidi, appena mi svegliai in una camera non mia, fu Louis dormire ancora profondamente. La bocca leggermente dischiusa, con il suo respiro regolare, i capelli spettinati, sparsi in tutte le direzioni, mentre le ombre sotto agli occhi, a causa del pugno di Nick, si erano fatte più scure. Fortunatamente, il naso non sembrava essersi gonfiato.

Le nostre mani erano unite sui cuscini e percepivo le sue gambe nude intrecciate con le mie, come se entrambi avessimo avuto paura che uno dei due se ne andasse all'improvviso. Mi era mancato risvegliarmi in quel modo, con quella bellissima visione, soprattutto se ripensavo a quello che era successo la notte prima. Non c'era stato imbarazzo, ma solo tanta voglia di fare l'amore, di appartenerci di nuovo, come se non avessimo mai smesso. Ed ero felice, come non lo ero da tanto, sicuro che valesse anche per Louis.

Rimasi a guardarlo dormire, con il suo respiro familiare che mi rilassava, trattenendomi dall'accarezzarlo per evitare di svegliarlo. Ma poi sentii lo stomaco brontolare, così mi liberai dal nostro intreccio, senza svegliare Louis, e mi alzai dal letto per andare a preparare i pancake, indossando i boxer ed una sua maglietta, che aveva il suo odore.

Curioso, però, dal comodino presi il libro che stava leggendo e lo aprii dal punto in cui era arrivato e mi accorsi che come segnalibro stava usando la lettera che gli avevo scritto a San Valentino, notando che ci fossero tante macchie sparse, probabilmente ci aveva pianto sopra. La rilessi, rendendomi conto che pensavo ancora tutto quello che avevo scritto e sorrisi.

Rimisi il libro a posto e feci per uscire dalla camera, quando sentii Louis mugugnare. Mi girai verso di lui e vidi che tastò con la mano il cuscino dove avevo dormito io, rendendosi conto che non c'ero più, alzando di scatto la testa.

"Harry?!", mi chiamò, con un tono di voce che sembrava quasi impaurito.

"Sono qui", gli feci notare e lui si girò verso di me, sospirando di sollievo. "Volevo andare in cucina a prepararti la colazione", gli spiegai sorridendo.

"Pensavo ti fossi pentito per quello che è successo stanotte e stessi andando via", sussurrò, preoccupato.

"Oh no, amore", dissi, stendendomi di nuovo accanto a lui e dandogli un bacio sulla guancia. "Volevo prepararti i pancake", lo rassicurai, accarezzandogli i capelli e lui sorrise.

"Oh, bene. Mi sono mancati tanto", mi fece notare, sbadigliando. "Ti raggiungo dopo in cucina", aggiunse e chiuse di nuovo gli occhi.

Sorrisi, dandogli un bacio sul naso e uscii dalla camera. Feci per scendere le scale, quando dalla stanza di Josh uscì una chioma bionda.

"E tu che ci fai qua?", domandammo in coro io e Niall, a bocca aperta.

****

Ero in cucina a preparare i pancake, in compagnia di Niall. Aveva i capelli biondi tutti spettinati ed anche lui indossava solo una maglietta ed i boxer.

"Se sei qui... immagino tu abbia fatto pace con Louis", iniziò a dire, in imbarazzo, cercando di sciogliere il ghiaccio visto che non eravamo più abituati a stare insieme nella stessa stanza dopo tutto quello che era successo. Annuii.

"E tu con Josh?", chiesi, passandogli un pancake con la nutella appena fatto.

"Sì", ammise. "Sono andato ieri sera al 'Mind' per parlargli...".

FLASHBACK

Seguii Josh fuori dal locale, che si mise poi a sedere sul marciapiede e accendendosi una sigaretta, mentre io mi sedetti poco distante da lui.

"Perché continui a venire?", chiese quasi infastidito, buttando fuori il fumo.

"Perché mi manchi da morire. E anch'io ti manco", risposi deciso e lui scosse la testa, come se volesse scacciare quell'idea.

With your love, nobody can drag me down // Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora