«Non è affatto andata così!» esclama, oltraggiata, Nikla.
«Oh, ti prego» sbuffa Silver prima di prendere un sorso di vino, «la fotocopiatrice funzionava perfettamente. Poi,magicamente, entri tu e puff, si rompe? Sei chiaramente la colpevole ed è inutile continuare a negare.»
«Non dovete credergli!» strilla la bionda. «Quella dannata macchina era già rotta quando sono entrata!»
Rido, divertito dal siparietto che questi due hanno messo su e sistemo meglio la schiena sulla sedia. «Quindi è un caso che si sia rotta anche quella in officina quando la scorsa settimana sei passata a fotocopiare dei documenti?» chiedo.
Tyler, al mio fianco, scoppia in una sonora risata, battendo una mano sulla coscia mentre nota l'espressione tradita sul volto della mia migliore amica. «La cosa migliora di secondo in secondo, giuro.»
River, una birra in mano e lo sguardo stanco, accenna un sorriso pigro prima di nasconderlo con la bottiglia. Se Nikla lo beccasse a ridere di lei, sarebbe la fine.
«Non ho rotto le maledette fotocopiatrici!» esclama, sedendosi sulle gambe del suo ragazzo. River le avvolge la vita con un braccio, ma non la consola, si gode lo spettacolo.
«Certo, e io sono figlio di Martin Luther King» alza gli occhi al cielo Silver.
«In effetti, noto una leggera somiglianza» ghigno, accennando alla pelle pallida e la carcassa rossa che ha in testa. Ha deciso di farsi allungare i capelli, forse vuole diventare uno di quegli eroi scozzesi di cui si parla in tv ultimamente.
«Ma King li aveva dei figli?» domanda Tyler.
Silver e Nikla lo guardano con fare ovvio. «Tu che dici?» borbotta il rosso.
«Ehi, studio ingegneria meccanica, non storia!» cerca di difendersi il ragazzo.
«Non hai bisogno di studiare storia per sapere chi era King, babbeo» gli rifilo uno scappellotto.
«Ehi, giù le mani.» Nikla corre in difesa di Tyler e gli accarezza i capelli, gesto che fa accigliare River.
«Questo vale pure per te, Ninfa» sibila lui.
Soddisfatto, Tyler ci lancia un'occhiata. «Già, tenete giù quelle zampacce, Nik non vuole che si usi la violenza.»
«Oh, povero cucciolo» fingo di essere dispiaciuto. Poi un altro scappellotto.
Silver e River sorridono compiaciuti. Nikla, invece, mi riserva un'altra occhiataccia. «Piantala. E lasciatelo stare. Sta studiando tanto, sapete? Gli sarà sfuggito che King ha quattro figli, pazienza.»
«Esatto» annuisce Tyler.
«Sì, be', inizia a informarti un po' di più» asserisce River.
«E magari evita di dire certe cose in pubblico» aggiunge Silver.
Mentre loro continuano a chiacchierare, io aiuto Nikla a portare i piatti sporchi in cucina. È ancora strano non entrare più nel vecchio monolocale di River o in quello ben arredato di Nik, ma questa casa è parecchio carina e mi piace com'è arredata. Ci sono un salotto, una cucina, un bagno, due camere da letto e un ripostiglio, tutto il necessario per due persone.
Ricordo ancora quando dieci mesi fa ci dissero che sarebbero andati a vivere insieme. In tutta onestà, la cosa non mi ha sorpreso affatto. Dopo l'incidente di Nikla, vivere nel suo appartamento con il costante fantasma di Eco e i ricordi a ferirla, è stato complicato, soprattutto nelle due settimane post-intervento. River e io abbiamo fatto il possibile per cambiare un po' le cose, come ad esempio aggiungere un nuovo tappeto dove Eco era stata trovata morta o cambiare la disposizione del divano.
La cosa non è durata un granché.
Poco dopo aver ufficializzato la loro relazione, Nik ha trascorso più tempo in casa di River e un mese dopo ci hanno informato che avevano deciso di cercare casa insieme.
A Silver era parso troppo azzardato come passo, ma era comunque rimasto accanto a Nik. Così, il mese successivo erano riusciti a trovare questo appartamentino non molto distante dalla Road Mechanic e si erano trasferiti. A febbraio compiranno un anno in questa casa.
«Allora, pronto a tornare al lavoro dopo una lunga settimana di ferie?» domanda il mio terremoto, intenta a svuotare un piatto nel cestino della spazzatura.
«Mi ero abituato a dormire fino alle dieci, sarà dura, ma mi terrà occupato quindi sì» rispondo mentre tiro fuori la torta dal frigo.
Sono le undici e cinquanta, tra dieci minuti scoccherà la mezzanotte e sarà ufficialmente l'otto gennaio, il ventinovesimo compleanno di River. Nikla ci ha chiesto di cenare da loro per poter festeggiare insieme visto che domani sera conta di portarlo in un hotel.
Nik sorride e mi stringe piano il braccio prima di lasciarmi un bacio sulla guancia. «Che ti ho detto un anno fa? Ce la faremo. Ne sono ancora convintissima.»
Ricambio il sorriso, non riuscendo a farne a meno. «Ce la faremo» ripeto, meno convinto di lei, ma questo non è necessario che lo sappia.
«Forza, non vedo l'ora di mostrargli la torta» ridacchia lei.
Abbasso lo sguardo sul dolce e scuoto il capo, divertito, quando noto una torta blu con sopra due pipistrelli e la scritta "Buon Compleanno, Riv".
«Lo so che detestava essere definito così e che odia essere chiamato "Riv" ma indovina? Amo punzecchiarlo» sghignazza, fiera del suo operato.
Tiro fuori lo spumante dal frigo e sbuffo una risata anch'io. «Se c'è qualcuno che può farlo, quella sei tu. Comunque, sei pronta? Mancano due minuti alla mezzanotte.»
«Sì. Abbiamo tutto?» domanda mentre si appresa ad accendere le due candeline.
«Sì. I bicchieri sono già di là.»
Torno in salotto e spengo la luce.
«Xan, ma che diamine?» borbotta Tyler.
«Tanti auguri a te» intoniamo io e Nikla quando esce dalla cucina con la torta in mano. «Tanti auguri a te...»
Per fortuna gli altri capiscono subito cosa sta succedendo e si uniscono alla canzoncina, tutto sotto lo sguardo basito del mio migliore amico.
«Tanti auguri a River...»
Nikla posiziona la torta proprio davanti al suo ragazzo e si sistema alle sue spalle.
«Tanti auguri a te!» concludiamo.
«Soffia, Mr. Muscolo!» esclama Silver sotto ai fischi di Tyler.
River guarda prima Nikla, poi la torta e noi. Infine, soffia sulle due candeline mentre mi affretto ad accendere la luce.
«Auguri!» urliamo in coro.
«Buon compleanno, amore mio» sorride Nikla, le braccia strette attorno al collo di River mentre gli lascia un bacio sulla guancia.
River sembra ancora parecchio sorpreso, cosa che ci fa ridere sonoramente. Poi, come se si risvegliasse, fa girare Nikla, così da averla seduta sulle gambe e la bacia.
Continuiamo ad acclamare la coppietta e, solo quando si staccano, stappo la bottiglia di spumante che avevo preparato in precedenza.
«Questa è la torta più... orrenda di sempre» commenta lui.
Nikla scoppia in una forte risata. «Io la trovo adorabile. È proprio nel tuo stile, Riv.»
E mentre osservo questi due battibeccare sul nomignolo del mio migliore amico, Tyler e Silver ridere a proposito di qualcosa che non colgo, realizzo che dopotutto oggi non è stata una giornata di merda.
E forse stasera posso andare a dormire senza scolarmi un'altra cassetta di birra.
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𝐔𝐍𝐓𝐎𝐋𝐃 [𝐃𝐞𝐭𝐫𝐨𝐢𝐭 𝐃𝐢𝐥𝐨𝐠𝐲 𝐕𝐨𝐥.𝟐]
ChickLitAira Santana si trasferisce a Detroit per lavoro. Elastico nero stretto al polso da pizzicare due volte, inizia una nuova avventura alla riscoperta di se stessa. Perché Aira ha bisogno di respirare, di stare in piedi sui suoi stessi piedi, ha bisogn...