La differenza tra le ciliegie e le amarene

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«E per domani, mi raccomando, ricordatevi di ripassare anche da pagina ventisette a pagina trenta, quella parte è importante e sarà nel compito. Io vi sto avvisando. Poi non mi venite a dire che non ne sapevate niente.»

Manuel Ferro, professore di storia e filosofia del liceo, ama il suo lavoro. Forse, esclusa sua madre, essere un insegnante è la cosa che più ama della sua vita.

Vive in un piccolo appartamento nella periferia romana. Un buco con una sola camera da letto e le pareti un po' scrostate, ma è suo. Lo ha comprato con i suoi soldi, denaro guadagnato in modo onesto, con il lavoro e l'impegno. Ne è particolarmente fiero nonostante non sia un granché. Non vive nel lusso, anzi tutt'altro, la sua è un'esistenza piuttosto modesta, ma gli sta bene così.

I ragazzi a scuola sembrano avere un debole per lui, non ne capisce molto il motivo, ma a quanto pare il suo essere se stesso riesce, per qualche strana ragione, a renderlo simpatico ai suoi studenti.
Quando qualcuno domanda loro chi sia l'insegnante preferito, rispondono tutti con il suo nome.
Manuel non sa davvero spiegarsi il perché. Sarà che da ragazzo ha avuto un grande esempio, un grande professore, sua fonte di ispirazione: Dante Balestra.

Gli provoca sempre un po' di malinconia pensare a lui. Lo riporta indietro nel tempo. Gli fa ricordare volti, emozioni, sia momenti belli e carichi di tenerezza che istanti di tristezza e rabbia.
Ricorda il matrimonio di sua madre con Dante, ricorda quando si sono trasferiti tutti insieme, ma ricorda anche il giorno in cui è arrivata quella maledetta diagnosi. Ha visto l'uomo attivo, brillante e vitale che era Dante Balestra consumarsi piano piano fino a spegnersi del tutto.

Cammina per il corridoio della scuola, durante il cambio d'ora, per raggiungere la sua classe successiva, scambia due parole con il collega di matematica, saluta degli studenti di quinta.
Prima di entrare in aula però, si attarda un secondo a rispondere al suo telefono che pare proprio non aver voglia di smettere di suonare. Quando legge sullo schermo il nome della persona che lo sta chiamando, gli spunta sulle labbra un sorriso. Parlare con lui lo mette sempre di buonumore.

«Ciao, ti sei svegliato?»
"Mezz'ora fa, ti disturbo?"
«No, non disturbi mai.»
"Sei in classe? Perché se sei in classe parliamo dopo, tanto torni a pranzo a casa, no?"
«Sto entrando ora, comunque certo che torno.»
"Scusami se ti ho chiamato, ma stamattina sei uscito senza salutarmi ed allora quando mi sono svegliato ci sono rimasto un po' male e mi mancavi."
«Mi dispiace, ma dopo la nottata che hai passato non volevo svegliarti. Come stai ora? Meglio?»
"Sì, non preoccuparti è tutto ok."
«Hai chiamato il medico? Un'altra crisi come quella non so se la reggo eh, io te lo dico...»
"Manu... non è niente, è solo asma."
«Forse per te non è niente, per me invece è vederti diventare blu perché non respiri. Sono morto di paura.»
"Il mio fidanzato apprensivo..."
«Il mio fidanzato stronzo.»
"Si grazie, pure io ti amo."
«Ora devo andare, ci vediamo a pranzo, ok?»
"A dopo professore."
«A dopo e chiama il medico! Mattì... dico sul serio....»
"Va bene, va bene lo chiamo! Mamma mia come sei autoritario!"

Entra in classe con ancora il sorriso sulle labbra. Mattia, suo fidanzato da tre anni, ha la straordinaria capacità di farlo sorridere come forse nessun'altra persona al mondo. Non ha bisogno di battute spiritose o chissà quale aneddoto divertente, a Manuel basta pensare a lui per sorridere. Sarà quel misto di bisogno di protezione e tenerezza che esprimono i suoi occhi azzurri, saranno le piccole attenzioni che gli riserva ogni giorno, ma Manuel non sa davvero come farebbe a sopravvivere senza di lui. Senza il bacio assonnato che si scambiano al mattino, senza averlo aggrappato alla sua schiena come un koala per tutta la notte, senza vederlo girare per casa con la coperta di pile messa sulle spalle, quasi fosse un mantello, nelle serate invernali. Quando lo guarda ha soltanto voglia di avvolgerlo in quella coperta come un burrito e stringerlo tra le braccia per fare in modo di tenerlo al sicuro da tutto.
Ciò che più gli piace di lui è la sua ingenuità. Forse i sei anni in meno fanno la differenza, ma Manuel pensa che Mattia resterà così anche a ottant'anni. Così buono e ben disposto nei confronti del mondo, con così tanta fiducia nel prossimo.

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