Capitolo 0: Il mio nome è Apocalisse

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"Apocalisse".
È strano come una semplice parola possa indurre tanto terrore, non trovate?
Per molti di voi, associare quel termine così pomposo e altisonante alla fine del mondo è un' ovvietà quasi ridicola da sottolineare. La più insulsa delle banalità.
Vi sbagliate. Io sono qui per dirvi: non sapete nulla.

La vera fine del mondo si nasconde dietro tutt'altro nome, dietro tutt'altre fattezze.
La vera Fine, porta il viso triste e angelico di una ragazza, troppo bella e incomprensibile per esser descritta dal nostro limitato e primitivo vocabolario.
Lei è la vera Madre di questa imperfetta e ipocrita umanità.
È il suo nome ciò che dovreste temere, ancor prima della morte stessa.
È il suo nome ciò che oggi ho visto, mentre il Regno dei Cieli precipitava a pezzi, come un diluvio di stelle sulla nostra maledetta terra.

Ho visto il suo volto in ciascuna di quelle meteore, negli incendi e nelle esplosioni che hanno sventrato foreste e città, e ancora, in ciascuno di quegli Angeli inceneritisi durante la caduta. Lei è l'incolpevole Dio della Fine.
Le immagini trasmesse in contemporanea dai tg hanno lasciato ognuno di noi sgomenti.
Genitori disperati e in lacrime consumati dalla follia, intenti a piangere figli di cui rimanevano soltanto, "pezzi".
Le case che custodivano i ricordi di una vita divorate dalle fiamme.
I volti dei sopravvissuti, segnati da una ferita psicologica che mai guarirà.
Ebbi un tuffo al cuore ripensando a cosa volesse dire perdere ogni cosa. Ricordo le sensazioni che provai quel maledetto giorno...quando le persone che consideravamo fratelli e sorelle ci vennero strappate via; la sensazione dell'aria sottratta ai nostri polmoni, della terra improvvisamente tirata via da sotto i nostri piedi.

Mentre quei pensieri riaffioravano nella mia mente, non riuscii a trattenere le lacrime.
I miei occhi si appannarono di dolore nel pensare a loro.
Voltai lo sguardo verso il mio eroe, verso la luce che mi aveva condotto fuori dalle tenebre, in cerca di qualche conforto.
Probabilmente desideravo sentirgli pronunciare ancora una volta quelle calde parole con cui mi irradiava sempre di ottimismo.
Avrei ucciso per sentirgli pronunciare un semplice "Andrà tutto bene Alice".
Gli occhi di Alis tuttavia, erano divorati dallo sconforto ancor più dei miei.
Non so ben descrivere come mi sentii.
So soltanto che In quel singolo istante, fu come se le certezze di una vita intera avessero perso improvvisamente ogni traccia di significato.
I miei occhi tornarono cupi e silenziosi verso il televisore, sicura ormai soltanto della mia incertezza...così come del nome di quel bastardo, che ancora una volta ci ha precipitati tutti nella disperazione.
Parlo di quella stessa bestia che ha massacrato le persone a cui tenevo, e che non manca mai di ricordarmi chi e cosa sono io in realtà.
L'odio e la sete di vendetta che mi ribollono nelle vene devono essere la sua eredità.
L'eredità di Yoel il Deicida, in dono alla sua unica figlia.

A distanza di poche ore da quel genocidio, l'unica cosa che riesco a fare concretamente, è detestare me stessa.
La base militare mobile di Adad è in fermento.
La velocità con cui solca i cieli primeggia persino fra le più avanzate aeronavi da guerra. Ci stiamo dirigendo ad ovest, verso un luogo sicuro.

Alis, il nostro leader, conosce perfettamente la realtà dei fatti

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Alis, il nostro leader, conosce perfettamente la realtà dei fatti.
Sa benissimo che mio padre non smetterà di sacrificare innocenti finché non sarò di nuovo fra le sue mani.
Io, la sua arma definitiva per riscrivere il mondo secondo i suoi desideri.
Tutte queste tragedie, avvengono soltanto poiché io, esisto.
Sento il peso di ognuna di quelle vite spezzate, come il cappio di una corda sempre più stretto attorno al mio collo.
Non ha alcuna importanza che siano degli sconosciuti; ogni volta che associo un volto ad uno di quei corpi senza vita, tutto diventa così reale da frenare i miei polmoni dal respirare nuovamente.
Non riesco a perdonarmelo.
Mi sento così sporca, da voler scorticare la pelle con la carta vetrata; così lurida, dal desiderare di sciacquare le vene con la candeggina.

Nel buio della mia stanza, mentre i motori dell' aeronave spingono al massimo, le memorie riaffiorano.
Ricordo quando da bambina, Alis mi raccontò della mia discendenza;
del popolo che più fra tutti in origine, fu vicino agli Dei: i Feniti.
È ironico pensare che proprio un Fenito come mio padre abbia intrapreso una simile crociata contro il Mondo Celeste.
Forse però, è proprio a causa di questo odioso sangue che mi scorre dentro che ho potuto scorgere il volto di quel Dio che è la Fine...e udire la sua voce straziata dal dolore.

Soltanto a distanza di alcune ore, la mia mente inizia finalmente e rimettere ordine fra quel caos; solo ora inizio davvero a comprendere...e a ricordare quanto accaduto in quei momenti di sconcerto.
Quel Dio...ha chiamato il mio nome?
Ma certo...ora ricordo.
Come ho fatto a dimenticarlo?
In quegli istanti, sono certa il mio cuore abbia smesso di battere.
Nel momento in cui i nostri occhi si sono incrociati, ho sentito la mia voce morire, e la pelle dissolversi in fumo.
E poi...lei ha consegnato fra le mie mani, "Apocalisse".
È stato come se ogni cellula di me si fosse trasformata in qualcos'altro.
Apocalisse non è fine...ma Rivelazione.

È La storia della creazione, del giudizio universale, della fine dell'umanità...
Sono le istruzioni, su come salvare questa realtà dalla condanna.
È tutto dentro la mia mente ora.
Sento il fardello sulle mie spalle crescere ad ogni respiro, i miei piedi sprofondare nella terra come in un mare di sabbie mobili.
Vedo però anche una possibilità per fare la differenza. Per lavare via questo sporco e morboso odio che sento in me.
Voglio soltanto essere diversa.
Voglio soltanto diventare una persona migliore di quella che sono ora.
Come l'uomo che ho sempre ammirato.

In men che non si dica vesto la mia armatura e preparo la bisacca.
Razioni militari elfiche, denari, medicinali e pozioni magiche; quanto basta per sopravvivere decentemente per almeno sei o sette mesi nelle terre che mio padre ha piegato con le sue Calamità. Sento i tre Ancestrali dentro di me fomentarsi all'idea della battaglia.
Bhemial, Leviathan, Zyz; mio padre brama da sempre la vostra forza...mi ha data alla luce unicamente per donarvi un suolo fertile in cui crescere e svilupparvi...bene; facciamogli vedere quanto siamo cresciuti.

Mentre le ali di Zyz mi avvolgono in un turbinio di fiamme, pronte a trasportarmi ovunque io voglia, fisso per un' ultima volta la mia camera.
La foto scattata al parco nazionale dei Grifoni con Alis, tanti anni fa, quando ero ancora piccola.
L'uomo di legno regalatomi da Kail per praticare il Kung fu e il Wing ChUng.
Il libro illustrato che Mira disegnò per me, per festeggiare i miei 10 anni.
La fotocamera di Mä Súrur, i poster di macchine sportive che piacevano tanto a Zallen, il telescopio spaziale di Tiaran, la penna da scrittura preferita di Julia.
Un'unica lacrima mi riga il viso mentre ripenso a chi di loro non è più con noi.

Perdonami Alis, perché è il mio egoismo a parlare. So quanto tieni a me, così come so... che bruceresti il mondo intero pur di proteggermi. Hai sempre tenuto tutti al sicuro... tenuto me, al sicuro. Mi hai dato una famiglia, mi hai fatta sentire felice di essere viva.
... Lo sai? Non ho mai dimenticato le parole che mi hai rivolgesti quel giorno.
"La famiglia non inizia, né termina nel sangue.
La famiglia è li per te, non per quello che tu puoi fare per lei."

Per questo ora è il mio momento di tenere te e gli altri al sicuro. Non voglio più vedere il tuo volto macchiato dall'amarezza e dal dolore.
Non preoccuparti per me.
"Noi Astin siamo troppo testardi per morire e basta", sono parole tue ricordi?
... Ucciderò mio padre, e porrò fine a tutto.

Le ali di Zyz mi proiettano nella stratosfera come una stella cadente;
una scia di fuoco lungo tutta la volta celeste.
Scelgo di non guardarmi indietro, di percorrere la strada che desidero senza ripensamenti. Ripongo il mio amato nome nella cassaforte del mio cuore, adottando quello che più mi rispecchia in questo momento.
Sto arrivando, "Padre".
Io sono Apocalisse, e per te soltanto, sarò la fine del mondo.



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