Capitolo 5

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Dove dovrei andare adesso? Frugo un po' nello studio e trovo la cartina del luogo e il sistema di protezione. I laboratori sono nel nostro stesso piano, solo un paio di porte più in là. Non ci credo che questo posto sia così...enorme! Cavolo! Come ho potuto non capirlo prima? Siamo degli esperimenti fatti solo della loro fantasia. E i miei figli sono in pericolo a causa loro e della strage himalayana. Ho dei ricordi vaghi di quello che mi hanno spiegato prima di inviarmi sotto terra e mi sembra di ricordare che la strage uccise tutti quelli che erano presenti nella crosta terrestre. Quindi io sapevo tutto, ma a dieci anni non capisci molto, non li avevo mai ascoltati e questo è stata la mia rovina. Se lo avessi saputo prima...ora forse sarei fuori a godermi il cielo che non ho mai potuto vedere e l'erba che non ha mai sfiorato i miei piedi. Sarebbe tutto fantastico, ma ora basta pensare al passato...nel presente ho Morgana, ancora per poco, ma ce l'ho. Afferro i vestiti di Gregor, anche se mi fanno solo che schifo. Non posso andare in giro nudo per tutto l'edificio! Devo passare inosservato. Li indosso. Mi stanno un po' stretti, ma tanto tra poco sarà tutto finito. Esco dalla stanza e mi dirigo direttamente ai laboratori. Voglio andarmene da qui il prima possibile. La storia delle tre persone mi rieccheggia nella mente, ma posso stare tranquillo dato che la mia decisione l'ho già presa e non importa cosa dirà Morgana. Apro la porta in ferro e trovo Morgana che mi abbraccia di colpo insieme ai miei ragazzi che sembra abbiano quindici anni ora. Gli hanno dato due felpe da indossare e per Moon dei leggins mentre per Jack dei Jeans con dei risvoltini.
-No, voi non uscite così!-li sgrido stupendomi da solo.
-Dai, papà! Ci conosci da meno di due ore...piantala-risponde Moon sorridendomi.
Ok, basta fare il padre geloso. Mi volto verso Morgana e le spiego quello che sta succedendo e quello che mi ha detto Gregor. Sta diventando rossa dalla rabbia, ma quando le dico che l'ho ammazzato inizia a rilassarsi.
-Ma...ci sono altri cento ragazzi ancora chiusi la sotto-piagnucola.
-Per questo mi è venuta un'idea, ma dobbiamo fare alla svelta-le risondo.
-Cioè?-accigliata.
-Ok. Moon, Jack, voi andrete a liberare gli altri dato che siete più esili di me e mamma-gli ordino.
-Va bene papà-accetta mia figlia.
-Morgana, tu li proteggerai perché non sappiamo bene che poteri hanno-lei annuisce-Mentre io vado a staccare la corrente. Le porte di emmergenza si apriranno, ma abbiamo solo dieci minuti per far passare tutti, prima che la porta si richiudi e che torni la corrente, premerò il bottone di autodistruzione e verrò con voi-spiego dettagliatamente.
-Sei sicuro di farcela?-
-Certamente-anche se non è vero-Ora andate-
Jack e Morgana escono, mentre Moon mi abbraccia.
-Papà, ce la devi fare, okay? Voglio assolutamente che tu esca da questo posto, va bene?-abbracciandomi.
-Si, te lo prometto-
Perché ho promesso? Non dovevo! Non so nemmeno se riesco a premere il bottone! Lei mi sorride e raggiunge la mamma. Ora tocca a me. Esco dalla porta, ma vado nella direzione opposta alla mia famiglia. Spalanco le ali, mi serviranno. Comincio a volare per i corridoi cercando il pannello di controllo. O sta giocando a nascondino o mi sta prendendo in giro! Una guardia mi corre incontro, ma io la getto via con un colpo d'ala che la prende in pieno petto, non ho tempo per vedere se sta bene. Altre dieci guardie mi vengono addosso, ma io riesco a spazzarle via come quella di prima. Devo muovermi, o molte persone potrebbero morire. Trovo il pannello dove ci sono anche delle telecamere. Ne guardo una e vedo Morgana che stacca la testa ad una guardia mentre i miei figli fanno segno agli altri dove andare. Moon sta guidando con molta precisione la gente, si vede che ha preso da me. Io sono un maniaco della precisione, a volte. Quando vedo che non c'è più nessuno, taglio un filo della corrente e tutto diventa nero. Perfetto, andrò a sbattere contro qualcosa...sono sicuro! Corro schivando, per miracolo, un colpo di pistola di una guardia che non avevo visto. La abbatto in un secondo e poi spicco il volo. Devo muovermi. Raggiungo la fine del corridoio e vedo la luce. Gli altri mi stanno aspettando e urlano il mio nome.
-Vai Kyle!-urla Morgana
-Ce la puoi fare papà!-gridano in coro Moon e Jack.
Arrivo alla porta, quando sento una ragazzina urlare dietro di me. Mi volto e la vedo in fondo al corridoio che corre cercando di arrivare in tempo, non ce la farà mai. Da un lato ho la mia famiglia, da l'altro una vita che potrei salvare con tre colpi d'ala. Oh! Al Diavolo! Spicco il volo e la afferro per la pancia.
-Tieniti forte-le consiglio.
Si stringe al mio collo. Devi correre, Kyle! Comincio a volare veloce come mai prima. Non riusciremo mai a passare tutti e due. Guardo la porta che si sta chiudendo piano e faccio la prima cosa che mi viene in mente. Lancio la ragazzina e Jack riesce a prendere al volo appena prima che la porta si chiudi davanti a me. Sono rimasto chiuso dentro. Sono morto. Ma devo finire la mia missione. Da dietro la porta sento i pianti di Morgana.
-Ti amo!-le urlo per infonderle fiducia prima che ritorni la luce. Le mie ultime parole rivolte a lei, la mia ultima preghiera a chi mi sta ascoltando che lei rimanga viva e in pace, che trovi un uomo che sappia accudire Moon e Jack come avrei fatto io. Il bottone verde lampeggia al mio fianco e lo premo. Tutto intorno a me comincia a me, la roccia si stacca e si alza la polvere facendomi difficoltà nel respirare. Davanti a me si para una guardia, la pistola in mano. Chiudo gli occhi accettando il mio destino e spara. Il mio fiato se ne va ed insieme a lui anche la mia vita. Il mio ultimo pensiero e per Moon, per Jack e per Morgana. Così, con un sorriso sulle labbra e gli occhi pieni del loro ricordo...muoio.

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EPILOGO

I ragazzi si guardarono attorno. Gli uccelli canticchiavano per il loro arrivo, il sole splendeva ad accoglierli, il cielo era azzurro come i loro occhi e l'erba trai loro piedi era fresca come avevano sognato da quando erano piccoli. Moon guardò il fratello e gli pianse tra le braccia mentre lui la sosteneva e le pregava di smetterla sennò anche lui si sarebbe messo a piangere. Tutti sentirono lo sparo. Tutti seppero che Kyle si era sacrificato per loro. E la ragazzina che aveva lanciato tra le braccia di Jack ora se ne stava rannicchiata a ripetere il nome del ragazzo che aveva premuto coraggiosamente il pulsante verde. Attorno a loro c'era solo vegetazione e natura, se non fosse stato per i muri ormai ceduti all'età del manicomio. Quanta gente era morta sotto quelle quattro mura e sarebbero morti anche loro se non fosse stato per Kyle che diventò il loro angelo in tutti i sensi.
"Dan, ora è nelle tue mani" pensò triste Morgana mentre anche le ultime lacrime le lasciavano il corpo insieme a quel cuore che ormai era sepolto dietro quella porta di ferro.
I figli le andarono incontro e la abbracciarono per consolarla e la donna vide negli occhi di tutti loro una traccia di quello che era stato Kyle per lei, sopratutto in Jack che ora le avvolgeva entrambe con le sue lunghe e affusolate braccia.
-Ma...non state più invecchiando-notò la madre.
-No, forse siamo in una fase di stallo. Forse rimarremo ventenni per sempre-cercò di sdrammatizzare il figlio.
-Chi lo sa...-gli rispose lei.
-Mamma...ho male le spalle-piagnucolò Moon.
La donna le sollevò appena la felpa e vide che la pelle si stava strappando sulla schiena e che si intravedeva un po' di ferro. Non fece in tempo a capire cosa fosse che due ali la spinsero di qualche metro più in là spaventandola. Moon aveva il potere del padre. La ragazza si guardò dietro ed esultò.
-Ho sempre desiderato di essere come papà!-gridò entusiasta-Mamma...posso fare il primo volo?-chiese frenetica.
La donna le sorrise mentre il ragazzo la guardava a bocca aperta.
-Vai, ma torna prima di sera-le lasciò.
-Si mamma!-alzando gli occhi al cielo per poi saltare con le ali aperte.
Cominciò a svolazzare in alto, fino a toccare le nuvole, facendo delle piroette e sentendo che suo padre era lì, che le diceva come andare, che le teneva la mano per farla rimanere in equilibrio, che la applaudiva quando faceva qualcosa di giusto e che semplicemente era vivo affianco a lei. A terra, invece, Jack rideva con la madre mentre facevano a gara a chi tagliava con i denti più precisamente una mela. Alla fine era tutto ciò che avevano desiserato. Stare insieme. Perché alla fine lo erano, Kyle era al loro fianco che giudicava la gara, era a tener la mano a Moon...era vivo in mezzo a loro. E questo era l'importante.

NOTE AUTRICE

The End!
-Sono un eroe...alla faccia tua!-
No, non è morto qui! Kyle, facciamo un gioco.
-Ci sto-
Fai il morto, ora rotola...bravissimo! Tieni un biscotto.
-Biscotto!-
Bene...grazie per aver letto la mia storia, spero vi sia piaciuta a tutti. Chi l'ha letta riceva un biscotto!
Beh, ciaociao e che la forza del cioccolato sia con tutti voi!

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