Capitolo 4

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Non mi sembra di aver sentito di maghi o streghe entrare ad Hogwarts dopo l'età prevista. Farò la storia o sono solo un'eccezione?

Ormai i ragazzi che erano venuti a scortarmi sono andati alla Sala Grande per la cena. Riesco a sentire le voci oltre lo spesso portone chiuso della Sala Grande. Sento che questi mi manderanno sui nervi. Ma per rivendicare mio fratello e mio padre avrei fatto di tutto. Avrei rischiato la vita.

Ho la schiena rivolta verso il portone, mentre aspetto che mi facciano entrare, mi appoggio al parapetto delle scale. Non capirò mai perché per lo smistamento bisogna sempre stare fuori. Capisco per i ragazzi del primo anno che, a differenza mia, arrivano puntuali alla Scuola di Magia, sono in gruppo, mentre io sono sola. Silente non poteva farmi entrare e smistarmi subito no?! Niente ciò, Silente vuole sempre un'entrata ad effetto sorpresa, questo vecchio.

"Tra poco potrai entrare.. Silente ti sta annunciando adesso" sento una voce maschile alle mie spalle. Mi giro e lo osservo. " Ciao Andromeda" lo saluto. "Andrew" ripete per la terza volta come dovrei chiamarlo.

"Ciao Andromeda" ripeto e noto che gira gli occhi, arreso a ribattere. Ti sei già arreso? Uh che peccato, mi stavo proprio divertendo.

"Non mi arrendo mai Addison, solamente continuare un dibattito con è una causa persa" dice e, a quanto pare, riesce a leggere nella mente. Questo mi ricorda qualcuno, ma chi!?

"Non sono mai tempo sprecato, anzi ritieniti fortunato che ti rivolga la parola, caro Andromeda" lo sfido guardando nell'abisso dei suoi occhi neri. Non assomiglia proprio al padre e al fratello Draco. Ha preso tutto dalla madre, come se non bastasse, anche il nome.

"Voglio mettere le cose in chiaro, Addison, mi devi chiamare Andrew" dice freddo, intimidatorio mentre si avvicina a me, con la sua bacchetta puntata alla mia gola, cercando di minacciarmi. 

"Se cerchi di minacciarmi, caro Andromeda, allora non sai chi hai a che fare" rispondo sostenendo il suo sguardo e, attraverso le sue iridi nere come la notte senza stelle, vedo il riflesso dei miei occhi: sono diventati rossi. Cazzo! Devo controllarmi di più. Penso e i miei occhi tornano normali. Lui alza un sopracciglio sorpreso da questo minimo cambiamento, poi solleva i lati delle sue labbra, soddisfatto di qualcosa o di qualche suo pensiero contorto.

Il portone si apre e io senza nemmeno salutarlo, entro e cammino a testa alta mentre tutti mi guardano spaventati. A quanto pare essere figlia di Bellatrix li tengono a bada. Perfetto. 

"Benvenuta signorina Addison Smith!" mi saluta il vecchio mentre mi siedo sullo sgabello per il ridicolo smistamento. Girando lo sguardo qua e là, noto zio Piton e, guardando tra i tavoli delle casate, incontro i suoi occhi.

Capelli ricci neri, occhi neri come la morte, lo sguardo arrogante e sicuramente un carattere di merda, come quello del padre, Lord Voldemort.

Signori e signori, ecco a voi.. Mattheo Riddle, figlio di Voldemort. Complice nella morte di Samuel e di papà.

Noto che alza un sopracciglio indifferente quando i nostri sguardi si sono scontrati. Spero non mi riconosca. 

Come non detto. Si mette a sorridere. "Ciao piccola" sento la sua voce. 

Fuori sono indifferente, dentro sono un ghiaccio.

Nessuno mi fermaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora