★| La svignia - p.1

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Presi lo zaino e me lo coricai in spalla, sgattaiolando verso la porta ma fallendo miserabilmente essendo che mia madre accese le luci dell'enorme salotto che fino a poco fa era completamente al buio.

«Han Jisung, dove pensi di andare alle 22:20 di sera» chiese la donna mentre si avvicinava a me. Si sentiva lo scricchiolio dei suoi passi sul pavimento in legno.

«Uh- volevo incontrarmi con Felix...» mormorai, sapendo che mi sarei beccato una sgridata.

«Dio mio...come farò con te? Torna in camera tua, ne riparleremo domani a pranzo con tuo padre» pretese mia madre per poi ritornare in camera sua, senza però prima rilasciare un grande sospiro.

Sospirai anch'io a mia volta e ritornai in camera mia, ma prima che potessi tuffarmi nel mio grande e comodo letto, i miei occhi andarono a finire sulla finestra.

La mia stanza era al 1° piano, è fisicamente fattibile che io possa buttarmici e sopravvivere alla caduta...

Mi affacciai, deglutendo alla vista alta.

Avevo paura delle altezze ma dovevo farlo o Felix mi avrebbe odiato a morte.

Mi sporsi alla finestra, appoggiando un piede sul bordo poco più imbasso della finestra, tenendomi al muro saldamente.

Socchiusi gli occhi e pian piano scesi, stranamente senza farmi male e atterrai giù, rilasciando un sospiro, non accorgendomi che stessi trattenendo il fiato.

Uscii velocemente dalla mia villa scavalcando i muretti fin troppo bassi e corsi verso la piazza dove io e il mio migliore amico ci dovevamo incontrare, sapendo che ero in ritardo.

Arrivai con i fiatone mentre Felix mi guardava dalla testa ai piedi, pronto ad insultarmi in tutte le maniere possibili.

«Questa è l'ultima volta, giuro che se farai di nuovo ritardo non ti aspetterò» disse con il broncio.

«Felix- non hai capito...sono saltato dal 1° piano pur di incontrarti, ho rischiato la morte» cercai di spiegare mentre ci avviammo verso dei bagni pubblici per cambiarci i vestiti troppo belli e profumati per dove stavamo per andare.

-

"È stupendo!" Esclamò il mio migliore amico quando arrivammo finalmente nella piazza centrale della parte povera della nostra città.

Già, io e Felix eravamo nobili ma tante volte ci introfulavamo come persone normali per partecipare ai piccoli eventi che la povera cittadina organizzava.

«Sento profumo di pane! Andiamo a comprarne alcuno» dissi entusiasta e il ragazzo accanto a me annuì. Comprammo del pane appena sfornato e ci sedemmo a dei muretti dove potevamo vedere la gente divertirsi e ballare.

Mi creava felicità e malinconia...sono ricco e ho tutto quello di cui ho bisogno, eppure mi sento come se una parte di me mancasse, noi nobili di certo non festeggiamo così, siamo fin troppo 'eleganti e raffinati' per fare queste così dette "pazzie" come urbiacarsi in centro mentre balli con perfetti sconosciuti, ma alla fine la vita è una e io sono del pensiero di doversela godere al massimo, anche se questo vuol dire andare contro delle regole.

«Ji- dai andiamo a ballare!» esultò Felix scendendo giù da quel muretto e pergendomi la mano che io afferrai, seguendolo tra la folla di gente che rideva.

Non si capiva assolutamente nulla.

Vedevo la bocca di Felix mimare delle parole che però non riuscii a sentire anche se eravamo a neanche un metro di distanza.

Non cercai di capirlo, senza troppi problemi ci unimmo alle tante persone e iniziammo a ballare, tanta gente ci incoraggiava e altra sincronizzava i passi con i nostri.

Ovviamente li spintoni non mancavano e giurai di aver quasi perso l'equilibrio per almeno una decina di volte in tutta la durata del ballo, ma non che mi importava, anche se sarebbe stata una figura al quanto imbarazzante ma alla fine quelle erano persone ubriache che non si sarebbero ricordate neanche dell'accaduto il giorno dopo quindi non ci davo molto peso.

Afferrai il braccio di Felix e lo tirai fuori da quella folla quando il quinto ballo stava per iniziare.

«Hey! Volevo ballare!» esclamò quest'ultimo con il broncio.

«Pazzo! Sono quasi le 2, dovremmo tornare a casa» affermai, al che Felix sgranò gli occhi ma subito dopo iniziò a ridere come un'idiota.

Sospirai e lo riafferrai per il braccio, portandolo lontano dal chiasso così da poterlo sentire meglio.

«Hai bevuto...?» domandai osservando come il minore continuava a ridere come un ebete.

«Un po'!~» confessò e giuro che in quel momento volevo strozzarlo fino a fargli regurgitare l'alcool che avesse bevuto, ma stranamente riuscii a contenermi anche se la tentazione era abbastanza alta.

«Su, vestiamoci e ritorniamo a casa, cerca di non fare svegliare i tuoi, se ti vedessero in queste condizioni non usciresti mai più» dissi lentamente a Felix, scandendo le parole per fargli capire al meglio quello che dicessi, sorridendo quando lui annuiva.

Spero che abbia seriamente capito quello che gli ho detto o questa sarà la sua fine.


Primo capitolo!!!


Wrong Love • MINSUNG •Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora