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Questo capitolo è dedicato a GiorgiBicon tutto l'affetto del mondo,
per i suoi nuovi 16 anni
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Per un attimo c'è solo una stanza vuota, una lama di luce accecante domata da veneziane bianche, un letto in disordine, un grande zaino aperto, un tappetino da yoga verde mela arrotolato e fermato da un elastico, una mikasa che rotola piano lungo una pendenza invisibile.
Poi compaiono i capelli in fiamme, il viso, le mani più grandi e più inquiete, le spalle che si sono fatte più larghe.
Si siede per terra, la schiena appoggiata al bordo del letto, le gambe incrociate, le braccia scolpite che escono da una maglietta larga con il logo BB.
Per ultimo, alza lo sguardo. Gli occhi sono ancora quelli di un tempo: liquidi, ardenti, forse un po' più scuri, come se la luce rappresa sul fondo crescendo si fosse sporcata. Si schiarisce la voce, si passa una mano fra i capelli in un gesto che sembra più che altro autoconforto.«Ohi Kags, non so bene che sto facendo. Ma visto che non mi rispondi al telefono, che non apri le mie mail, che non c'è verso di parlarti in nessun modo, ho pensato che forse questo video ci riesco a fartelo arrivare. Non so ancora come. Pensavo di darlo a Yamaguchi-kun, che saprebbe come rifilarlo a Tsukishima, così arriva a Kuroo-san, e lui mi sa che lo vedi spesso. Oppure lo do a Tooru-san, che può girarlo direttamente a Japan, anche se forse Japan è il tipo che si fa troppo i fatti suoi per mettersi in mezzo in una cosa così... ma ci voglio provare lo stesso: è importante, Kags. Sul serio, è importante che almeno mi ascolti. Ti prego, guardalo tutto, fino in fondo. Poi se mi vuoi cancellare, va bene. Però guardalo. Okay?»
Non sembra convinto, oscilla il ginocchio destro seguendo il ritmo del nervosismo, gratta con l'unghia la traccia di un adesivo scollato sulla valigia rigida.
«Comunque, domani torno. Ho il volo alle otto del mattino e ecco, forse non te lo ricordi, o non te ne frega niente, ma domani sono esattamente due anni da che sono partito, che è quello che ti avevo promesso. Quel giorno, nel magazzino della palestra del Karasuno, quando si sono rovesciati gli scatoloni con il polistirolo... due anni, non un giorno di più, te lo ricordi, almeno, quel giorno?
Sembra passata una vita. Hai notato che qualche volta il tempo passa in un attimo, tipo il nostro terzo anno di liceo, e qualche volta invece ogni secondo è lentissimo, come quando sei al servizio in un matchpoint e tra che prendi in mano la palla e senti il fischio, ogni secondo dura un secolo?
Per esempio, mi sembra passato un attimo dall'anno scorso, quando sei venuto qui a luglio. E poi però, fra il momento in cui vedo i lustrini appiccicati alla suola delle tue scarpe mentre te ne vai, e adesso, che fisso lo schermo del telefono facendo finta di parlare con te (che non mi vuoi parlare), mi accorgo che si sono accatastati mille anni polverosi, in cui mi pare di aver solo pedalato, sudato e giocato, mangiato, dormito.»Si gratta il collo, che è robusto quasi il doppio di quando era un ragazzino smilzo, il sole che filtra dalle persiane gli arriva addosso di traverso, colpendo una ciocca di capelli, un occhio fiammeggiante, l'angolo delle labbra, una spalla; per qualche motivo le efelidi brillano sulla pelle dorata, anziché confondersi con l'abbronzatura. Non sorride, curva appena le labbra e poi abbassa lo sguardo.
«Quando sei venuto qui a Rio, è andato un po' tutto a cazzo, Kags, mi sa che l'ho capito tardi. Non è che ti ho detto bugie, o cosa, è che... io... dai, ma quanto sei baka a farmi dire cose come queste chiuso in una stanza e parlando allo schermo del mio telefono?»
Abbassa le palpebre, prende un respiro, riflette. Piega le gambe, blocca gli avambracci contro le ginocchia, intreccia le dita, poi torna a fissare la videocamera. La fissa con sfida e con coraggio e con una specie di tristezza, che gli fa inclinare un po' la testa dal lato del cuore, come se pesassero troppo entrambi.
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Neve (#KageHina)
Fanfiction«Hai mai fatto una partita sotto la neve?» chiede Shoyo, senza smettere di fissare il cielo. I fiocchi gli colpiscono gli zigomi, la fronte, le labbra e si sciolgono a contatto col suo calore, lasciando tracce umide, che rifletttono la luce. Tobio c...