1. Lato A

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15 ottobre 2023

Roma Termini, stazione.

La puzza di sudore è la cosa che più mi infastidisce in questo momento. Intorno ci sono almeno dieci persone e, dato l'angusto spazio del bar, non vedo l'ora di uscire da questo posto.

La cameriera ritorna sorridente, poggia sul bancone il caffè da portar via e le do i soldi per pagare la consumazione.

Torno indietro di alcuni metri avvicinandomi all'area di attesa, sembra essere l'unico posto tranquillo qui in torno. C'è stato un leggero ritardo quindi suppongo che arriverò con la sera ormai scesa.

Tiro il trolley con uno strattone, poco prima di partire si è rotta una ruota e l'ho dovuto trascinare per buona parte del viaggio. La tracolla di cuoio batte sul fianco, le spillette si muovono con un tintinnio.

L'unica sedia libera si trova accanto ad un tizio più grande di qualche anno, giovane e con capelli lunghi fino alle spalle.

Mi siedo e controllo per la milionesima volta che la macchina fotografica sia al suo posto. Scavo con la mano all'interno della borsa e tocco una delle ultime polaroid che ho scattato. L'afferro portandomela davanti agli occhiali e mi sfugge un sorriso.

Ci sono tanti ricordi conservati all'interno di questa foto e mi ci perdo accogliendo un piacevole calore dentro di me.

«Anche tu hai la passione per la fotografia?» chiede il tizio seduto al mio fianco con un sorriso sincero.

«Sì, questa foto ha un valore molto importante. Rappresenta ciò che mi sto lasciando alle spalle e cosa sono disposto a fare per realizzare il mio sogno.» spiego scuotendo la foto.

«Ho sempre trovato vintage l'uso delle polaroid. Poche persone riescono a catturare l'intensità di un attimo attraverso un selfie o con le fotocamere moderne. Posso vederla?» chiede allungando la mano.

Dati i suoi modi gentili, non vedo perché non cedergliela.

«Anche a te piace la fotografia?»

«Non a me, ma conosco una persona speciale con la quale staresti ore a parlare di fotocamere antiche.» risponde con la stessa cortesia di prima, s'interrompe anche se dà l'impressione di voler aggiungere altro.

Restituisce la polaroid e la conservo con cura nella borsa.

La macchina fotografica è lì, comunque.

«Dicono che ho un talento ma non ci ho creduto fino a questa estate. Se ci penso, sono cambiate tante cose in pochissimo tempo e ho deciso di lanciarmi in questa nuova avventura.»

Mi viene facile approcciarmi con le persone che non conosco, nonostante nella mia vita mi sia spesso sentito insicuro. Immagino di potermi definire una persona empatica.

«Hai l'aria di uno che ha vissuto qualcosa di molto intenso...» il tizio gentile viene interrotto dalla voce metallica degli altoparlanti che informano di un treno in ritardo. «Accidenti! Di questo passo non tornerò a casa neanche tra una settimana.»

«Sei stato in viaggio?»

«Una piccola vacanza col mio fidanzato. Sono già trascorse due settimane di ferie e ne vorrei altre cinque. Di fila.»

Annuisco e faccio un sorriso.

Anch'io vorrei dire di essermi preso qualche settimana di ferie ma la verità è che non mi sono mai fermato da quando ho finito il liceo. C'è sempre stato qualcosa che me lo impediva.

«Posso immaginare. Comunque, è una storia piuttosto lunga. Non vorrei finire per annoiarti.»

«Amo le storie piene di dettagli. Mi hanno sempre detto di essere un buon ascoltatore. Se ti va di raccontare la tua ad un perfetto sconosciuto, pare che abbiamo qualche minuto prima di lasciarci.» sfodera un sorriso smagliante e m'invoglia a farlo.

Stringo le spalle congiungendo le mani al ventre: questo è il modo con cui il mio corpo mi ricorda di essere in imbarazzo.

E quante volte mi abbia reso leggibile agli altri!

«Non è una bella storia. Non che me ne vergogni: pensando a quello che ho passato nel corso dell'ultimo anno, direi che sono migliorato come persona.» concludo la frase in maniera incerta.

La mattonella al pavimento presenta una macchia.

Era lì anche da prima? Sicuramente no.

«Sono curioso, non può essere una storia tanto peggiore della mia.» insiste ilo sconosciuto gentile. Tiro un sospiro pesante.

«Tieni i fazzoletti a portata di mano. Questo è solo l'inizio.» 

Come glicine di notteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora