Non riuscivo a smettere di pensare a ciò che era successo; la mia maglietta era ancora lì, poggiata per terra. Dave prese la sua sigaretta, e la porse lentamente sulle labbra, prima di accenderla. Mi guardava. Ispezionava il corpo. Ogni singola parte. E io lo guardavo. I suoi occhi erano stracolmi di desiderio, che però non poteva ancora essere esaudito. Sorrideva. Presi anche io una sigaretta, e a differenza sua la posi velocemente sulle mie labbra. Tutti i miei movimenti erano in realtà più veloci. Come se volessi che finisse tutto al più presto. Eravamo seduti sui due estremi del divano. Lui era seduto volto leggermente verso di me, con le gambe divaricate. Aveva una mano sulla sua coscia, l'altra manteneva la sua sigaretta. Non smetteva di fare quel suo maledetto sorriso. E lui era ancora affamato.
"Sei splendida." mi disse, guardando prima i miei occhi e poi per poco tempo il mio reggiseno; non volevo sorridere, ma non potevo. E lui fece lo stesso. Si avvicinò un po' vicino a me, e fece un altro tiro. La sua mano si spostò dalla sua coscia a vicino alla mia mano, ancora un po' tremante. Il suo respiro era più rumoroso, cacciava sempre più aria, e iniziò ad arrossire un po'. Lo guardai per dire "ma che ti sta venendo?", ma non lo dissi, anche perchè non era tanto il momento adatto. Si mordeva il labbro, e la sua mano si spostò di nuovo sulla sua coscia, ma un po' più internamente. Sentii un leggerissimo gemito. Ora veramente mi stavo chiedendo molte domande. Fece un altro tiro, per poi ridacchiare leggermente tra sé e sé.
"Cazzo... mi farai impazzire uno di questi giorni..."disse, voltando solo il suo sguardo verso di me. La sua voce era bassa, desiderosa. Soprattutto l'ultima. Le sue parole mi fecero scendere un brivido lungo tutto il corpo. Ora ho capito il suo atteggiamento di prima. Non sapevo che rispondere, perciò feci un altro tiro, molto lungo, mentre pensavo alle sue parole.
"Jes... ho bisogno di te." sobbalzai leggermente alle sue parole "Ti prego."
Sembrava proprio un bambino piccolo. Finì la sua sigaretta, e la mise nel posacenere. Ma non potevo dire "sì".
"Anche di nuovo come prima...ma ti supplico...mi stai facendo già diventare pazzo" mentre parlava, si avvicinò vicino a me, e si posizionò sopra di me, di nuovo.
"Uhm..." e ci risiamo. Come prima. Continuava a ripetere "ti prego" in maniera veloce e con tono basso. Certo che anche lui sapeva essere provocante.
"Solo come...prima." dissi. Ne avevo bisogno anche io. Sorrise e non aspettò a baciarmi, mentre posizionò le sue braccia ai miei lati, come per non farmi scappare. Questa volta era più deciso. A ogni bacio corrispondeva un leggero gemito da parte di entrambi, e le sue dita tracciavano dei piccoli cerchi. Si poggiò quasi completamente su di me, e sentivo il suo peso quasi schiacciarmi, ma non in un 'brutto' senso. Sentivo che si eccitava ancora di più, e le nostre gambe erano completamente incollate.
"Il tuo sapore è così...perfetto" disse, in una breve pausa, prima di ridacchiare.
"Tu non sei da meno" risposi, e lo pensavo sul serio. E volevo altro. La sua mano destra andò dietro la mia schiena, come per invitarmi ad alzarmi, e così feci. Poi portò le mie gambe sulle sue, non lasciandomi la schiena. Ed eccoci di nuovo, in quella posizione al quanto imbarazzante.
"Sei ancora più bella da questa prospettiva" disse, prima di baciarmi di nuovo. Le sue mani massaggiavano i miei fianchi muovendosi in sintonia con i suoi movimenti della bocca. E le idee più 'strane' mi vennero in mente. Diciamo i vari possibili scenari. Il primo, quello cinquanta e cinquanta è che sarebbe successo. Un altro invece che non sarebbe successo un cazzo e l'altro... forse meglio non specificare. E ci pensavo continuamente. E il solo pensiero mi faceva arrossire. E anche tanto, figuriamoci se fosse accaduto sul serio. La lussuria mi stava ingoiando, e la tentazione andava cedendo. A ogni 'spinta' della sua bocca, mi veniva di istinto aggrapparmi alla sua maglietta.
"Vedo che non sono l'unico che sta amando questo momento." disse, guardando le mie guance.
"Uhm...lascia stare... è n-normale, no...?" risposi.
"O forse desideri di più?" la sua mano mi obbligava a guardarlo, poiché mi prese gentilmente il mento, ma cercavo di evitare il contatto visivo.
"Immaginavo...Sapevo che in fondo anche tu lo desideri" disse.
"N-No..." dissi e bisbigliai un leggerissimo 'forse', e credo che non se ne accorse.
"Se mi dici cosa vuoi potrei accontentarti... E non essere timida." disse mordendosi il labbro, le sue mani che non lasciavano mai i miei fianchi.
"Forse mi vuoi? Ma cosa? E dove, soprattutto?" disse, con tono seducente. Un altro brivido scese lungo la mia schiena, e le sue mani se ne accorsero.
"Bingo." disse, prima di baciarmi velocemente il collo. Sobbalzai e mi aggrappai alla sua maglietta. Tremavo, ma di piacere. Iniziava a spostare lentamente le sue gambe più vicine alle mie, 'incollandole'. Non smetteva di baciarmi, a volte succhiando anche un po' la pelle.
"Non dovrei farlo. Perchè lo sto facendo...cazzo." pensavo e mi ripetevo. E mentre lui stava per infilare la sua mano dentro i miei pantaloni, suonò il campanello.
"Perché proprio ora...!"disse Dave. Mi alzai velocemente, e mi misi la mia maglietta in fretta e furia. Si sistemò un po' i capelli, prima di aprire la porta.
"Chi è...ah salve" disse Dave, cambiando il suo tono da uno più arrabbiato ad uno più dolce.
"Scusa se ti disturbo David..." disse una voce anziana.
"Volete entrare?" chiese, aprendo la porta. Io mi sedetti sulla poltrona in una posizione 'educata' mentre mi sporgevo per vedere chi ci fosse.
"Ah, dammi del tu. Grazie, comunque." la signora entrò in casa. Era bassa, capelli lunghi grigiastri, e i classici vestiti da nonna.
"Ho interrotto qualcosa?" disse ridacchiando, guardandomi "Credo di non averti mai vista...sono Marie, la vicina di casa." mi guardò sorridendo.
"Salve sono Jessie." mi presentai, sorridendo e salutando leggermente con la mano. Che imbarazzo.
"Allora, tutto bene? Come stanno i piccolini?" chiese Dave.
"Ah si, tutto bene. Sai giusto ieri mi parlavano di te, di quando hai mostrato a loro la tua chitarra. Eh, erano molto euforici quando tornarono, ora hanno voglia di diventare bravi come te." disse ridendo la signora, e Dave fece lo stesso.
"Mi fa piacere che ai ragazzi sia piaciuto." disse Dave, sorridendo.
"Comunque, volevo chiederti se potessi farmi un favore" chiese, il suo tono gentile non si disperdeva mai.
"Certo, dite."
"Potresti prestarmi un po' di zucchero? Mi serve per un dolce, e se volete ve ne do un po'!" disse la signora.
"Ovviamente, aspettate che vado a prenderlo." disse Dave, prima di andare in cucina. La signora si avvicinò a me.
"E' proprio un ragazzo d'oro." mi disse.
"Già. Lo conosco da poco, ma sì, lo è." sorrisi.
"E' il figlio che ho sempre desiderato, e io lo considero quasi come tale." disse con voce un po' malinconica.
"E ora che cazzo dico" pensai. "Ma allora chi sono i 'ragazzi'?" continuai a pensare. Mi limitai a emettere un verso di compassione e tristezza verso di lei, ma mi rispose con un sorriso.
"Purtroppo così mi è capitato. In realtà potremmo dire di avere dei figli, ma sono di mio marito, lui divorziò." continuò. Ah, ora è tutto chiaro.
"I miei 'nipoti' lo amano, è quasi un idolo. Sai, ogni settimana si incontrano per suonare insieme. Sono piccoli, e molto curiosi." non smetteva di sorridere. "E tu? Che mi dici di bello signorina?"
"Tutto bene, le giornate sono sempre 'ok'." ridacchiai. Avevo il classico atteggiamento di una persona quando sta con un adulto. E poi Dave arrivò con lo zucchero.
"Ecco a lei Marie." disse, porgendole un sacchetto con lo zucchero
"Dammi del tu... grazie David" mi accorsi che lo chiamava solo per il suo vero nome, rispetto agli altri.
"L'abitudine." rispose Dave "bisogno di altro?"
"No, grazie." si avvicinò a lui, e gli bisbigliò:
"E' una brava ragazza non lasciartela scappare."
Dave rise, arrossendo un po', e il suo sorriso le parlava.
"Allora alla prossima Jessie! Ciao David e grazie ancora."
"Arrivederci." disse Dave mentre accompagnava Marie alla porta.
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We raga da quanto tempo... Sì sono stata un po' stronza e mi sono dimenticata di aggiornare la storia, la scuola mi sta uccidendo, che bello! Comunque stavo pensando a una cosa per la storia, ma vi prego almeno una persona può rispondermi nei commenti? i_i
Stavo pensando... e se ribaltassi completamente la storia? Cioè, se non parlassi così tanto dei Megadeth, ma raccontare di un...crimine? Tipo un omicidio, sai tipo "The end of the fucking world". Ma tipo, e ho già in mente come, però non so se farlo. Quindi vi prego aiutatemi. Che poi pensavo di fare qualche altra storia riguardante anche qualcuno dei videogiochi e pensavo tipo Johnny Cage di mk. Però bho è solo un'idea. Perciò se mi aiuti mi fa piacere
E niente ora finisco di rompervi le palle con queste mie idee lmao
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•Trust• | Dave Mustaine
FanficJessie è una ragazza di 17 anni,è gentile, simpatica... il problema? Si fida troppo degli altri. Un giorno incontrerà qualcuno che le cambierà totalmente la vita... in maniera positiva o negativa? - Attenzione! Questa storia contiene contenuti per a...