I'm leaving tonight
The NeighborhoodSono appena tornata a casa da scuola, ma Myrta inizia a scocciare.
Myrta: Eiiii, oggi al centro commerciale?
Asja: Che mi venite sotto casa?
Asja: *emoji che ride*
Myrta: Ovvio
Myrta: Ivy???
Asja: È morta.Non sono morta, è solo che voglio stare sul divano, vorrei dire loro, ma non posso. Le opzioni sono due: o dico di no, ma posso sembrare asociale, perché l'altra volta avevo disdetto, oppure dico di sì, ma mi devo sorbire tutto il pomeriggio con loro.
Posso sembrare cattiva, ma le vedo cinque giorni su sette escludendo il sabato e la domenica che ci vediamo comunque, sei ore al giorno, per tutto l'anno, e durante le vacanze ci vediamo comunque... insomma, stiamo sempre insieme. Non è una cosa brutta, ma ormai non sappiamo più che dirci. Praticamente stiamo ognuna per i fatti suoi a guardare il telefono. Non so se sia normale, visto che loro propongono di uscire e loro sono le prime a starci, sul telefono, ma ormai ho rinunciato all'idea di comprenderle.Ivy: Okay, a che ora?
Ho dovuto dire di sì. Dovrò resistere.
Myrta: Boh, quando ti pare, io sono qui
Asja: Di già?!
Myrta: Sì, scendi, sono sotto casa tua
Asja: Oddio, che ansia
Myrta: AhahahahahIvy: Arrivo
Myrta e Asja sono praticamente vicine di casa e a pochi metri di distanza c'è il centro commerciale, quindi immagino che faranno una passeggiata a piedi da sole. Mentre io abito molto, ma molto lontano, quindi dovrò prendere come minimo tre autobus differenti. Non posso chiedere a mia madre perché deve finire di lavorare, anche se oggi è a casa.
<<Mami, io esco... dimmi buona fortuna>> annuncio.
Lei intanto sta scrivendo velocissimamente al computer e non alza neanche lo sguardo per quanto è impegnata col lavoro.
<<Buona fortuna, amore. Se hai bisogno chiama... mi raccomando, non far vedere troppo che non ti va.>> mia madre ha già capito tutto. È per questo che la adoro.
<<Se tra un'ora e mezza non torno, puoi automaticamente esporre all'FBI una denuncia per la mia scomparsa>>
Si blocca a scrivere sulla tastiera, sposta la sedia, si alza e viene da me come un robot.
<<Soldato, puoi farcela>>, mi incoraggia, mettendomi le mani sulle spalle e guardandomi fissa con i suoi meravigliosi e intensi occhi blu, che però sfortunatamente, la genetica ha deciso di non donarmi.
<<Va bene, boss. A dopo>>. Faccio un sorriso tirato. Sorride anche lei e mi dà un bacio sulla testa.💠💠💠
Dopo esattamente cinque fermate, arrivo al centro commerciale. Non trovo subito le mie amiche, così scrivo un messaggio sul gruppo che abbiamo da quattro anni, e mentre attendo una risposta, mi incammino in direzione della libreria.
Qui c'è una libreria immensa e appena entro, l'odore di pagine nuove e carta mi riempie le narici. Con me ho solo cinque dollari e non posso comprare nessun libro. Però continuo a sfogliarli. Onestamente non mi considero una vera e propria lettrice, perché loro leggono di tutto (non che io non lo faccia), solo che sono più attratta e interessata da un solo genere e non guardo mai oltre il mio naso. Voglio dire, sono stata così concentrata, fino ad ora sul romance classico, rosa, carino, che non ho fatto caso a tutti gli altri reparti ci sono. Vedo una copertina molto carina (lo so, mai giudicare il libro dalla copertina, anche se è lei quella che il nostro occhio vede per prima cosa), così lo apro e vengo conquistata dalla trama: Ade che si sposa con Persefone e le conseguenze che si succedono... bellissimo. Leggo il titolo, A touch of malice, e già capisco che è proprio il genere di libro al quale non ci ho mai fatto caso, perché prima di tutto sono un'inguaribile romanticona, e secondo, perché ho paura di acquistare un libro che non mi piace. Se però non lo leggo, non potrò mai sapere se mi piace e se quello era proprio il libro, quello perfetto. Ad ogni modo, frugo nelle tasche per vedere se ho lasciato qualche monetina che possa farmi raggiungere la cifra del costo del libro, ma niente da fare, così mi segno il nome sulle note del telefono e mi prometto che la prossima volta che verrò (potrebbe essere anche domani con mia madre e mio padre), lo comprerò. Sono così immersa nei miei ragionamenti che non percepisco neanche le persone che mi passano affianco, fino ad arrivare al punto che Myrta e Asja devono urlarmi: <<Ivy!>>, per farmi destare. Quando capisco l'imbarazzante situazione, faccio un sorriso e le saluto. Loro non sono tipe da abbraccio, si considerano "anaffettive", anche se non credo capiscano appieno il senso di questa parola e effettivamente questa cosa mi fa molto arrabbiare: ormai quasi tutti gli adolescenti della mia età si autodiagnosticano delle malattie mentali, come: "Oh mio Dio, sono schizzofrenico", oppure, ancora meglio: "Ah, ah, sono bipolare" e cose così. Non riesco a capirne il significato, anche perché se una persona lo dice così, per scherzare, allora tutti si mettono a ridere, se invece però ad una persona viene effettivamente diagnosticato un disturbo, da una persona competente, allora c'è la tendenza a inorridire davanti a certi termini.
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My Life
Chick-Lit💠💠💠My life💠💠💠 "Non posso, non posso, non posso, caspiterina. Non posso innamorarmi del ragazzo che piace alla mia migliore amica." 💠💠💠*estratto*💠💠💠 Ivy, una ragazza simpatica, intelligente e solare ha solamente due amiche, con le quali...