Come sopra, così sotto

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Era tutto buio quando Hama aprì gli occhi;

Le ci volle un po' di tempo prima di capire dove fosse e, soprattutto, cosa si trovasse davanti.

Quando le sue pupille si adattarono all'oscurità della stanza, rischiarata solo da una barra di neon giallo davanti a lei, si rese conto di non essere da sola;

Sobbalzò all'indietro, strisciando nel freddo pavimento di un lungo corridoio vuoto, quando finalmente riuscì a vedere in controluce una figura decisamente alta e, sicuramente, non umana.

Hama respirò piano;

Faceva freddo, troppo, e sia dalla sua bocca che da quella della figura che aveva davanti usciva una densa nube di condensa, che si mischiava con l'oscurità. Erano immobili entrambi, lei inerme per terra l'altro in piedi, con dei lunghi arti che terminavano in degli spaventosi artigli ricurvi. Ad ogni suo respiro emetteva un ringhio gutturale. Sembrava ricoperto da una lunga pelliccia oscura e, alzando lo sguardo, si ritrovò a fissare dei luminosi occhi rossi e delle corna aguzze che quasi sfioravano il tetto. Fu solo quando lo vide scattare verso di lei che Hama si alzò per scappare.

Non aveva idea di dove fosse finita, le pareti scure le scorrevano davanti mentre correva verso dei corridoi che si intrecciavano in dei contorti percorsi labirintici. Il fiato le mancava in gola e le scoppiava il petto;

Non ricordava nulla se non il suo nome, la sua mente sembrava avvolta in una nebbia oscura che occultava qualsiasi memoria precedente a quando aveva aperto gli occhi là dentro. Svoltati un paio di angoli iniziò a vedere alcune porte metalliche, si paralizzò per qualche istante notando che tutte queste erano sottosopra, quasi adiacenti al soffitto. Sigillate e messe in fila una di fronte all'altra troneggiavano ad almeno 3 metri sopra di lei. Ad ogni porta corrispondeva un numero, scritto a lettere in dei piccoli rettangoli accanto ad esse :ıǝsɐʇuɐɹɐnb-ǝʇʇǝsɐʇuɐɹɐnb-oʇʇoʇuɐɹɐnb...ma non aveva alcun modo per salire là sopra. Sentiva i passi pesanti della creatura correrle dietro, riprese a scappare mentre le sue due trecce scure le schiaffeggiavano il volto pallido ed il cuore sembrava essere sul punto di scoppiarle da un momento all'altro .Continuò a correre senza mai fermarsi, l'istinto le diceva che era la cosa giusta da fare, e lo fece finchè non si trovò dinnanzi a delle rampe di scale metalliche che salivano e scendevano. Alcune erano capovolte proprio come le porte viste prima, ma una sembrava essere facilmente percorribile e stabile. Iniziò a scalare i gradini, facendo vibrare tutta la ringhiera di ferro arrugginito. Arrivò al piano di sopra, esattamente identico a quello appena superato. Sentiva la creatura sempre più vicina e le pareti del corridoio sembravano quasi stringerla man mano che proseguiva la sua disperata corsa verso la salvezza.

ounʇuɐʇʇǝs-ǝnpɐʇuɐʇʇǝs-ǝɹʇɐʇuɐʇʇǝs..L'ultima porta del corridoio era la settantaquattro, con accanto la scritta "toilette", posizionata esattamente dinnanzi a lei in quello che sembrava essere a tutti gli effetti un vicolo cieco. Un barlume di speranza le si accese dentro, era l'unica ad essere adiacente al pavimento di marmo. Hama cominciò a pensare che se quella porta fosse stata chiusa sarebbe sicuramente morta da lì a poco. Poi, mentre percorreva gli ultimi passi prima di arrivare lì davanti, si accorse che da sotto di essa fuoriusciva un sottile fascio di luce dorato.

<<Aiutatemi!>>cominciò ad urlare con tutta l'aria che aveva ancora nei polmoni, nel frattempo che ancora correva <<Vi prego, fatemi entrare!>>

Si gettò sulla porta con tutto il suo peso, iniziando a battervi le mani sopra con violenza e paura.

Dall'altra parte nessuna risposta.

<<Apritemi, per favore!>> continuò ad implorare Hama, mentre i palmi quasi iniziarono a sanguinarle <<Non lasciatemi qui!>>

La porta si aprì dall'interno con uno scatto e, prima che la ragazza potesse rifugiarvisi dentro, ne uscì fuori la canna di un grosso fucile. Hama si scansò giusto in tempo, prima che l'arma sparasse un colpo dritto verso quell'abominevole creatura. Uno schizzo di sangue scuro e denso come la pece le macchiò i vestiti chiari e la punta dei suoi stivaletti. Voltò la testa per guardare la scena, quel mostro emise un verso disumano per poi crollare a terra, contorcendosi in agonia. Prima che potesse vedere altro delle braccia mascoline l'afferrarono, tirandola dentro la stanza.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Nov 27, 2023 ⏰

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