꒰ 𝐏𝐑𝐎𝐋𝐎𝐆𝐎 ꒱ ↷ ˎˊ-

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Il dolce scrosciare del mare calmo era ben udibile dall'interno di quella che era la ormai vecchia reggia del sovrano di Idaaid

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Il dolce scrosciare del mare calmo era ben udibile dall'interno di quella che era la ormai vecchia reggia del sovrano di Idaaid. Le onde s'infrangevano delicatamente sul bagnasciuga, inumidendo la sabbia ambrata della costa e rendendola un tutt'uno col luccichio della superficie dell'acqua baciata dal sole, che splendeva alto nel cielo, senza alcuna nuvola a coprirne l'intenso colore azzurro.

Dei passi fecero eco sulla scalinata ormai rovinata del castello, costruita centinaia e centinaia di anni prima in pietra levigata ed interamente bianca. Il re di Miroomo si soffermò a guardare uno scalino, accennando un sorrisetto, ricordandosi di quante volte avesse sentito Audeneys ripetere che fossero fin troppo grossolane ed imprecise. Ridacchiò fra sé e sé, per poi salire gli ultimi scalini quasi saltellando, sprigionando ad ogni passo un po' di una finissima polverina rosa, sbadigliando una volta arrivato in cima alla rampa di scale. Portò una mano a coprirsi la bocca, socchiudendo gli occhi dalle iridi rosate, spostandola poi su una delle sue guance, sulle quali era possibile intravedere una leggera spruzzatina di lentiggini, più evidente sul naso.
Si voltò verso il villaggio, in cerca però della propria nuvoletta fluttuante che, subito, lo raggiunse, permettendogli quindi di sedervicisi sopra. Si stiracchiò, rilassando le gambe -naturalmente stanche, quei dieci scalini erano stati fin troppi!- e guardando davanti a sé le rovine della vecchia Idaaid, al centro della quale troneggiava il castello dei vecchi sovrani, scorgendo poi dietro alle strutture il mare e, in lontananza, il re intravide anche Baimokairyu.
Dopo un attimo si diresse proprio all'interno del castello, rimanendo sempre seduto sulla propria nuvoletta. Continuando a fluttuare si guardava attorno, nonostante ormai conoscesse fin troppo bene quel posto... con tutti gli incontri fatti in quei giorni, poi!
Una volta addentratosi nella vecchia reggia -diventata una sorta di 'sala riunioni' per tutti i sovrani negli ultimi secoli-, tra le alte mura e colonne del palazzo, intravide in fondo al corridoio, che l'avrebbe portato alla sala più grande, una figura familiare, illuminata da una luce aranciata.
Si appostò vicino al pilastro dell'arco che collegava il corridoio alla sala, mentre sulle sue labbra si formò all'istante un sorriso.

La figura di Traigh ergeva maestosa al centro della stanza, con le braccia innalzate verso l'alto ad alimentare la sfera di luce creata da lui stesso. Lo Zircone arancione posizionato al centro del suo addome era anch'esso illuminato, così come i suoi palmi, che tenevano delicatamente la sfera. Il volto era caratterizzato da un'espressione estremamente seria, quasi grave; gli occhi arancioni rivolti unicamente sulle sue mani, le labbra serrate e le sopracciglia leggermente corrucciate.
Dopo un po', il Tenoss diede una lieve spinta alla sfera di luce, abbassando lentamente le braccia. Osservò il piccolo sole innalzarsi fino al soffitto, illuminando l'enorme sala, le colonne massicce e i volti contorti di numerose statue.
Spostò, quindi, lo sguardo su quest'ultime, le cui Gemme spiccavano in mezzo a tutto il grigio che li circondava. Erano tutte terribilmente fredde -insomma, più del normale-, ma sperava che, sotto l'agghiacciante morsa della corruzione, i loro corpi stessero al caldo.

Sospirò affranto, ma abbozzò comunque un sorriso, cercando di risultare in qualche modo rassicurante, pur essendo conscio che, purtroppo, i Tenoss nella stanza non potevano vederlo. «... Oggi è una bella giornata... Mi chiedo se riusciate ad avvertire il calore del sole...»

💎 . . 𝐌𝐈𝐃𝐀𝐍𝐓𝐄𝐀 ↷ 𝘖𝘤 𝘴𝘵𝘰𝘳𝘺Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora