Capitolo 5 - Fuga dalla consapevolezza

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"Lasciami andare, War!"

"Lasciami! Devo andare a picchiarlo!"

Riesco a malapena a mantenermi in piedi. Thames è dannatamente forte.
Gli ho raccontato che In ha deciso di prendersi una pausa dalla scuola e lui vuole andare a picchiare Sang.
Sto cercando di impedire che si metta nei guai per quel coglione ma è talmente infuriato che per bloccarlo ho dovuto tenerlo letteralmente schiacciato contro il muro del bagno dei maschi.
Con tutto il mio corpo!

"Thames, cristo! Smettila! Già abbiamo un problema con In, vuoi mettertici anche tu ora!" urlo alla fine.

Le sue spalle sbattono con forza contro la porta di una toilette e rimbalzano letteralmente contro le mie. I nostri corpi sembrano ballare, sebbene il ritmo in questo caso non è dettato da una musica felice.

In mi ha detto che lascerà la scuola, ma mi ha fatto giurare su quello che ho di più caro che non dirò a nessuno cosa farà dopo. Gliel'ho promesso. 

Ho giurato che non l'avrei detto nemmeno a Thames.
Mi è stato "concesso" di anticipargli solo che intende prendersi una pausa.
Thames è un amico ed è un bravo ragazzo, forse avrebbe meritato la verità ma In non ha voluto. E considerando la veemenza della sua reazione, anche solo a sentir parlare di una pausa, credo che In ci abbia visto lungo. Non oso immaginare cosa potrebbe fare Thames se sapesse la verità. Penso che me lo ritroverei dietro le sbarre! 

Mentre faccio questi pensieri, Thames si blocca. Alza la testa verso il soffitto del bagno sospirando. Poggia le sue spalle contro la porta del bagno e le mani sulle mie spalle.

I suoi occhi che fino a qualche minuto prima sembravano sputare fuoco, ora sono mesti. Mi guarda fisso.

"War, mi dispiace tanto! In non lo merita".

Continua a guardarmi mentre parla, ma il suo sguardo sembra perso nel vuoto più che fissare davvero me.

"Provare dei sentimenti per qualcuno, è una cosa bellissima. Dovrebbe dare incoraggiamento. Farci sentire più vivi, incitarci a diventare delle persone migliori. Sentirci pieni e soddisfatti e invece... ?" dice.

Mi guarda per qualche secondo in silenzio. I suoi occhi partono dai miei e scendono lungo il profilo del mio viso. Sento un calore che mi invade mentre il suo sguardo mi analizza. Abbasso gli occhi imbarazzato mentre sento che riprende a parlare. La sua voce è bassa e, noto, anche sommessa.

Sembra quasi stia parlando con se stesso.

"Quando si provano dei sentimenti per qualcuno che non può o non vuole ricambiarli, è un'atroce tortura. Lo sai, War?" mi domanda senza aspettarsi una risposta. "E' come sentire di non essere mai sazi. Di avere sempre fame, ma di non poter mangiare anche se davanti a te hai un lussuoso banchetto. Ma tu a quel banchetto non sei invitato. Quei piatti li mangerà qualcun altro e tu starai lì a guardare. A soffrire e a restare digiuno!". Termina piazzando gli occhi nei miei.

Perché il mio cuore ha perso un colpo? War parla! Cerco qualcosa da dire per spezzare il silenzio. Ho la sensazione che quelle parole non siano rivolte a In. 

"Io... io temo di non capire Thames. Non sono mai stato davvero innamorato. In fondo siamo ancora dei ragazzini" dico allontanandomi da lui. "In si prenderà qualche giorno di riposo e starà meglio, vedrai".

"Si, hai ragione. Non siamo mai stati innamorati". Conclude frettolosamente aggiungendo che deve andare in classe altrimenti si beccherà un rimprovero per il ritardo.

Mentre lo vedo andar via, i miei occhi seguono i suoi passi e la mia mente riflette sulle sue parole.

Thames deve aver sofferto per amore. Ha solo 17 anni come me, ma il suo tono e le sue parole erano assolutamente chiare. Ha avuto un amore a senso unico.



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