Odio New York a fine ottobre.
Davvero, non capisco che senso abbia vivere in un posto così maledettamente freddo e umido in un mese già di per sé così poco memorabile, quando possiedo una casa a Santa Monica, molto più soleggiata e confortevole in
questa stagione.
Mi piace pensare di essere un uomo furbo , e gli uomini furbi, di fronte alla scelta tra scrosci perenni e sole indisturbato, in genere scelgono la seconda.
In genere, appunto.
Il problema è che la mia vita abbonda di persone convinte che l'umidità si sposi bene con l'ispirazione, ed è difficile dimostrare che hanno torto marcio quando ci si trova nella mia precaria condizione. Motivo per cui, alla fine, New
York a ottobre è stato.
Purtroppo.
«Allora...», inizia con circospezione il mio agente, nonché amico di vecchia data, Jack Morrison, sporgendosi dalla scrivania nella mia direzione. Come gli ho spesso fatto notare, i suoi genitori gli hanno riservato l'infelice accoppiata di un nome da contabile e il cognome da rock star.
Dovrebbe cambiare o l'uno o l'altro, perché l'unione produce un effetto piuttosto stonato. Quasi destabilizzante.
Sì, sono uno che si destabilizza con poco.
«Allora», ripeto a mia volta, spolverando per l'occasione uno scintillante sorriso di circostanza. Se ho imparato qualcosa in questi ultimi anni è che un amico smette di trattarti come tale quando si parla di affari. A maggior ragione quando i soldi sul piatto figurato non sono proprio briciole.
«Ti trovi bene, ora che sei rientrato a New York?», mi interroga, fingendosi rilassato.
Non capisco perché stia perdendo tempo con i convenevoli invece di farmi la domanda diretta. Questo balletto attorno al tema scomodo sta iniziando a darmi sui nervi.
Anche perché ormai sono praticamente abituato - leggasi, rassegnato - al fatto che tutti gli essere umani con cui vengo a contatto siano interessati solo ed esclusivamente a una cosa: quando uscirà il mio nuovo libro? Mai uno che mi chieda cosa ne penso della campagna presidenziale, della possibilità che Trump diventi presidente e mandi in malora il Paese, oppure quale sia il mio modesto punto di vista sullo zoppicante rialzo tassi della Fed. Il dramma è che avrei più da dire su un argomento qualsiasi di quanto non abbia da raccontare sul mio libro.
Perché non c'è un libro.
Solo merda.
E Jack non è nato ieri.
«Un orrore, grazie per averlo chiesto. Questo diavolo di tempo newyorkese sta facendo venire a galla in un colpo solo tutti i miei reumatismi».
«Tu non hai reumatismi, Andrew », mi contraddice come al solito con espressione cupa.
«Sbagliato: io non avevo reumatismi. In Florida . Ma da quando sono di nuovo a New York, sono comparsi come per magia. Gentile regalo della pioggia perenne. Ma lo sai che questa settimana ha piovuto più che in Scozia? Lo diceva il telegiornale proprio ieri sera...».
Jack sospira e mi fissa a lungo. Per un attimo arrivo a chiedermi se stia per perdere le staffe. L'uomo è noto per avere una pazienza granitica, ai limiti del ridicolo, ma io non sono esattamente la persona più facile con cui avere a che fare. Tutt'altro.
«Niente ispirazione?», domanda infine depresso.
Potrei mentirgli come ho sempre fatto in passato ma, sarà l'età che avanza - trentacinque anni iniziano a farsi sentire - sarà che sono stufo persino io delle balle che vado in giro a raccontare a me stesso e al mondo, decido per una volta di dire le cose come stanno.
«No, niente», gli rispondo con un tono all'apparenza lieve. Uno di noi due deve pur mantenere alto il morale.
E di certo non si può pretendere che sia Jack a farlo.
Siamo una bella accoppiata: io una testa di cavolo e lui ostinatamente cupo. Combinandoci potrebbe venire fuori una persona normale.
«Dannazione...», mormora il mio agente, passandosi nervoso una mano tra i capelli e scompigliando una chioma bionda in genere perfettamente domata. «Ti rendi conto che la casa editrice ci farà a pezzi per non aver presentato in tempo qualcosa che possa almeno somigliare a un romanzo? Andrew , hanno pagato una cifra impressionante ormai tre anni fa e noi non abbiamo nemmeno i primi capitoli!».
Come se dovesse ricordarmelo...
.. Cosa pensa, che non trascorra ogni singolo minuto della mia giornata a maledirmi per non riuscire a scrivere questo maledetto libro?
Una volta scrivere era l'unica cosa che mi risultava davvero facile.
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È solo una storia d'amore
ChickLitCinque anni fa Andrew Stone ha lasciato New York sul carro dei vincitori, diretto verso il sole e il divertimento della Florida .Fresco di Premio Pulitzer grazie al suo primo libro, coccolato dalla critica e forte di un notevole numero di copie ven...