«Oh, un'ultima cosa...», mi blocca Jack . «Domenica sera registrano una puntata di uno di quei talk show serali e mi hanno chiesto di mandare due dei miei scrittori più brillanti. Il primo nome su cui hanno insistito è quello di Emily Janks - sai, quella che secondo te è solo una banalissima scrittrice di romanzi rosa - mentre l'altro invitato è a mia scelta. Se ricordo bene, tu eri un tipo piuttosto brillante con le interviste. Una volta. Ti andrebbe di par-
tecipare?», mi chiede.
Si tratta chiaramente di un gesto di carità. L'invito arriva da Jack amico e non dall'agente. Lo sappiamo entrambi. E se io non fossi in una situazione così di merda forse potrei anche rifiutare. Peccato che la gente disperata non si possa permettere atteggiamenti altezzosi.
«Volentieri, grazie».
«Mi raccomando...», aggiunge mentre sto uscendo dal suo ufficio, con addosso molto più fucsia di quando sono arrivato. Davvero, più guardo questa copertina e più non riesco a farmene una ragione.
«E cosa vuoi che combini?», gli chiedo ridendo prima di stringere la sua mano e tornarmene a casa, dove mi aspetta l'ormai odiato muro bianco del mio appartamento. Quello che fisso con disperata intensità mentre attendo che una geniale idea venga a farmi visita.
Lui mi lancia un'occhiata d'avvertimento.
Perché mi conosce.
Quando arrivo in strada, fresco della paternale di Nor. man, scopro che nel frattempo la pioggia è aumentata di intensità. Nel caso non si fosse capito, odio questa città...
In Florida non solo non piove mai, ma la gente non fa altro che sorridere, Sempre. Specialmente le donne.
Mente qui... be', diciamo che negli ultimi cinque anni New York pare peggiorata oltremisura. O forse sono cambiato io. non so più come interagire con l'esemplare metropolitano classico, che è molto più sfuggente e stressato di quano non lo fosse nei tempi in cui bazzicavo la scena cittadina, In ogni caso, per nulla intenzionato a bagnarmi, mi rifugio nel primo Starbucks che incontro lungo la strada. Siamo sull'Ottava Avenue e il posto è piccolo. Per mia fortuna, alle quattro del pomeriggio la fauna si limita ai turisti e cè ancora qualche posto libero ai tavolini che danno sulla
vetrata.
Mi metto in fila in attesa di essere servito. Davanti a me, una donna con degli splendidi capelli scuri sta impiegando non poco tempo a scegliere cosa ordinare. Tipico. L'indecisione fa proprio parte del DNA femminile.
Per uccidere il tempo faccio scorrere i miei occhi sulla sua figura: ha indosso un abbigliamento piuttosto sciatto per essere una newyorkese, con jeans per nulla aderenti e tutt'altro che alla moda.
«Davvero non saprei....», la sento mormorare alla commessa con una voce che invece è ben più interessante del suo abbigliamento. Profonda, intensa, con un accenno di sensualità che non ti aspetteresti da una che ha osato mettere piede in centro a New York con dei pantaloni simili.
Pur essendo io uno che ama la parola scritta per evidenti motivi professionali, subisco da sempre il fascino delle belle voci. E la sua lo è. Caspita se lo è.
Prima che possa soppesare bene il gesto, mi trovo a in tervenire. «Pensa di decider enro sera?», le chiedo con il giusto sarcasmo. Ne troppo nè troppo росо. Modestamente, sono un genio. Il mio intento è di catturare la sua attenzione.
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È solo una storia d'amore
ChickLitCinque anni fa Andrew Stone ha lasciato New York sul carro dei vincitori, diretto verso il sole e il divertimento della Florida .Fresco di Premio Pulitzer grazie al suo primo libro, coccolato dalla critica e forte di un notevole numero di copie ven...