Capitolo 2 // Una vita diversa

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Lunedi, 18 dicembre
-7 giorni a Natale

Suona la sveglia e stavolta magicamente non interrompe nessun sogno. Apre gli occhi a fatica, Simone, infastidito dalla luce del sole che entra già prepotente dalla finestra. E d'istinto si gira dall'altra parte. Ha il lenzuolo aggrovigliato intorno a tutto il corpo, la bocca impastata e un braccio, quello che teneva sotto il cuscino, totalmente addormentato. Cosa diamine è successo durante la notte? E perché non si ricorda niente?

La prima cosa che fa, come ogni mattina, è guardare il cellulare.
Di solito ci trova almeno un messaggio di Manuel. La buonanotte della sera precedente se, come succede spesso, si è addormentato per primo. O il messaggio del buongiorno, che solitamente si conclude con un "Nun fà tardi che nun me piace entrà da solo"
Ma quella mattina niente, neanche una notifica.
Anche se la cosa più strana è un'altra.
Lo sfondo.
Non ricorda di averlo cambiato.


Sarà colpa della mente ancora assonnata, pensa. O di quel vizio che ha di guardare lo schermo sempre con un occhio solo, mentre l'altra metà della faccia è ancora affondata nel cuscino. Come se mettere in moto solo metà dei sensi mentre l'altra metà ancora dorme, paradossalmente, lo aiutasse a metabolizzare meglio il risveglio.
Quindi decide di ignorare il cellulare, e di alzarsi. Ma facendolo, si accorge che anche nella sua stanza c'è qualcosa che non va. Dove sono finite le foto con Manuel che teneva attaccate sulla bacheca? E perché al posto loro ci sono foto di lui e Laura? E quel ragazzo? Quel ragazzo che sorride accanto a lui alla sua festa di compleanno, chi è? E perché gli somiglia così tanto?


"Dannazione, che è successo stanotte?" pensa. Azzarda anche a domandarsi se non sia sotto l'effetto di una sbronza, ma... solitamente i sintomi non sono mal di testa atroce e stomaco sottosopra? Da quando in qua una sbronza ti fa vedere una cosa al posto di un'altra? Anzi, più di una, a giudicare da tutte le cose strane che ha notato da quando ha aperto gli occhi.

Dieci minuti dopo scende in sala da pranzo, e seduto a tavola c'è un ragazzo uguale a lui che inzuppa un biscotto nel latte e poi lo mastica lentamente.
"Che stai a fà fermo sulla porta? Muoviti, che facciamo tardi a scuola" gli dice alzando lo sguardo su di lui.
Ha i suoi stessi occhi grandi e malinconici, i capelli leggermente più corti, e lo guarda con aria interrogativa.
Jacopo?
Un brivido gli percorre la schiena mentre suo fratello, sempre più confuso, lo fissa col biscotto ancora in mano, a metà strada tra la tazza di latte e la sua bocca.


"Buongiorno ragazzi"
È suo padre a spezzare il silenzio, entrando trafelato in cucina e scompigliando i capelli del primo figlio.
"Simone" aggiunge poi, notandolo sulla porta.
E lui, come un automa, infila un passo dopo l'altro e va a sedersi. Alla destra di suo padre e di fronte a Jacopo, che non smette un solo attimo di osservare, domandandosi come diamine sia possibile che il gemello che ha perso a tre anni sia seduto lì, al suo stesso tavolo. No, dev'essere per forza un sogno. Uno di quei sogni pieni di cose assurde, in cui a un certo punto sei quasi consapevole di stare sognando e infatti è proprio quello il momento in cui ti svegli. Solo che lui non si sveglia. Non si è svegliato neanche con l'acqua fredda con cui si è lavato il viso appena alzato. E non si sveglia adesso, che prova a passarsi una mano sugli occhi, che tocca le cose per sentire se sono vere, che osserva i colori per vedere quanto sono reali. E la cosa ancora più assurda è che non c'è niente, di quella scena, che lo faccia pensare a un sogno. Tranne la presenza di Jacopo, certo.

"C'è un motivo in particolare per cui ti sta fissando?" domanda Dante sottovoce al ragazzo seduto alla sua destra.
"Non lo so pà, mi guarda così da quando è sceso" sussurra lui.
"Simone tutto bene?"

"Eh? S-sì" risponde lui, ridestandosi.
Jacopo alza le spalle.
"Secondo me sta ancora a dormì" conclude. E infila in bocca l'ultimo pezzo di biscotto.

"Buongiorno"
È la voce angelica di sua mamma, la terza che sente. E un attimo dopo la vede comparire sulla porta. Tra le labbra una matita che tra un attimo finirà tra i suoi capelli biondi con il compito di tenerli su in qualche modo.
"Buongiorno amore" le sorride suo padre mentre la osserva prendere posto accanto a Jacopo, non prima di avergli lasciato un bacio tra i capelli.
"Amore?!" ripete Simone.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Dec 03, 2023 ⏰

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Un desiderio per Natale - Simone / ManuelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora