Realtà

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SIMONE

Manuel ed io siamo in macchina.
Stiamo andando verso Bracciano.
Manuel guida e la sua mano destra è sulla mia gamba mentre le nostre dita sono incrociate.
Guardo fuori dal finestrino e sorrido.
"Che pensi?" mi chiede.
"No nulla, una sciocchezza."
"Dimmela la sciocchezza."
"Quando ero bambino mi ricordavo che venivo d'estate e guardando fuori pensavo che da grande sarei voluto venire con la persona di cui ero innamorato."
Sorride.
"Non è una sciocchezza..."
"Si lo è. Sono smielato."
Ride.
"Perché ridi?"
"Perché ti stai impanicando, come se non sapessi come sei."
"E ti va bene così?"
"Che domande fai? Certo che mi va bene così, ti amo anche per questo."
Sorrido.
"Mi fa strano che mi dici che mi ami, lo sai?"
"Facci l'abitudine perché sono un anno indietro."
Gli bacio le tempie e poi mi accoccolo su di lui mentre guida.

Dopo un'oretta di viaggio arriviamo nella casa di nonna.
"Anvedi la casetta di Virginia."
"Stai pensando di trasferirti qui?"
"Se mi trasferisco con te anche domani possiamo."
"Diplomiamoci e poi decidiamo."
Manuel si butta sul divano.
"Dobbiamo andare a comprare qualcosa. Se non ricordo male c'è un negozio qua vicino di alimentari, andiamo a piedi così non spostiamo la macchina."
Annuisco e poi dopo una mezz'oretta andiamo verso il negozio.
Entriamo in questo supermarket e compriamo sughi, pasta, qualche dolce, qualche birra e qualche patatine.

"È bello qui." mi dice mentre siamo a casa a cucinare.
"Si la nonna non ci viene spesso."
"Potremmo venirci ogni weekend, così stiamo da soli senza genitori o amici in mezzo ai coglioni."
Sorrido.
"Cosa hanno i nostri genitori che non va bene? Hai scoperto di avere anche una sorella che da quanto ho capito è grazie a lei se stiamo insieme. Poi i nostri amici che hanno?"
"Vabbè nel senso che già li sopportiamo per tutta la settimana, potremmo staccarci un po' e stare per i cazzi nostri, però era solo un'idea."
"I nostri genitori direi che l'hanno presa bene che stiamo insieme e sono certo che i nostri amici saranno felici se non di più, però si, se vuoi possiamo venire qua tutti i weekend che vuoi e stiamo lontano da tutti... però potremmo organizzare capodanno o feste qua."
"Si ci sta..." dice venendo verso di me.
Ha uno sguardo strano.
"Che hai?"
"Hai detto due volte di fila che stiamo assieme."
"Perché non è così? Non stiamo assieme?"
"Si certo... è strano sentirtelo dire..."
"Perché strano?"
"No così..."
Lo guardo e poi non so perché ma collego alcuni pezzi.
"Tu davvero pensavi che io ti avessi dimenticato? Che non sentissi più nulla per te?"
"Ti ho ferito, ti ho fatto male, poteva essere una cosa logica."
Lascio il mestolo e vado verso di lui.
"Non mi hai fatto nulla, sono qui davanti a te e sono innamorato pazzamente di te."
"Sei andato in coma per colpa mia."
"Manuel... non è stata colpa tua, stavo male e..."
"Ed io non c'ero."
Sospiro e poi mi tolgo la felpa e gli faccio vedere il tatuaggio.
"Lo vedi questo? Tu ci sei sempre. Sei inciso in me."
Mi bacia.
Mi bacia intensamente, mi bacia passionalmente e mi tira su e mi fa sedere sul bancone della cucina e ci baciamo ancora intensamente.

"Mettimi giù. Manu, dai." dico ridendo mentre Manuel mi portava in braccio in giro per la casa.
Mi appoggia sul divano e lui si sdraia vicino a me.
"Sei la cosa migliore che mi sia successa." mi dice.
"Chi sei tu? Che ne hai fatto di Manuel Ferro?" dico.
"Si è rincoglionito appresso ad un perfettino, un certo Simone Balestra, lo conosci?"
Rido.
"Mi sembra di sì. Da quello che so io anche sto Simone Balestra si è rincoglionito appresso a lui..."
Sorride e poi si avvicina a me.
"Ti amo."
"Anche io."

"Facciamo un gioco?"
"Ho paura dei tuoi giochi Manu...."
"Dimmi il momento in cui hai capito che non ti ero indifferente ed io ti dirò il mio."
Ci guardiamo ed io abbasso la testa.
"Simo..."
"Manuel non mi sembra il caso..."
"Simo sono qui accoccolato a te, va tutto bene, dimmelo..."
Sospiro e poi alzo la testa guardandolo.
"Quando ci siamo picchiati in palestra ti giuro che ti avrei voluto vedere da tutt'altra parte, mi stavi sui coglioni..."
"Grazie eh."
Rido.
"Poi ci siamo parlati in spogliatoio ed io ti ho guardato e non so perché qualcosa quando sono tornato a casa mi avevi lasciato. Poi ho cercato di lasciarti andare, stavo con Laura, anche se non stavo bene però comunque stavo con lei, poi..."
"Poi..."
Mi alzo e poi vado a prendere il cellulare sul tavolo.
Smanetto e poi glielo mostro.
"Poi è successo questo..."
Manuel prende il cellulare in mano e vede il video che gli avevo fatto mentre dormiva.
Finisce il video e poi mi guarda. Ha gli occhi che brillano.
"Poi quella notte non ho fatto altro che guardarti, eri bello ed io un coglione."
"Non sei un coglione, il coglione sono stato io."
"E tu?"
Mi guarda.
"Una sera sei tornato dagli allenamenti, era tipo novembre o dicembre, io stavo studiando matematica e tu sei entrato e non so perché mi hai guardato in un modo in cui non mi hai mai guardato ed io in quel momento mi sono sentito bene nonostante fosse un periodo di merda."
Mi avvicino e lo bacio.
"Ti posso fare una domanda?" mi chiede.
Annuisco.
"Con Mimmo... beh ecco...."
"No Manuel. Neanche un bacio."
"Me lo dici tanto per farmi stare tranquillo?"
Sorrido.
"No davvero non è successo nulla."
Manuel sospira e tira indietro la testa.
"Mi piacevi ancora di più geloso marcio, lo posso dire?"
"Io scoppiavo. Ti giuro lo avrei voluto far fuori..."
"Pensa che non è mai stato davvero nella nostra storia a differenza di qualcuno..."
"Dovevo capire..."
"Andando a letto con la bionda bicolor?"
"Era l'unico modo."
Lo guardo un po' esterrefatto.
"Quando la notte tornavi sempre più tardi a casa impazzivo..."
Si avvicina a me e mi bacia.
Approfondisco il bacio sempre più affondo e ci troviamo dopo poco sul letto nudi, ad amarci, a riscoprirsi dopo quasi un anno di lontananza.
Manuel ed io siamo una cosa sola.

"Che c'è?" chiedo mentre siamo nel letto abbracciati nudi.
"Perché?"
"Hai una faccia strana..."
Sorride e poi mi bacia la testa.
"Non posso negare che quando vedo una ragazza la guardo, non posso negare che non penso che sia bella e che vorrei anche farmela senza problemi però... poi vedo te e tutto sparisce, può esserci davanti a me anche la più bona di tutto il mondo ma tu sei tutt'altra cosa, sei mille spanne sopra a tutti perché ti amo da impazzire, ti amo in ogni modo, ti amo in ogni situazione ed esisti solo tu per me in una stanza, sempre. Quando sono tra le tue braccia o tu nelle mie tutto il resto scompare e mi sembra tutto molto più naturale, anzi lo è. Ti guardo e non ho paura di non essere me, perché solo con te sono me stesso. Ho sognato questo momento ogni cazzo di notte e mi svegliavo sudato e correvo in bagno perché fosse stato per me, mi infilavo nel tuo letto e ti avrei fatto mio lì mentre tu dormivi come un angelo. Ogni cazzo di notte tu eri al centro dei miei pensieri più belli e nello stesso tempo più intimi... non solo quando dormivo..."
Ho gli occhi spalancati quando Manuel mi dice tutto ciò, sono incredulo e nello stesso tempo completamente perso nelle sue parole.
"In che senso non solo quando dormivi?" chiedo.
"Non ho mai fatto l'amore con lei... abbiamo fatto sesso, ma lei non era lei, lei era te. Io immaginavo te... poi tornavo a casa e ti trovavo nella nostra stanza e avrei voluto dirti tutto ma poi mi fermavo perché pensavo tu mi avessi dimenticato..."
"Scopavi con lei e pensavi a me?..."
Annuisce.
Sorrido e poi mi metto a cavalcioni su di lui.
"Quando la notte ti alzavi per correre in bagno ti sentivo, mi svegliavo e sentivo tu che sussurravi il mio nome... lo sentivo ed automaticamente io sussurravo il tuo. Ogni cazzo di mattina mi svegliavo ed avrei voluto darti il mio buongiorno prima di andare a scuola, ogni cazzo di pomeriggio quando tornavo dagli allenamenti avrei voluto che tu entrassi nella doccia con me..."
"Ho smesso di esserci il pomeriggio quando tornavi dagli allenamenti a casa perché sennò un giorno avrei ceduto ad entrare."
Sorrido e poi mi abbasso su di lui.
"Tu lo sai che d'ora in avanti, tutto quello che abbiamo appena detto succederà?..."
"Sarà ancora più magnifico amore mio..."
Lo bacio di nuovo appassionatamente per poi spostarmi un po' per recuperare il tempo perso.
"Simò sei insaziabile..." sussurra Manuel mentre mi posizione tra le sue gambe.
"Non ne ho mai abbastanza di te..." affermo prima far urlare di piacere Manuel che dopo pochi secondi è completamente perso nei vari orgasmi.

Mi sono addormentato per un po' ed al mio risveglio Manuel non c'era, sentivo però un suono provenire dalla cucina. Mi alzo, mi rivesto e poi scendo in cucina, seguendo il rumore.

"Ehi."
Manuel si gira di scatto verso di me.
"Ehi. No non entrare, è una sorpresa."
"No dai voglio sapere che stai facendo..."
"No amore mio, ora tu torni su in camera e mi fai finire la sorpresa."
"Prima baciami e poi me ne vado."
"Te l'ho già detto che sei insaziabile?" dice ridendo tra le mie labbra prima di baciarmi.

Un po' controvoglia torno su e mi metto nel letto.
Non smetto di sorridere.
Sono felice, finalmente felice perché sono con la persona che voglio, con la persona che amo e che non smetterò mai di amare.
Poco dopo sento dei passi arrivare verso di me.
Manuel entra con un vassoio pieno di cibo.
"Ma che?....Te sei matto, ma che hai fatto?"
"Ti ho preparato due toast Simò... cioè nulla di che."
"È il gesto quello che conta."
Mi bacia le tempie.
"Io non vorrei rovinare l'atmosfera però Manu.... Dobbiamo studiare, Lombardi lunedì ci fa neri se lasciamo il compito in bianco"
"Ed io che pensavo di copiare da te anche per Lombardi oltre che matematica."
"No te lo scordi."
"Dai per piacere amore mio bellissimo."
Rido mentre mi fa il solletico.
"Sei un ruffiano."
"Un ruffiano innamorato."
Per un secondo Manuel si ferma da farmi il solletico e ci fissiamo negli occhi.
"Cazzo quanto sei bello." dice secco ma nello stesso tempo dolcemente.
"Dai non è vero, sono tutto brutto e sfatto, ho la faccia piena di sfoghi e le occhiaie."
"Sei bellissimo, sei perfetto." dice ed io mi sciolgo come neve al sole.
"Ti amo Manuel Ferro."
"Ti amo Simone Balestra."

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