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???.Uscii frettoloso dalla casa di mio padre per avviarmi a scuola.
La frenetica pioggia di Seattle mi ricoprii in un lampo e tirai su il cappuccio della giacca.
C'era qualcosa di strano. Un dettaglio insolito che non notai.
Poi, subito dopo, un dubbio.
Svoltai il solito angolo del vicinato e camminai a passi svelti, quasi correndo.
Le gambe erano sempre più deboli, e il fiato sempre più breve.
Controllai dall'Apple Watch il battito cardiaco: 140 bpm.
Ero decisamente entrato in tachicardia.-"Cazzo." Bisbigliai, cercando con gli occhi se ci fosse qualcuno nelle vicinanze.
Di solito, quando ero nei luoghi affollati da bambino, la tachicardia mi prendeva la mano mentre camminavamo su un filo di ragnatela, come un equilibrista. Così i passanti si preoccupavano, cercando di risvegliarmi e di portarmi alla realtà.
Ma io in quel momento avevo bisogno solo di stare da solo.
Di pensare, di capacitarmi.
Non siamo nati in branchi, siamo persone solitarie, capaci di agire senza l'aiuto delle altre persone.
Così, ignorando i miei problemi di salute, iniziavo a fumare e a sballarmi, sentendomi più solo che mai. Facevo agire il mio corpo e, di conseguenza, la mente riposava e ne traeva vantaggio. Quando invece si scambiavano e il cervello prendeva il comando, diventavo irascibile e le persone iniziavano a darmi fastidio per nessun motivo.
Andavo a scuola per il puro fatto che mio padre mi costringeva.
Prendevo voti altissimi e di sera di nuovo ero me stesso, drogandomi , bevendo alcol, fumando e, quando perdevo il controllo, andavo a letto con qualche ragazza.
Questo è il ciclo della mia vita noiosa e piena di rammaricamenti e fatiche.La vista si appannò velocemente e dovetti sedermi sul marciapiede di un vicoletto. Di fretta mi svincolai dallo zaino e mi strinsi il petto con la mano. Non vedevo niente. Sentivo solo il battito e il respiro svelto e rumoroso. Controllati. La vocina della mia testa subentrò nel conscio, svegliandomi con uno schiaffo e una secchiata di acqua gelida. Ti ho già insegnato come. Adesso tocca a te, Jacob.
Abbassai la testa e provai a respirare più lentamente.
Uno...
Due..
Tre.
Strizzai gli occhi e alzai il volto verso il cielo.
Ero tornato in me.
Mi alzai e continuai a camminare sul marciapiede crepato e grigiastro.
Mi chiamo Jacob Wright, ho 19 anni e frequento l'ultimo anno di liceo.
Sono un ragazzo abbastanza conosciuto nella mia scuola, essendo quello con i voti più alti.
Strano per un ragazzo come me, vero?
Per mia sfortuna mio padre è David Wright, l'avvocato difensore più conosciuto nel Washington. Lui tiene molto alla sua reputazione e costringe me e i miei fratelli minori a usare una maschera, facendo credere a tutti gli estranei che questa era una famiglia perfetta e da invidiare.
Se solo le persone sapessero che dietro quel uomo "saggio e ammirato", c'è un vero mostro, il cui solo obbiettivo è rovinare la vita a quelli che dovrebbero essere i suoi cari.
Non ci degna di uno sguardo, non ci parla. E' via ogni santo giorno, riempiendomi di incarichi e pesi essendo il primogenito di tre fratelli, ignorando completamente i miei problemi mentali e fisici.Passando oltre, questa sera in programma c'è una festa di benvenuto per i primini a casa di May e ho una grandissima voglia di spassarmela.
Questa settimana è stata una merda.
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fearless.
Romance~ Sigrid Augustine Moore, una quasi diciottenne tormentata dal suo passato e dalla sua famiglia borghese non-così-perfetta, un giorno, durante una giornata di scuola prima delle sue feste "corse-alcol-droga-fumo" incontra il considerato "Buono e bra...