Capitolo 4

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Erano passati diversi giorni da quando mia sorella decise di invitare a casa Evelyn

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Erano passati diversi giorni da quando mia sorella decise di invitare a casa Evelyn.
La cosa mi recava al quanto fastidio, siccome da quando era piccola, passava la maggior parte del tempo a casa nostra, dalla morte di Celine.
Non poteva rimanere a casa? Tutti hanno una casa, perché non usarla?
Questi erano i pensieri che mi viaggiavano nella mente alle sette del mattino, ancora disteso sul letto. Decisi di alzarmi, mi guardai allo specchio e vidi un essere umano assomigliare ad una sottospecie di aye-aye.

Avevo bisogno di una doccia.

Misi a riscaldare la vasca e preparai un paio di jeans neri cargo con le cuciture bianche e una felpa oversize nera, questo è quello che avevo programmato di indossare durante il corso della giornata.

Siccome dovevo passare metà della mia giornata a gestire affari e occuparmi di certi elementi sarei stato più comodo indossando ciò.

Una volta fatta la doccia, scesi le scale per andare nella sala da pranzo e fare colazione. La mattina avevo sempre una fame interminabile e consideravo questo pasto il più importante della giornata, visto che durante tutto il giorno non avrei avuto un attimo per respirare e mangiare.

Mi sedetti nel mio solito posto, quello per cui io e lei avevamo discusso ieri sera, a volte penso che mentalmente non sia ancora cresciuta e che abbia ancora sette anni.

Mi ritrovai Corvina, la mia sorellina energica di prima mattina, come sempre. A volte non riesco a comprendere come certe persone, a quest'ora del mattino lo siano.

Io non ne facevo parte, purtroppo, perché se fosse stato così avrei gestito meglio i miei impegni. La maggior parte delle volte non riuscivo neanche a finirli.

«Buongiorno» dissi con voce roca, ancora assonata.

«Alex, tieni ti ho preparato della cioccolata calda» affermò mia sorella porgendomi cautamente la tazza bollente. La avvicinai alla bocca per assaggiarla, così mi avrebbe riscaldato dal gelo che mi ricopriva da un paio di minuti.

«Cazzo brucia» esclamai appoggiando velocemente la tazza sul tavolo in legno.

«Se avessi aspettato che si fosse raffreddata anche per poco, non ti saresti bruciato la lingua» disse una voce famigliare. La sua voce, non avevo neanche notato la sua presenza al tavolo, per quanto fosse inutile.

«I cazzi tuoi no eh?» replicai prendendo dei biscotti da immergere nella cioccolata calda. Era la combinazione perfetta di gusti, fin troppa perfetta.

«Mangia e stai zitto per una volta» affermò Corvina lanciandomi uno dei suoi sguardi omicida. Per carità quando si arrabbiava, invece di spaventare le persone con quello sguardo, le ammazzava direttamente.
È veramente strana, prima faceva tutta la dolce e carina, adesso si è trasformata in arrogante, Evelyn l'avrà influenzata.

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