3 Tradizioni di famiglia.

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Manuel ha imparato a cucinare da ragazzino, che Anita i primi tempi si svegliava presto - ancora più del necessario - per preparargli qualcosa da scaldarsi al ritorno da scuola.

“Ma’, non serve che ti svegli alle 5 ogni volta.” I ricci in disordine e uno sbadiglio enorme sulle labbra. “Me posso fare un toast, un panino col prosciutto.”

Anita aveva sospirato, l’ennesima risposta all’ennesimo tentativo di quel figlio testone di farsi carico di un pezzo di fatica. “Non puoi vivere di panini, Manuel, ne abbiamo già parlato, c’hai tredici anni.”

“Seh, ma col lavoro nuovo delle traduzioni devi sta’ sveglia, non puoi dormire in piedi. C’ho tredic'anni, qualcosa me invento.”

“Te non te inventi niente. Te mangi quello che ti preparo, perchè sono tua madre e sei un adolescente, c’hai bisogno di sostanze nutritive, devi crescere. E comunque mi sveglio alle 6 e mezza, quasi alle 7, non alle 5.” Una bugia bianca, perché quello sguardo preoccupato negli occhi di Manuel ci sta mettendo radici, di recente. “Guarda che se sei capace non ci vogliono du' ore a cucinare qualcosa. Ora fai colazione che fai tardi a scuola.”

***
E lui al compleanno gliel’aveva chiesto: “Voglio che mi insegni.”, ricevendo in cambio uno sguardo attonito.

“Manuel, c’hai quattordici anni, che regalo è, dai.”

“Almeno me passi qualche tradizione di famiglia, no? Che se no se un giorno faccio dei figli, che glie’ dico? Non so cucinare niente perché nonna s’alzava de notte come una ladra per non farmi vedere mentre me preparava il pranzo di nascosto?”

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