Apparentemente non è cambiato assolutamente niente.
Michael va a scuola camminando da solo, perso tra le canzoni in loop nelle sue cuffiette. Fuma, calcia sassolini, pensa a spartiti e a come superare missioni particolarmente ostiche nei videogiochi che lo accompagnano ogni sera.
La verità però è che almeno ogni dieci passi torna ad accarezzarlo il pensiero di Luke.
Luke che ogni tanto gli manda messaggi idioti, meme che non fanno ridere assolutamente nessuno.
Eppure a Michael sì.
Una volta a settimana se lo ritrova in biblioteca e vanno a casa insieme.
È una bella abitudine, un appuntamento da aspettare un po' impazienti, ma non per paura che l'altro non ci sia. Impazienti perché è una parentesi d'ossigeno, si sentono capaci di accedere ad una realtà alternativa persino. In cui Luke non ha niente da dimostrare e Michael parla di tutto quel che vuole senza il senso del giudizio addosso.
Quando poi arriva a casa però, dopo essere stato 45 minuti nell'abitacolo dell'auto di Luke nonostante il tragitto necessiterebbe di un quarto del tempo, ha addosso il suo odore e non può fare assolutamente niente per toglierselo dai vestiti.
E neanche vuole.
In quell'odore il suo cervello è come se andasse in tilt. C'è qualcosa di caldo che comincia a pervaderlo, il bisogno di toccarsi si fa disperato.
Luke... la sua bocca bellissima, il suo corpo enorme, le sue gambe infinite, la sua voce cosparsa di note alte che sembrano gemiti, i suoi occhi intensi. Ma per lui, solo e solamente per lui.
Michael lo odia. Stavolta per davvero.
Lo ha cominciato ad ossessionare ed è una cosa che in fin dei conti lo terrorizza.
Prima era ossessione, sì, ma latente.
Ha sempre catturato la sua attenzione, ma non al punto da distrarlo dalla vita che aveva sempre pianificiato.
Ora invece gli brucia la pelle, lo sporca di desiderio, lo costringe ad aggrapparsi alle lenzuola stropicciate o alle pareti della doccia perché le ginocchia cedono e la pressione sanguigna gli fa esplodere la testa.
Come risultato, tutto questo tumulto interiore genera totale incostanza nel suo comportamento nei confronti di Luke.
Cerca di mantenere il loro rapporto così com'è: chiacchiere sussurrate in biblioteca, messaggi sconclusionati, aneddoti sparsi in macchina.
Per i corridoi o nel cortile davanti a scuola non lo cerca più con lo sguardo, ed alla stessa maniera non gli ha assolutamente più chiesto d'uscire.
Sente di non dover tirare la corda, pensa che finché è tutto solo nella sua testa sarà salvo.
Salvo da cosa?
Dai milioni di modi in cui avere una fottutissima cotta per Luke Hemmings potrebbe distruggerlo.
E va tutto bene, questo stato delle cose è... gestibile.
Ma il suo piano ha una lacuna sconfinata, perché ha tralasciato l'unica variabile su cui non ha controllo: Luke stesso.
Ha appena cominciato a conoscerlo e di certo non poteva aspettarsi alcun tipo di reazione. Credeva addirittura di comportarsi in maniera perfetta insieme a lui.
Sbagliava.
È Sabato pomeriggio, miracolosamente non piove ma il freddo ricopre la città senza risparmiare niente e nessuno. Michael se non fosse un essere umano andrebbe in letargo 6 mesi l'anno, mentre nei più caldi si chiuderebbe in una grotta ombrosa per fuggire anche alla luce solare.
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Dammi tutto di te || Muke
FanfictionMichael è ribelle, sfrontato, deciso. Luke è circondato da persone, bellissimo, richiesto. Eppure perché ha gli occhi più tristi che si siano mai visti in circolazione? La sottile differenza tra l'essere solitari e l'essere soli. La mia prima Muke...