𝟎𝟎 | 𝐏𝐑𝐎𝐋𝐎𝐆𝐎

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ANNI PRIMA

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ANNI PRIMA

CASA MIN, DAEGU

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L'odore acre dell'asfalto bagnato, colpito ripetutamente dalla pioggia che cadeva ad aghi sottili, mi pizzicava in modo fastidioso e disgustoso le narici.

Solitamente amavo starmene fuori durante le giornate uggiose e tempestose come quelle. Ma non era un giorno di quelli. Per nulla.

Avevo il corpo in subbuglio, un calore che si propagava dentro di me, riscaldandomi le membra in una sensazione sgradevole, mentre il sudore mi cadeva freddo e si mischiava all'acqua piovana. Facendomi rabbrividire.

Il cuore che martellava furioso all'interno della cassa toracica, gli occhi che avrebbero cominciato a fare cadere nuovamente delle lacrime amare, soprattutto per colpa del fumo cancerogeno che si stava propagando nell'aria a macchia d'olio.

Tingeva quel azzurro limpido del cielo in un colore cupo, oscuro. Riuscendo a coprire le nuvole candide e che a volte mi soffermavo ad osservarne le forme astratte.

Avevo i capelli fradici, le punte nere davanti ai miei occhi bagnate, per colpa dell'acqua piovana che non cessava di cadere.

Nonostante era una giornata estiva, a quanto pareva anche il cielo aveva deciso di piangere in quella giornata disastrosa. Che si era tramutata nell'inferno salito in terra in nemmeno mezz'ora.

Trenta minuti.

Sembravano così pochi ma in un certo senso così tanti, da distruggermi il cuore in mille pezzi.

In quella casa in fiamme che stavo guardando senza poter fare nulla, facendomi sentire imponente, vulnerabile e inutile in quel momento, giacevano e stavano cominciando a carbonizzarsi i corpi inermi e massacrati dei miei genitori.

Dei nostri genitori.

Per mano di quell'unica persona di cui mi ero sempre fidato. Di quell'unico migliore amico che mi aveva sempre coperto le spalle e con cui avevo trascorso gli anni migliori della mia infanzia. Ma che in realtà avevamo scoperto troppo tardi della sua malattia mentale. Nonostante le costanti prove che ci cadevano davanti al naso.

Il mio fratello gemello aveva posto fine alla nostra famiglia e continuava a sostenere il suo ghigno soddisfatto sul viso anche in quel momento, dopo che lo avevo trascinato dalla nostra vecchia casa in fiamme. Che lui stesso aveva mandato a fuoco.

𝐀𝐆𝐔𝐒𝐓𝐃 | 𝐦𝐲𝐠Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora