Firenze

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"Sto bene, papà!!"

"Si ma torni in tempo per il Natale??"

"Ma certo che torno per Natale, ho il treno domani pomeriggio, non te lo ricordi?"

"Scusa Simone, certo che me lo ricordo, è che mi manca averti in giro per casa, manchi a tutti qui."

"Tranquillo, domani sera ceneremo insieme, ora scappo che non ho ancora finito di preparare i bagagli, va bene?"

"Avvisami quando parti, che Manuel ed io veniamo a prenderti... stai attento, ti voglio bene, la nonna ti manda un bacio."

Quella telefonata era stata incredibilmente ironica, con suo padre che sembrava ormai esprimersi con molti più sentimenti del solito, nei propri confronti, da quando Simone era andato via da Roma, e sentir parlare di Manuel come se fosse suo fratello... cosa non troppo irrealistica, infondo.

La stanchezza di quei giorni si faceva sentire, specie quando gli esami universitari erano appena terminati e l'adrenalina scorreva veloce, sfinendo Simone.

Ora, sul letto, lascia andare il telefono al proprio fianco e punta lo sguardo verso il soffitto di quel piccolo appartamento che condivideva con Laura, nonché vecchia amica di scuola. Era stato un bene, quello di avere un viso amico in una nuova città, specie perché la casa era spesso piena di vecchi amici.
Un po' come portare lì il liceo Leonardo Da Vinci di Roma, che cercavano tutti di tenere vivo.

Con un mugolio si solleva dal lettino, ignora il paio di ciabatte come al solito ed esce dalla stanza, affacciandosi a vedere se ci fosse la biondina in giro.. nemmeno l'ombra.

Sospira, immaginando di dover cenare da solo anche quella sera, infatti svogliatamente si trascina in cucina. Non si era mai abituato a quel posto che no, non era casa.
Apre il frigorifero, rabbrividendo per l'impatto con il freddo. Non c'era nulla, vista la partenza imminente.

"Dannazione, mi manca la tua cucina, nonna."

Borbotta il ragazzo, prima di chiudere la portiera del frigo e posarvi la fronte contro, anche stupidamente visto che si sarebbe gelato ulteriormente.

Riapre gli occhi, che aveva chiuso con il frigo, per poi alzare la nuca verso l'orologio sulla parete. Erano ancora le sette di sera, aveva qualche vaga possibilità di raggiungere il supermercato sotto casa e comprare un umile pacco di spinacine e una focaccia, nonostante l'opzione digiuno sembrava essere la migliore.

Nemmeno il tempo di soffermarsi più di tanto che è già in camera, con lo stomaco che borbotta e un paio di Vans infilate di fretta, il telefono tra le mani e le dita ghiacciate a scrivere rapidamente un messaggio per Laura.

"sto andando al supermercato, fammi sapere quando torni."

Ed ecco che in un attimo, il vento di Firenze gli sta scompigliando i capelli mossi, arrossendo la punta del naso e le guance di Simone. Le mani in tasca e una veloce passeggiata verso il market a pochi isolati dall'appartamento.

Le strade sono piene di famigliole felici che reggono buste impacchettate da lustrini, coppiette che si baciano sotto le luci natalizie e cagnolini vestiti da simpatici cappotti rossi. Si ritrova a sorridere a quell'atmosfera festiva, che tanto gli era mancata, ma che ancora non sembrava colmare a pieno quella "mancanza". Roma era pur sempre la sua città e per quanto Firenze fosse ora la sua "sede secondaria", non vedeva l'ora di salire sul treno delle 16:40.

"Grazie, buone feste a lei!"

Con educazione, Simone recupera la propria spesa -infilata nella tote bag- e saluta la cassiera con delle simpatiche orecchie da renna, uscendo poi dal supermercato.

qualcuno che ti sta aspettando, ancora || MIMMONEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora