♫ te l'ho già detto una volta,
mi ricordavi il mare,
le luci di natale,
gli schiaffi sul sedere,
lo spazzolino uguale...♫"Alexa, basta."
La mano leggermente tremolante regge la matita nera, mentre lo specchio diventa opaco per il vapore creato dal calore del proprio respiro... non appena quei versi di Gazzelle si erano fatti spazio nella stanza, il cuore aveva iniziato a pulsare troppo velocemente e così il suo respiro, quasi affannato.
Indietreggia di qualche passo, solo per capire come fosse venuto il makeup. I suoi occhi scuri si posano sulla propria figura, prima di posare il kajal nero sul lavello e passare delicatamente un polpastrello sotto gli occhi, per sistemare la sbavatura, rendendo il tutto più morbido, sfumato.
Si osserva ancora un po', solo per capire se prendere un dischetto con dello struccante e mandare tutto a fanculo, o se lasciar perdere.
Era possibile mai che quel pre-partenza lo avesse scombussolato così tanto?
Perchè?
Un respiro profondo, per calmare la situazione interna e una prova di un sorriso sul volto."ao Simò me vuoi prestà il caricat- ma che stai a fa?"
La porta si spalanca senza preavviso e Simone si ritrova a voltarsi verso il ragazzo, che si è fatto spazio in camera come nulla fosse.
In quei casi la sua abitazione fiorentina gli mancava e non poco."Tu bussare mai, vero? Il caricatore è sul letto."
"Ma te trucchi pure mo?"
Una risatina era uscita dalle labbra di Manuel, che si era avvicinato a Simone per osservare meglio quando aveva appena giudicato, con un cipiglio sul viso.
"si."
Con un tono del tutto apatico, Simone si allontana, concentrandosi a mettere nel beautycase ciò che aveva utilizzato, tra sieri per la sua amata -e nuova- skincare, e qualcosa che lo avrebbe reso ai propri stessi occhi più carino.
Da quando abitava a Firenze, aveva iniziato a frequentare tante persone. Inutile dire che aveva conosciuto una variegata tipologia di persone. Aiuta sempre conoscere qualcuno di nuovo, per capire se stessi, no? Con lui era accaduto esattamente questo: feste private universitarie, lezioni nei porticati dell'università, pranzi in compagnia... insomma, aveva provato a dare un senso a quella che era la sua personalità, che fosse essa estetica, psicologica, umana insomma. Con quella estetica pensava di aver fatto un lavoro buono, quasi azzardato. L'idea di mettere del makeup non lo aveva mai realmente sfiorato, non per paura del mondo esterno, quanto per la paura di giudicarsi.
Da sempre il suo peggior nemico, la sua peggiore trappola, da cui liberarsi.
"La prossima volta bussa, Manuel."
"Daje scusa, t'aspettiamo a tavola, sbrigate che c'ho fame."
La schiena del ragazzo si poggia contro la porta che si chiude, da parte di Manuel, mentre chiude gli occhi. L'idea di sentirsi fuori posto anche lì, in quel momento, lo metteva in crisi.
A Firenze aveva quasi trovato la sua dimensione, adattandosi, ma sentiva la mancanza di casa... e ora che era a casa, invece, sentiva la necessità di fuggire.
Cosa gli stava succedendo?
Non era il momento giusto di pensarci, voleva solo godersi il natale, le feste, nella speranza di ovattare pensieri di troppo.-
"Buon Natale a tutti, è stato un anno complicato ma di totale ascesa e sono fiero ed orgoglioso di avervi qui con la mia famiglia."
Teatralmente Dante ringrazia i presenti a quel tavolo ben imbandito tra cibi deliziosi, vino rosso, candele e piatti con sopra disegnato qualche abete di Natale, ghirlande e nastrini.
Anita al suo fianco a tenergli la mano, mentre l'altra era impegnata a reggere quella del figlio, Manuel. A sua volta, come fosse un immagine della mulino bianco, Manuel teneva la mano di Nina.
Virgina con la bambina in braccio e lì, in un angolo abbandonato del tavolo, c'è Simone.Fuori posto.
Non si è mai sentito così smarrito.
E così prosegue il pranzo, tra domande di cortesia da parte di chi è rimasto a Roma nei confronti di Simone, e il desiderio che arrivassero ben presto all'amaro, da parte propria.
-
"Pa', vado a fare un giro che Roma mi è mancata tanto."
"Aspetta Simone..."
La mano premurosa del padre gli afferra la sua, prima di attirarlo rapidamente a sé in un abbraccio deciso, forte.
Gli occhi di Simone diventano quasi subito lucidi e, così, stringe suo padre in quel dolce abbraccio. Un posto che aveva imparato essere sicuro, ma col tempo."Devo provare anche io a mettere quella roba lì, che dici?"
"Hai gli occhi troppo piccoli, non ti valorizzerebbe."
"Ecco, apposto, lasciamo stare."
Con una risata, entrambi, si ritrovano ad assaporare un'atmosfera più morbida e confidenziale, che di tanto in tanto andava carburata.
"Vai, non tornare tardi però."
Un piccolo cenno del capo per rispondere a quella raccomandazione, un rapido bacio contro la guancia di suo papà e così si dilegua via, pronto a riprendere il proprio motorino -almeno una volta lo era- e affrettarsi a fuggire via, alla ricerca di un po' d'aria della propria città.
Non si preoccupava del caos, ne aveva bisogno.
-
"ci puoi fare una foto?"
una ragazza tiene tra le mani il suo iphone, che porge al pensieroso Simone.
"mh? si, certo"
prende dalle mani di lei il telefono, puntando l'obiettivo sulla coppia.
un paio di scatti mentre si baciano, così Simone sorride."grazie, grazie mille! buone feste!"
Il moro, dopo quello che era sembrato uno scherzo del destino, si siede sulla scalinata.
Il vicolo sceleratus.
Ancora ricorda quando diverso tempo prima ha condiviso quel posto con Mimmo.
Non pensava ci sarebbe ritornato da solo.
Giurava di aver immaginato loro, come i tanti turisti del posto, a baciarsi lì.
Ancora una volta, invece, i suoi occhi diventano lucidi, tristi.
Avrebbe mai superato quell'inferno contro se stesso?
Contro tutto ciò che gli è accaduto?ROS TIME:
ciao!
intanto vi volevo ringraziare per i bei commenti ricevuti, nella speranza che possa piacervi questa mia visione di un futuro piacevole... e magari di essere chiamata dalla Rai per avere parola sulla terza stagione AHAHAH magari faccio meglio.
Volevo anche augurarvi buone feste e di godervi tutto ciò che di bello avete. Se siete sol*, spero di farvi compagnia con questa storia o, se vi va, vi aspetto nei dm di instagram: @ro.s.house.
questo è un capitolo un po' di passaggio, nulla di eclatante ma che si sofferma un minimo su ciò che Simone sta provando in questo periodo di feste natalizie.
Vi aspetto per il prossimo capitolo che uscirà a breve e sarà più succulento per i nostri cuoricini fragili.
Un abbraccio,
vostra Ros
<3
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qualcuno che ti sta aspettando, ancora || MIMMONE
Fanfic"È bastato uno sguardo, o un gesto, o un breve colloquio. La loro anima se n'è andata, per un istante, per un'ora." -Kierkegaard - Mimmo e Simone si sono forzatamente detti addio. Per quanto tempo, però? - Nell'attesa (e nella speranza) della terza...