capitolo 1

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Pov : Mimmo

ho abbandonato roma , non posso più vedere napoli , e la cosa peggiore é non vedere più simone , l unico che ho amato in vita.
Mi hanno cambiato nome , ora sono Davide , non mi si addice come nome , per niente , ora vivo a Padova . Mi hanno portato in un appartamento , dove vivo da solo , é piccolo come appartamento , ha un bagno un angolo cucina e un divano letto in soggiorno , la tv nemmeno funziona , ho un telefono , ma su non ho nessun numero a parte quello della polizia. Mi hanno anche dato un lavoro , devo lavorare in un hotel portare le valige dei clienti nelle loro stanze , é tutto una merda , fa tutto schifo.
Il momento in cui ho detto addio a simone é stato terribile , la cosa peggiore che mi potesse capitare é successa , perdendo lui ho perso tutto. Io ci speravo in un lieto fine , ma porto sfiga , e forse si aveva ragione quel manuel , ogni parte che vado attiro guai , odio me , odio la mia vita , odio la mia nuova vita e anche la vecchia. Ora sono sul divano di questo appartamento , sono seduto e guardo il vuoto , continuo a pensare a tutto quello che ho fatto con simone , la mia vita non ha più senso.

un ora dopo

Guardo l orario , sono le 12:00 , "devo andare a lavorare ", mi alzo dal divano , prendo le cuffie le attacco al telefono e metto la musica , esco di casa e mi dirigo verso l hotel , mentre cammino sento che la canzone cambia e parte "Cancelli di mezza notte" di chiello, la canzone che ascoltavo alcune volte con simone , per strada la gente mi sta fissando , non capisco perché "ho qualcosa in faccia?" mi chiedo , mi tocco il viso e noto che stavo piangendo , non me ne ero nemmeno riesco conto, mi asciugo velocemente le lacrime e corro verso l hotel dove devo lavorare, entro e noto che é un hotel ha 4 stelle , l entrata é grande con divanetti rossi dove ci si puó riposare , un bancone con delle chiavi con accanto una porta socchiusa. Mi avvicino al bancone che attualmente é vuoto , mi guardo intorno , non c'era nessuno , allora suono il campanello o che si trovava lì su
?: ARRIVO!
sentì urlare dalla porta socchiusa , dopo qualche secondo esce un signore, un pó sovrappeso con barba e un codino , sembrava "pantera" il poliziotto che mi aiutò a salvarmi da quella cazzata che stavo per fare , era molto simile a lui , aveva un cartellino sulla giacca con su scritto "Nino" penso sia stato il nome
?: allora ? hai prenotato una stanza ?
M: oh , no no io sono mimmo
?: nessun ordine é prenotato con il nome mimmo mi puó dire il cognome per favore ?
M: oh! no mi scusi , io sono Davide , ho avuto un attimo di confusione mi scusi , sono qui per lavorare
?: OH! bene bene bene vieni vieni che ti do l uniforme e ti dico quello che devi fare e le regole da rispettare , mi chiamo Nino piacere
Lo incomincio a seguire , sono così stupido , ho detto "mimmo" io non sono più mimmo , me lo devo mettere in testa.
Dopo 30 minuti il signor Nino aveva finito di spiegare tutto , devo indossare una giacca rossa con cartellino con il mio nome sopra e dei pantaloni rossi e delle scarpe nere eleganti , é molto scomodo , il mio lavoro é di aiutare i clienti a portare le valige nella camera. É tutto così stressante ho una sensazione di vuoto dentro e non mi sento più il mimmo di una volta , anche perché io mimmo non sono più , e l unica parola che mi viene in mente é Simone..

mi manchi // simmo🦊Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora