- CAPITOLO 44 : Bad decision-

362 39 53
                                    

Osservai un'altra volta la notizia sullo schermo del telefono.
Non riuscivo a crederci, non riuscivo davvero a crederci. Come poteva averlo fatto? Come?
Eppure Nari ne era sicura. Mi aveva fatto vedere quel video almeno un milione di volte quel pomeriggio, leggendo ogni singolo articolo, stupido tweet; facendomi vedere ogni immagine anche al rallentatore e, sebbene all'inizio non volessi saperne nulla, sebbene il dolore che avevo provato fosse stato così forte da farmi dimenticare persino come si respirava, una volta tornata nell'appartamento di Hoseok non avevo resistito. Avevo preso il telefono e avevo iniziato a scorrere ogni singolo fotogramma, immagine, notizia, rumors, che ero riuscita a trovare sulla rete.

La sera precedente Jungkook era stato visto assieme ad una ragazza. Un paparazzo era riuscito a catturare alcuni istanti dei due che mangiavano in un ristorante e poi uscivano a braccetto, prima di salire su un lussuoso Suv nero.

Ovviamente ogni Army era impazzita.

C'era chi diceva non fosse lui, chi invece affermava con certezza fosse lui. C'era chi scriveva di averli visti nel ristorante, chi pubblicava delle foto sgranate come prova, chi aveva analizzato ogni minimo dettaglio. Chi scriveva messaggi di odio, chi di amore, chi augurava tanta felicità, chi si sentiva tradito, chi giurava di non seguire mai più i BTS e chi sperava in un comunicato ufficiale in modo che Jungkook e la sua bellissima ragazza potessero amarsi alla luce del sole. E io mi ero sentita morire. Mi ero sentita morire perché quella ragazza, quella che raggiante gli stringeva il braccio, non ero io. Per tutti quanti era la sua ex, la famosa Yubi, che solo ora avevo capito essere una nota attrice coreana e che, nonostante i pettegolezzi smentiti anche di recente, non smetteva mai di essere associata al bell'idol.

«Non può essere...non... » il nodo alla gola si fece ancora più stretto.
Ingrandii ancora una volta la foto e mi fermai ad osservare gli occhi luminosi di quello che, solo qualche giorno prima, aveva giurato essere il mio solo e unico Coniglietto, ma che ora era stato fotografato assieme ad un'altra.
«Alla fine non è vero che mi avresti aspettata» mormorai, le mani tremanti, gli occhi lucidi.
Lanciai il telefono sul cuscino del divano e mi diressi verso il frigorifero. Non volevo sentire quel lacerante dolore al petto, non volevo che le lacrime tornassero a rigare il mio viso, non volevo ammettere che mi sentivo una stupida ad averlo ignorato, ad essermene andata, a non averlo lasciato spiegare. Non volevo ammettere che se solo gli avessi parlato due giorni prima tutto quello, forse, non sarebbe successo.

Aprii lo sportello argento e osservai il ripiano alla destra. Presi una delle bottiglie di soju, ne feci vorticare il contenuto e ruotai il tappo, ritrovandomi a berne ogni singola goccia. E dopo la prima ne aprii una seconda. Non dovevo bere così tanto, lo sapevo, ma quel giorno, quel video, era la ciliegina sulla torta di una giornata da dimenticare, e io non potevo sopportare altro dolore. Volevo annegare tutti i miei sentimenti nell'alcool, era la cosa più rapida, più semplice, tuttavia, a differenza di quanto sperassi, la porta d'entrata si aprì troppo presto.

«Señorita, sono a casa» la voce di Hoseok rimbombò tra le pareti dell'appartamento.

«Hobi, come mai a casa così presto? Non dovevi dormire dalla tua bella ballerina?» mi alzai ondeggiante dal divano, stingendo la bottiglia mezza vuota nella mano destra.

«Potrei farti la stessa domanda. Non dovevi incontrare il tuo Coniglietto e risolvere i vostri attriti con una notte di fuoco?» lo osservai togliersi goffamente le scarpe e gli andai incontro, ma le mie gambe si mossero in ritardo. Inciampai sui miei stessi passi e il ballerino, ondeggiante tanto quanto me, si lanciò in avanti. Sbattemmo l'uno contro l'altro, finendo contro il muro, il soju che aveva macchiato il tappeto d'entrata.
«Señorita ma sei ubriaca?» domandò fissandomi con i suoi profondi occhi neri.
Rimasi per qualche istante ad osservarli, rendendomi conto solo in quel momento di quanto fossero lunghe e folte le sue ciglia.

YELLOW ROSE (BTS FANFICTION -JJK)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora