✨— ANDRES —✨
Aveva perso anche suo padre ora...ciò la rendeva più simile a me: orfana.
E francamente, io ero l'unico a poter comprendere veramente come si sentisse in quel momento.
Ero stato lasciato da bambino, a solo un anno di vita, quindi...chi meglio di me conosceva la solitudine legata all'assenza di una figura paterna?
La scortai fino al mio appartamento, aiutandola a reggersi sulle gambe con un braccio intorno alle sue spalle.
Una volta giunti in camera, la poggiai con misura sul letto.
Le carezzai i capelli mentre i suoi occhi verdi e lucidi dalle lacrime mi scrutavano con pietà. Povera cara, lei non meritava tutto quel dolore.
Mi sistemai accanto a lei, su un fianco, godendomi la vista.
«Andres..?»
Annuii. «Si, gemma?»«Perché mi chiami così?»
Alzai un momento lo sguardo, fissandolo all'orizzonte fuori dalla finestra, poi lo riportai su Esmeralda. «Perché il tuo nome indica una pietra preziosa di gran valore e speciale; proprio come te.»«Lo pensi davvero?» domandò titubante. Gli occhi velati da una sorta di aspettativa.
Con dolcezza allungai una mano, asciugandole una lacrima col pollice. Annuii, confermando la mia risposta.
A quel punto, lei si avvicinò un po' di più. Socchiuse le labbra e mi baciò sulla guancia, delicata. Io non riuscii a trattenere un nuovo sorriso.
Più affettuoso rispetto al precedente.Per qualche motivo, lei riusciva a farmi star bene con la sola sua presenza. Era un po' strana come sensazione, ma non mi dispiaceva per nulla.
Anzi, pensai che se non ci fossero mille motivi per cui noi non potevamo essere più che semplici conoscenti, mi sarebbe davvero piaciuto convivere piccoli momenti come quello insieme a lei.
Appallottolai l'idea come un foglio di carta straccia e la buttai.
Quindi sistemai il braccio sotto il suo collo e l'attirai a me, abbracciandola fino a quando non si addormentò sfinita.Vegliai su di lei, mirandola come se fosse stata l'opera artistica più bella che avessi mai visto.
Quando dormiva, d'altronde, aveva un'aria così innocente. Così...inarrivabile.Il silenzio si espanse finché non si interruppe con l'orrido suono del campanello che giunse alle mie orecchie. Imprecai silenziosamente. E di malavoglia m'alzai, facendo attenzione a non svegliare Esme e andai alla porta, attraversando con passo strascicato il salotto.
Sbirciai dall'occhiello e alzai gli occhi al cielo, nauseato. Aprii.
«Che ci fai qui? Credevo non volessi più vedermi.»Yana Ibañez spostò la sua fluente chioma rossa di lato, sensualmente. Poi si avvicinò con un sorriso malandrino sulle labbra.
«In realtà...mi è piaciuto molto ciò che abbiamo fatto l'ultima volta.» Si fece avanti, varcando la soglia di casa mia senza permesso.
Serrò la porta e poggiò le mani sul mio petto, pronta a sfilarmi la maglietta. «Dai, andiamo a rifarlo.»
Mi spinse fino al salotto dove atterrai di schiena sul divano. Mi cadde addosso e afferrò una mano così che io potessi stringerle il culo.
Non lo feci.
Al contrario, quando si chinò per baciarmi, la bloccai; lasciandole un'occhiata di fuoco. «Dimenticati quella sera, non significava nulla. E vattene, ora!»
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CRASH | Errore di Percorso
Action𝓡𝓪𝓬𝓲𝓷𝓰 𝓡𝓸𝓶𝓪𝓷𝓬𝓮❤️🔥💫 VOLUME 1 della Dilogia "CRASH" Andres Riva è un noto pilota automobilistico, merito del talento innato che lo accompagna fin da ragazzo. La sua vita è fatta di sfarzo, vittorie e piaceri...tutto questo però non sem...