Love Belt
Il cielo è cupo non c'è traccia del sole, solo nuvole ammassate una sull'altra a formare un'infinita e informe distesa grigia.Sono i primi di settembre. Giornate così sono all'ordine del giorno, il bel tempo si alterna alle piogge e nessuno ci fa caso.
Taemin guarda fuori dal finestrino; è distratto. Il cielo non lo intrattiene, lo vede scivolare via da sotto gli occhi senza realmente prestagli attenzione. Una piccola goccia di pioggia atterra sul vetro -più o meno all'altezza del suo naso- seguita poi da altre mille. Scoppia un acquazzone, la visuale viene coperta dalla pioggia fitta.
Lui non nota il cambiamento, la sua attenzione è rivolta a qualcosa che sta succedendo all'interno, dell'esterno non gli importa.
Ha le cuffie alle orecchie collegate al telefono, la musica però è spenta. La playlist che aveva selezionato è finita ormai da dieci minuti.
Il van che li sta portando a lavoro è tranquillo, sono tutti troppo stanchi e ancora assonnati per fare casino. Magari al ritorno quando saranno un po' più svegli, sicuramente sempre stanchi ma con l'adrenalina in circolo. Le esibizioni live gli danno sempre uno scossone sono una botta di vita vera e propria, passata la tensione iniziale.
Jinki sonnecchia accanto all'autista, ha la testa che ciondola contro il finestrino e ogni tanto ci sbatte contro con un piccolo "toc-toc" attutito dallo zuccotto che lo protegge. Jonghyun sta smanettando con il cellulare - come sempre -, ha le sopracciglia aggrottate e l'aria serissima, potrebbe farti credere che stia riflettendo su qualcosa di davvero importante ma è un errore, in realtà sta solo ficcanasando su twitter o qualche altro suo social network.
Kibum legge una rivista di moda. Porta su un paio di occhiali da sole grandi, e rotondi, e strani proprio come quelli raffigurati in copertina. Gli saranno costati un accidenti.
Poi c'è Minho, e lui non sa tenere le mani a posto. Sempre a toccare, sempre a muoversi. A volte Taemin crede davvero che soffra di una qualche specie di iperattivismo, è inesauribile.
E' seduto accanto a lui, anche le sue cuffie sono inserite nel telefono la musica però nel suo caso è accesa, Taemin può sentirne il ronzio.
Una di quelle sue mani grandi, dalle dita lunghe e le nocche sporgenti, è sulla sua coscia, giocherella autonomamente con la cintura che ha stretta proprio lì sopra al pantalone bianco, quella che fa parte del suo outfit per Danger. Ha avuto una registrazione quella mattina quasi all'alba, poi gli altri sono passati a prenderlo con il van e non ha fatto in tempo a cambiarsi.
La cintura è bianca come il resto del completo, leggermente borchiata su un lato. La porta avvolta a metà della sua coscia sinistra e lo stringe un po' ora che è seduto, quando è in piedi però non gli dà problemi e riesce a ballarci perfettamente.
Minho la tira fuori dal primo passante poi ce la rinfila distratto ripetutamente.
Ha il capo chino e lo sguardo rivolto sulla sua mano. E' concentrato su quell'azione che in un primo momento sembrerebbe distratta ma a giudicare dai suoi occhi forse non è così.
Taemin l'osserva incuriosito, si chiede cosa diamine gli stia passando per la testa.
«Ti piace?» Domanda sfilandosi le cuffie, arrotolandole prima sul telefono e poi su se stesse prima di cacciarsi tutto in una tasca del cappotto. Lui è uno che le proprie curiosità le deve soddisfare.
«Mh?»
Minho lo guarda un po' confuso, le sopracciglia sono alzate e le labbra leggermente sporte all'infuori. Non è nemmeno sicuro che Taemin si sia rivolto a lui.
«Dico la cintura, ti piace?»«Ah, questa cosa? Non particolarmente, perché?» Risponde tornando a guardare l'oggetto in questione.«Ci stai giocando da mezz'ora», fa una pausa, «la stai fissando da mezz'ora.»
«Veramente? Sì beh...se ci tieni a saperlo in realtà mi stavo chiedendo a chi sia venuta l'idea di metterti questa...cosaproprio qui. Insomma..che ci fa una diavolo di cinta allacciata a metà coscia? Mi spieghi che c'entra, qual è la sua utilità?»
Taemin lo guarda impassibile ma in realtà è molto sorpreso, non pensava che Minho nella sua testolina sempre impegnata avesse posto anche per mettersi a rimuginare sull'utilità o meno di un gingillo di scena, lui per esempio non ci ha mai pensato. Insomma, è come un orecchino, come una collana. Che funzione utile hanno loro oltre al mero scopo di abbellire? Oppure come la pistola che ogni tanto si porta sul palco, o la pelliccia. E' tutta roba che fa scena, un contorno, un più.
«E' sexy.» Gli risponde.
Minho gonfia le guance mentre tenta di mascherare una risata, Taemin lo guarda con disappunto. La prende come un offesa personale.
«Sexy? Questa specie di laccio emostatico borchiato lo trovi sexy?»
«Beh non la cinta di per sé, è sexy l'insieme. Non trovi?»
Che in altre parole significa: sono sexy io. A Minho viene da ridere.
Nella voce del ballerino è evidente una sottilissima nota di speranza, la coglie all'istante insieme all'entusiasmo improvviso. Taemin ha toccato un punto che voleva toccare e spera che lui gli risponda di sì, è lampante. Ma non lo fa.
«Mah...a me sembri un...insaccato.» Sputa fuori il primo paragone che gli passa per la testa.
E' quello sbagliato.
Sul volto del ballerino prende immediatamente forma lo shock più puro. Le pupille si spalancano, la bocca pure mentre le gote gli si tingono di rosso insieme a collo e orecchie.
«Un insaccato? Mi hai dato del fottuto insaccato? E allora tu, quando metti quella stupida fascia da basket sul bicipite cosa sembri?»
A quel punto Minho non ce la fa al trattenersi dal ridere, sbotta. Le sue risa fragorose rimbombano per tutto il van. Forse è stato un po' stronzo ma Taemin è così semplice, ci casca sempre come un pollo.
«Dai era solo una battuta non prenderla così male. Lo sai che sei uno stecchino.»
Taemin fa finta di non sentirlo, volge il capo di nuovo verso il finestrino e accavalla con rabbia la gamba destra sopra alla sinistra schiacciando in mezzo tra la sua coscia e il cinturino la mano del rapper. Lo spuntoncino della fibbia gli si conficca nel palmo e un imprecazione gli esce spontanea fra i denti.
«Ahi! Cazzo Taem...ma che accidenti fai?!»
Ritratta la mano di scatto e se la porta subito sotto gli occhi per esaminare quell'esiguo spillo di sangue che però brucia da morire. La smorfia di dolore sul suo viso è fin troppo vera e Taemin si sente subito in colpa.
Quel "ben ti sta" con cui aveva ipotizzato di ribattere diventa presto, e invece uno «Scusa» sincero, mormorato sotto voce.
«Lascia perdere non fa niente»
«Non l'ho fatto apposta» cerca di giustificarsi.
Il rapper però non abbocca. Lo sguardo da cucciolo, la vocina bassa, sono tecniche che con lui non attaccano lo conosce troppo bene. Ci vuole ben altro per riuscire ad abbindolarlo.
«Cazzate.»
Taemin gli lancia uno sguardo sbieco mentre gli afferra la mano. Prova a farsi perdonare.
Si porta alle labbra il suo palmo ferito, ce le appoggia sopra dolcemente poi le dischiude e succhia via quella misera gocciolina di sangue per cui il rapper si sta lamentando tanto.
Minho lo guarda attonito, le parole che ha sempre a portata di mano - o di lingua - sembrano improvvisamente essersi dileguate tutte. Si sente la bocca troppo asciutta e la mano troppo umida.
Taemin si scosta, ha le labbra lucide.
«La saliva previene le infezioni»,spiega giustificando il suo gesto, «e non guardarmi così» aggiunge poi sentendosi in soggezione.
Arrossisce appena, e non lo da a vedere ma in realtà è caduto nella morsa dell'imbarazzo più totale, cosa che gli succede spesso perché lui non pensa mai agisce sempre prima. E gli occhi di Minho sono troppo grandi, troppo profondi, quando sono fissi su di lui per più di tre secondi non può fare a meno di sentirsi scomodo non importa quanto c'è abituato.
«Yah!Avete finito di litigare per quella giarrettiera voi due?»
Kibum è voltato nella loro direzione, ha il capo leggermente inclinato e con una mano fa scivolare di poco gli occhiali da sole sul ponte del naso, quel tanto che gli permette di mostrare gli occhi.
«Giarrettiera?» Taemin è sbigottito. La frase dopo la dice quasi piagnucolando. «Santo cielo hyung non ti ci mettere pure tu adesso, e non t'azzardare a schierarti dalla sua parte!» Lo minaccia.
«Guarda che sto dando ragione a te, e poi che vuoi? Le giarrettiere sono uno strumento di seduzione vero e proprio, non eri tu che parlavi di sensualità? Peccato che solitamente spetta alle donne indossarle. Se non è una discriminazione sessista questa...»
«Hyung ma che..»
«Yah!Yah!Taemin-ah, fammi finire...» si lamenta, la voce gli diventa stridula. « Io ti dico che se vuoi essere davvero sexy la devi indossare sotto ai pantaloni quella cinta. Vedi poi se il signorino non si ricrede.» Ammicca con la testa verso il rapper. Gli angoli delle labbra gli si arricciano verso l'alto in un sorrisino soddisfatto.
Minho lo guarda sbalordito, sbatte rapidamente le palpebre cercando di capire se Kibum avesse davvero detto quello che ha appena sentito. Alla fine ci rinuncia, decide che non gli importa, che è meglio se non lo sa. Fa finta di nulla, china nuovamente il capo e alza a palla il volume del telefono escludendo tutte le voci intorno a lui.
Ormai però il danno è bello che fatto.
L'immagine di Taemin con avvolta quella cintura dannata sulla coscia nuda si è formata autonomamente nella sua testa come dipinta dal pittore più veloce del mondo, e la musica non può scacciarla via. Non si tratta di sentire, si tratta di vedere e allora chiude gli occhi e per un secondo è tutto nero, poi qualche sprazzo di colore confuso e distante, ma sono attimi. L'immagine del ballerino nudo è di nuovo lì, ancora più nitida per quanto possibile. Ancora più reale. E i dettagli li vede tutti, a partire dalla sua pelle pallida e scintillante, più tirata lì, dove quei sei scalini appena accennati decorano il suo addome piatto. Le spalle larghe che vanno poi stringendosi nella "v" della sua vita stretta. Le gambe snelle, il muscolo della coscia sinistra è tirato, il cinturino l'avvolge nella sua morsa seducente e le borchie in metallo risplendono sotto una qualche luce invisibile che nella sua visione non ha forma, è solo un fascio luminoso proveniente da chissà dove. Quel luccichio lo richiama a sé, lo ipnotizza. Sembra sussurrargli: «Vieni qui, slacciami. Usami come vuoi» un dolce mantra dritto nelle orecchie. E poi la sente davvero la voce. Viene dalla sua sinistra; è Taemin.
Quello vero fatto di carne e ossa. Quello vestito. Il suo delirio mentale ormai è andato, dissolto.
Riapre gli occhi, l'interno del furgoncino prende di nuovo forma davanti a lui.
«..'slacciata completamente?»
Taemin lo sta guardando in attesa, si aspetta una risposta.
Lui sbatte le ciglia velocemente un paio di volte, cerca di recuperare la sua lucidità. Abbassa il volume della musica.
«Come dici?» Gli chiede, è ancora un po' frastornato.
«La cintura. Me l'hai slacciata completamente.»
«Mh?»
Guarda giù, il ballerino ha ragione. La cintura è fuori dal passante, fuori anche dalla fibbia. La tiene stretta nella mano destra e ne accarezza inconsciamente l'interno liscio con il pollice. Deve averla aperta durante quel breve attimo di assenza, quando la sua mente è stata annebbiata da quella visione improvvisa.
«Hyung, ho capito che ti fa schifo ma io ho un'altra registrazione non posso toglierla, quindi per favore allacciala di nuovo come stava.»
«Non mi fa schifo.»
«Vabbè, non ti piace.»
Minho fa una smorfia. Anche messa su quel piano non gli va a genio. Non è del tutto vero.
«O hai già cambiato idea?» Il ballerino insiste.
«La tua..» fa una pausa. Manda giù un aggettivo poco carino che ha molto l'aria di un insulto auto-censurandosi. Ci pensa un attimo, cerca un sostituto più carino.
«Benedetta cinta mi è..indifferente. Ho semplicemente detto che non vedo il senso di indossarla sopra a quei pantaloni. Va bene ora?»
Taemin lo guarda strano, un bagliore sinistro gli si accende negli occhi. Qualcosa di quella frase deve essergli piaciuto particolarmente.
Chissà, forse Kibum ha ragione. Perché no.
«Okay.»
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Love belt
Fanfiction«Sei tremendo.» «No, no shh.» Il ballerino lo zittisce premendogli un dito sulla bocca. «Prima di dare giudizi dammi la mano.» Gli offre il palmo e aspetta che il più grande ci posi sopra il suo. Minho lo guarda strano, gli occhi sono...