Quando arriva su l'affanno è minimo, appena percettibile, quello ad essere con il fiato corto è invece Taemin. Lo trova con la schiena poggiata contro l'enorme parete a specchio, la testa leggermente inclinata all'indietro, le gambe stese. Un asciugamano azzurrognolo gli copre la faccia, sale e scende seguendo il ritmo del suo respiro pesante.
«Ehi» dice. Non è un saluto, giusto un rivelarsi per fargli capire che è arrivato.
Taemin resta impassibile, azzarda solo un cenno con la mano. La sbatte sul pavimento un paio di volte. «Vieni a sederti qui.»
«Taemin, è mezzanotte passata non vuoi andare a casa, farti una doccia?»
«Dopo. Ora vieni qui.»
Minho si richiude la porta alle spalle ed esegue. Si siede a terra ed è leggermente impacciato per via delle gambe lunghe ma alla fine riesce a trovare una posizione discretamente comoda. Lo specchio contro la sua schiena è gelido, fatica a trattenere un brivido.
«Grazie per essere venuto, e scusa.» Taemin biascica da sotto l'asciugamano.
«Lascia perdere era solo una birra.»
«Non mi sto scusando per averti rovinato la serata, ma per averti..mentito? Ingannato?» E' incerto, non sa nemmeno lui come mettere la questione.
«Taemin-ah, che stai dicendo?»
«Non è vero che avevo bisogno di un passaggio. Cioè..ora sì, ma prima no.»
Minho si volta verso di lui, gli rivolge un'occhiata confusa. Le sopracciglia sono aggrottate e le labbra arricciate in un piccolo broncio in procinto di pronunciare qualcosa. Poi si rende conto che Taemin ha quello stupido asciugamano ancora sulla faccia e non può vederlo.
Glielo strappa via.
«Cosa intendi per ingannato?»
Il ballerino sospira. Gli occhi, presumibilmente infastiditi dalla luce, gli diventano due fessure, lui però li punta lo stesso dritti dentro quelli del rapper.
«Jaewon-hyung era con me. Gli ho detto io di andare via, che saresti venuto a prendermi tu.»
«E perché?»
Sbuffa. Le guance gli si gonfiano conferendogli un'aria adorabile.
«Ne ho bisogno hyung. Mi serve un po' di tempo con te, solo io e te, altrimenti impazzisco. E' un po' che non..insomma, hai capito.» Arrossisce.
Minho lo guarda con tenerezza, allunga una mano per scansargli dagli occhi quei ciuffi più ribelli e sudati che gli si sono appiccicati contro la fronte. Poi scende più giù, gli accarezza una guancia e quando il ballerino sta per chiudere gli occhi e rilassarsi contro il suo palmo lui gliela pizzica giocosamente.
Taemin lo guarda subito con rimprovero, con lo sguardo di chi è stato appena tradito da qualcuno di cui si fidava ciecamente. Si imbroncia.
«Scemo. Potevi dirmelo senza fare questi giochetti, non c'era bisogno.»
«Sei arrabbiato?»
«No. Non con te perlomeno.»
«Con chi?»
«Lascia perdere.»
«Sei arrabbiato con me.»
«Ti ho detto di no, non essere il solito cocciuto. Trai sempre conclusioni sbagliate.»
«Allora parlami.»
«E' questa situazione che mi fa incazzare, va bene? Ci sto stretto.»
«Ci sto stretto anche io Minho, però non voglio rinunciarci. Io non mi arrendo. Giuro che mi accontento di quel poco che abbiamo, non pretendo nulla.»
Minho non gli risponde e quel lungo silenzio lo mette in allerta, i sui capannelli di allarme si attivano tutti mentre un leggero sentore di panico gli si scatena nel petto.
«Hyung dimmi che per te è lo stesso, ti prego. Dimmi che non hai cambiato idea.»
«Non ho cambiato idea, questo no. Però diventa sempre più difficile non provare...cose.»
Taemin annuisce, si porta le ginocchia sotto al mento.
«Sai... a volte penso che siamo dei pazzi, abbiamo costruito un rapporto basato esclusivamente sul sesso stando sempre a contatto ventiquattro ore su ventiquattro. E' ovvio che tutte le premesse che c'eravamo fatti non avrebbero retto, è logico che ci sarebbe stato in ballo molto di più prima o poi. Insomma, non è che sei proprio un estraneo per me, o il primo stronzo da quattro soldi che mi è passato sotto gli occhi. Non hai bella solo la faccia, ecco.»
Minho si concede una risata. Gli esce naturale di fronte a quel complimento tenero e sorprendentemente sincero.
«Grazie.» Mormora, sporgendosi in avanti per beccagli teneramente le labbra.
«Guarda che non è un complimento, è un'accusa.»
«Guarda che posso accusarti della stessa cosa allora.»
Taemin inclina il capo e libera una risata nell'aria.
«Mi basta averti seduto accanto per sentirmi meglio, dimmi cosa c'entra con il sesso questo? Niente. C'entra più con l'amore te lo dico io. »
Alla menzione della parola amore - quella temutissima parola tabù - Minho avverte uno scossone interiore. Come quelli dei terremoti capaci di distruggere città intere. Divoratori di palazzi, monumenti e persone. Lui se la cava con poco, gli si crepa giusto un pensiero.
La prende come un'esortazione.
«Non usare paroloni, Taemin.»
«Hai ragione, scusa mi è scappato. Però è vero.»
«Va bene lascia perdere, puoi usare paroloni. Ora però smettila di scusarti e ascoltami un attimo.»
Il pensiero crepato è in realtà un pensiero importante. Un'idea che cova da un po' ma che ancora non ha trovato il coraggio di esporre e mettere in pratica. Decide che ora è il momento giusto, prima che si crepi di più, prima che venga distrutto definitivamente. E' nato fragile, e ha meno tempo a disposizione.
«Proviamoci. Una relazione solo nostra, tu ed io e basta, il mondo non deve sapere per forza. Non è detto che ci scoprano. Permettiamoci di provare sentimenti, permettiamoci di viverli. Gelosia, amore, incazzature, proviamo tutto.»
A Taemin si accendono gli occhi. E' visibilmente scosso, trepidante. Trattiene le lacrime a fatica, stenta a credere a quello che sente.
«Hyung, sarà un casino...»
Cerca di darsi un tono, di mantenere un atteggiamento realista con i piedi ben piantati a terra.
«No, sarà solo più vero. Siamo più maturi ora, possiamo riuscire a trattenerci almeno in pubblico, evitare di fare scenate, e siamo anche più responsabili. La nostra relazione non deve necessariamente interferire con il nostro lavoro, è qui che abbiamo sempre sbagliato. Dobbiamo solo essere bravi.»
Taemin non sente il bisogno di dargli una risposta, ma sente quello di baciarlo. E' impellente, doloroso, intrattenibile.
Con un movimento agile gli sale in grembo, Minho lo afferra prontamente per i fianchi e si precipita a colmare il vuoto che li separa. Non perde tempo, gli lambisce minuziosamente il labbro inferiore e lui apre la bocca di buon grado. Si fa assaporare, gli permette di mescolare i loro respiri.
«Hyung..» gli soffia sulle labbra quando si separano, parla fissando quelle. Sono rosse vermiglio, lucide di saliva con ancora quel gonfiore tipico dei baci troppo movimentati.
«In realtà non ti ho fatto venire qui per parlare del nostro rapporto... Apprezzo davvero come si sono evolute le cose, cavoli se ne sono felice... però, sai..avevo altri intenti.»
Minho gli lascia un piccolo morso sul naso che lui arriccia all'istante.
«Sei tremendo.»
«No, no shh.» Il ballerino lo zittisce premendogli un dito sulla bocca. «Prima di dare giudizi dammi la mano.»
Gli offre il palmo e aspetta che il più grande ci posi sopra il suo. Minho lo guarda strano, gli occhi sono due fessure, le sopracciglia quasi unite, poi si affida a lui. Taemin l'afferra, si appoggia quella mano perfetta sulla coscia sinistra, ce la fa strusciare contro muovendola su e giù.
Minho la sente.
Inizialmente è solo un leggero spessore sotto la tuta felpata, una strisciolina sottile che gli circonda la coscia. Poi il rigonfiamento prende una forma ben precisa; la cinta.
La stramaledetta cinta.
«Taemin-ah...» chiude gli occhi e soffia fuori il suo nome quasi gemendo. Gli si è formato un nodo allo stomaco grande quanto tutto l'Empire State Building. Cazzo.
«Mmh?»
«Sei davvero terribile.»
«Tu dici? Per così poco?» Lo stuzzica.
Gli si è avvicinato ancora, ha iniziato a baciarlo tra la mascella e il collo. Succhia un pezzo di carne proprio nel punto in cui convergono poi lo tortura un po' coi denti.
Minho butta fuori un sospiro, reclina il capo per concedergli un accesso più facile.«Assolutamente sì.»
«So fare di meglio mettimi alla prova.»
Minho lo afferra per i capelli, quelli dietro all'attaccatura. Se lo discosta dal collo con un movimento brusco che non ha nulla di delicato, Taemin scopre i denti in una smorfia di dolore e caccia fuori una specie di ringhio basso.
Non si aspettava una reazione tanto immediata, violenta.
«Fai attenzione Taemin, posso essere terribile anch'io.» Dice il rapper in un soffio, poi lo bacia di nuovo e la gentilezza continua a non essere di casa.
Quando il bacio termina Taemin ha le guance rosse e le labbra livide, le spalle salgono e scendono mentre cerca con fatica di riprendere fiato. Ha gli occhi appannati, le palpebre semichiuse, e la testa ormai piena di un unico desiderio.
«E tu sai in quale senso intendo.» Conclude. Fa scontrare le loro fronti delicatamente mentre la sua mano è ancora fermamente aggrovigliata nei capelli del più piccolo.
«Non ne sono tanto sicuro..»
«Non istigarmi.»
Taemin si discosta. Scrolla il capo per liberarsi dalla presa di Minho e gli rivolge un sorriso furbo.
«Istigarmi?» Chiede, aggrottando sopracciglia e fronte in una finta smorfia innocente. Gli appoggia le mani sulle spalle, le stringe sopra ai suoi trapezi definiti poi inizia a dondolare il bacino in un lento ondeggiare, su e giù.
«Non la conosco questa parola, che significa?»
Minho lo afferra di nuovo per i fianchi, glieli stringe con forza quasi a volerlo bloccare, o perlomeno limitare i suoi movimenti. La sua stretta però non è convincente e al contrario dal suo presupposto iniziale finisce invece per spingerselo addosso.
«Dio santo Taemin...» esala.
Ma come devo fare con te? Quello non lo dice ma lo pensa. Lo pensa spesso in realtà.
Il ballerino continua imperterrito. Gli struscia contro avanti indietro, sempre un po' più veloce, sempre più affannato.
«Ah..» geme.
Sente Minho diventare sempre più duro proprio sotto ai suoi glutei, l'eccitazione gli sboccia nello stomaco come un grosso fiore primaverile.
Gli alza la maglietta di cotone, gliela sfila con un gesto secco e si precipita a baciarlo ovunque sulla sua pelle nuda. Inizia dal centro del petto, poi continua verso destra.
Un sentiero di baci umidi.
«Cazzo, hyung quanto sei perfetto...»
Prende un capezzolo fra le labbra prima lo succhia, ci gioca coi denti, poi lo accarezza con la lingua esalandoci sopra il suo respiro caldo.
«Taemin, Taemin. Fermati.» Minho è senza fiato, parla a denti stretti. Il piacere è disegnato su tutto il suo viso.
Lo afferra per le braccia e se lo stacca da dosso.
«Il discorso che abbiamo fatto prima va un po' a farsi fottere se non chiudiamo a chiave la porta.»
«E dai Minho» Taemin è scocciato, si lamenta. Odia essere interrotto in momenti simili, era talmente preso... «Non c'è nessuno qui, è vuoto tutto il piano chi vuoi che entri? E poi così è più eccitante, il rischio mi piace.»
«Male Taemin, male. Devi metterci la testa se vogliamo stare insieme sul serio.» gli sistema un ciuffo di capelli dietro l'orecchio poi gli accarezza delicatamente una guancia.
I suoi gesti sono dolci ma il tono che usa è duro come quello di un rimprovero.
«Fai il bravo, va a chiudere quella porta. Ci metti un attimo, poi torni qui e mi togli questi cazzo di pantaloni, starci dentro in questa situazione è un'agonia..aish..»
«Scusa.»
Taemin cambia subito umore. Sembra aver capito il suo errore, la gravità del suo atteggiamento leggero.
La sua voce è intrisa di risentimento, ha abbassato il capo e la frangia gli ricade davanti coprendogli tutta la faccia. Minho si precipita subito a sollevargli il viso con due dita sotto il mento, Taemin però evita il suo sguardo.
«Hyung io ci tengo davvero a stare con te, io..ti amo. Non mi va che tu pensi il contrario. Voglio fare sul serio.»
«Ma io lo so.»
«Sono un tale casino, ma che ci trovi in me?»
«Taemin-ah a me piace il casino che sei, okay? Mi piace da matti.»
Minho lo bacia teneramente sulle labbra. Un bacio morbido, a bocca aperta ma senza lingua. Quando si stacca gli mima solo con le labbra la parola; «La porta.» ed entrambi si prendono una manciata di secondi per ridere felici, poi il ballerino si alza agile e si allontana.
Raggiunge la porta. Non ha bisogno di chiavi, gli basta girare il pomello della maniglia su se stesso per sentire un leggero click.
«Ora siamo soli», gli dice da lontano dandogli un pollice in su, «e completamente al sicuro. Possiamo fare tutto quello che vogliamo.»
Non ha più bisogno di aspettare nulla.
Si sfila la maglia di cotone bianca, è leggerissima con i buchi sullo scollo e le maniche sempre pistate, la fa volteggiare su se stessa un paio di volte poi la lancia verso il rapper senza però riuscire a raggiungerlo. Con la stessa prontezza si libera dei pantaloni della tuta grigi, quelli larghi sul cavallo e più stretti alle caviglie, e li lascia abbandonati lì sul pavimento mentre continua ad avanzare.
E' rimasto solo con un paio di boxer neri leggermente scoloriti e la cintura che gli avvolge beffarda la coscia sinistra.
Minho lo guarda ipnotizzato mentre lui si muove sinuoso, avvicinandosi.
E' sicuro di non aver mai visto nulla di più estremamente bello in vita sua, Dio si è superato con quel ragazzino.
«Allora, preferisci lasciarla dov'è o usarla in un modo più..creativo?» gli chiede Taemin, mordendosi il labbro inferiore. Ammicca verso la coscia.
«Lasciala lì. Mi piace.»
Minho si alza da terra con uno slancio agile e lo incontra a metà strada. Gli appoggia le mani sui fianchi nudi e li stringe nei suoi palmi caldi. Lo attira a sé, fa aderire nuovamente i loro inguini.
La frenesia inizia a farsi strada dentro di lui, gli si è insinuata nello stomaco strisciando come una vipera silenziosa ed ora gli prudono le mani. Ha bisogno di contatto.
«Mh. No, io non sono d'accordo.»
Taemin gli infila le mani nelle tasche posteriori dei jeans mentre ondeggia i fianchi contro di lui. Fanno una specie di lento appiccicati l'uno all'altro, fra i loro corpi non c'è spazio nemmeno per infilarci un sottilissimo foglio di carta.
«Voglio fare una cosa prima.»
«Dio..cosa ti frulla in quella testolina?»
«Ti piacerà.»
Gli si stacca da dosso, si china giusto di un paio di centimetri per slacciarsi la cinta dalla coscia poi prende Minho per mano, che lo guarda senza capire, e lo porta dalla parte opposta della sala, quella adiacente alla specchiera, dove sono deposti un po' alla rinfusa oggetti vari. Qualche vecchio stereo rotto, delle casse smontate, le assi dei microfoni tutte impolverate. Un paio di sedie all'angolo, e poi c'è la famosa sbarra di danza classica quella che Taemin proprio non tollera.
Quel tipo di danza è per i tipi precisi, non c'entra niente con lui che è un fuori classe.
Tutta via è proprio la sbarra che gli serve ora.
«Mani dietro la schiena, subito.» Ordina.
Minho lo guarda scioccato, prima lui poi la sbarra. Non bisogna essere dei geni per capire le intenzioni del ballerino.
«Non avrai davvero intenzione di legarmi?»
Taemin lo guarda da sotto le ciglia, gli regala uno di quei suoi bellissimi sorrisi un po' storti e tremendamente sexy.
«Ti piacerà.» ribadisce. Gli afferra le mani e gliele fa incrociare dietro la schiena con la sbarra che sta in mezzo fra i due polsi, poi sigilla tutto legandoli insieme con il cinturino. Lo stringe bene, chiude la fibbia e la infila nell'ultimo passante.
«Taem...»
Il rapper si lamenta, butta leggermente indietro la testa e una gocciolina di sudore gli scorre dal lato di una basetta tutta lungo il collo. A Taemin non sfugge e si precipita a raccoglierla con la lingua. Minho reprime un brivido, fa per muovere un braccio per avvolgerlo introno al ballerino, un gesto d'abitudine, ma riesce solo a far traballare un po' la sbarra di legno e a perdere quasi l'equilibrio.
Stringe la mascella. Quella situazione è completamente nuova per lui, si sente impotente senza l'uso delle braccia, delle mani. Senza avere il controllo totale della situazione come sempre.
Ed è proprio quella la cosa che lo destabilizza di più; non avere il controllo. E' nella sua natura, è maschio in tutto e per tutto lui e come tale deve avere il ruolo predominante, gli spetta di diritto.
«Rilassati Minho, sei sempre tu il maschio alpha qui..» gli sussurra il ballerino contro il collo come se gli avesse letto nel pensiero. In realtà ha solo colto il suo linguaggio del corpo, quello lo conosce bene. La sua irrequietezza gridava disagio da tutti i pori.
«Voglio solo giocare un po' e...ti piacerà.»
«Smettila di dirlo.»
«Cosa?»
«Che mi piacerà.»
«Scommettiamo?»
«Non ci sto ai tuoi giochetti.»
«Fai bene. Perderesti.» Si nasconde con la faccia contro il suo collo, appena sotto il mento. Ci ride sopra senza ritegno. « E lo sai anche tu altrimenti non ti saresti mai tirato indietro così. Non è nella tua natura.»
«Se è per questo nemmeno starmene legato inerme ad una fottutissima sbarra di legno è nella mia natura.»
«Vero, vero. Facciamo così, quando ti slegherò sarò io ad essere a tua completa disposizione. Potrai farmi ciò che vuoi.»
Minho si lascia sfuggire una risata, insieme alle sue spalle trema un po' anche la sbarra.
«Ah, ma davvero? E dove sta la novità? Mi sembra che faccio sempre quello che voglio con te e tu non hai mai disdegnato la cosa.»
Le guance del ballerino si tingono subito con una lieve sfumatura purpurea che cerca di nascondere rifugiandosi con tutto il viso contro quello stralcio di pelle tra il collo e la clavicola del più grande.
«Ma taci un po'...» mormora contrariato.
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Love belt
Fanfic«Sei tremendo.» «No, no shh.» Il ballerino lo zittisce premendogli un dito sulla bocca. «Prima di dare giudizi dammi la mano.» Gli offre il palmo e aspetta che il più grande ci posi sopra il suo. Minho lo guarda strano, gli occhi sono...