5. il fato.

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———————- FOUR YEARS AGO.

Prima di salutare Pantera, in modo " definitivo ", c'è un ultima cosa che il poliziotto deve fare per completare il suo lavoro: assegnare a Mimmo il suo lavoro, la sua casa, ed il suo nome. La città è stata già decisa: Siena. É piccola, colma di storia, e lì tutte le persone tendono sempre a non fare mai domande, non più del necessario. Il viaggio in macchina è stato lungo e faticoso, Mimmo non ha parlato quasi per tutto il viaggio, è rimasto a guardare fuori dal finestrino, a pensare. Pensare che non si era mai domandato cosa ci fosse oltre Napoli ed oltre Roma, e che, se avesse mai dovuto partire, avrebbe voluto farlo con sua madre .. o con Simone. Non di certo da solo, non di certo con un'altra identità, e non di certo dovendo abbandonare tutto e tutti, come se dietro le spalle non avesse più un passato. È vero che lascia soltanto tre persone, ma tutte e tre hanno significato tutto per lui, e aver dovuto dir loro addio, è stata la pugnalata al cuore che il destino ha voluto riservargli. Nel sospiro più rumoroso di cui è capace, una volta arrivati dentro il confine toscano, Pantera fa accostare la macchina in una via piccola, veramente medievale quasi. Ci sono pochi palazzi, e tutti di pochi piani. Questo ne avrà quattro, e non ha l'ascensore.

"Vieni. È la tua nuova casa."

Gli dice, e Mimmo è costretto a seguirlo, guardandosi intorno con nostalgia. Non ha niente di uguale a Roma quella città, forse almeno questa differenza l'avrebbe aiutato a dimenticare presto. Sale le scale assieme la poliziotto, fino al quarto piano, ci sono solo due appartamenti. Il suo è il secondo. Quando entrano vede che è spazioso. Un bilocale già arredato. Con un piccolo terrazzino. È antico, come arredamento, il che lo porta anche a sorridere.

"A Napoli avevo quasi gli stessi mobili.. "

"Non li ho scelti io, a me l'antico non piace proprio."

"Nun 'avrei maje capito."

"Ti ho detto di smetterla di parlare in dialetto."

"Hai detto quando te ne saresti andato. Ppur' sei ancora ccà. M'aggio 'a maggnato 'o' chell'ultimo dispiacere."

Mimmo gli risponde prendendosi una piccola vittoria. Veramente minima rispetto ciò che sta guardando. Non c'è niente in quella casa che sa di casa .. / niente /. Si guarda intorno osserva i mobili, gli specchi, la cucina, i divani, la libreria e sospira. Sospira perché lui non dovrebbe essere lì, dovrebbe essere a casa, con sua madre. Ma sua madre non è lì. Nemmeno lei può venire a tirarlo fuori dai guai. Perché la propria vita è tutta un guaio. Nessuno può salvarlo. Avrebbe dovuto salvarsi da solo, e non è stato capace di fare nemmeno questo. Una cosa sola sua madre gli ha chiesto di promettergli anni fa. Una cosa sola.

"Mimmù, Pe' lo meno tu te devi salvà. Fuggi d'a sta vita pericolosa. Si' troppo buono p' diventà cattivo."

"Nun vòglio llasciàte, mammà. 'Troverò 'u mod' pe ricumincià nsemme."

"No. Ascoltame. Nun cchiò faccie stessi sbaglie mieje. 'Tu si' mejo, tieni 'o core grande. Non sprecà 'a vita tua."

"Te vòjo bbene, mammà. Truverò 'o mòdo 'e aiutà tutt'e dduje."

"Non te fa arrestà. Vive 'na vita mejo. Lassame sta 'promessa."

"T' 'o giuro."

Glielo aveva promesso, anni fa. Le aveva promesso che avrebbe avuto uan vita migliore, che sarebbe stato migliore di suo padre, e non ha saputo mantenere nemmeno l'ultima promessa fatta a sua madre. L'ultima volta che l'ha vista.
Gli occhi diventano umidi al ricordo, tanto che Mimmo si volta a guardare Pantera schiarendosi la voce.

"Posso restare solo?"

Ci pensa un attimo, il poliziotto, poi annuisce. "solo due minuti." Ed alla fine esce dalla casa, lasciando solo il ragazzo.

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