7. Viviamo il presente.

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"Allora guardami negli occhi e dimmi che vuoi mandarmi via. Dimmelo guardandomi negli occhi."

Quella frase .. riesce a riportarlo indietro nel tempo. Per un breve momento. Brevissimo, ma intenso istante, Mimmo ritorna indietro nel tempo. A più di sei anni fa. Molto più di sei anni fa.

Ricorda benissimo il momento in cui ha deciso di compiere quell'atto sconsiderato. Ricorda anche il motivo che l'ha spinto, a compierlo.
Sua madre era finita in prigione poco prima di lui, per spaccio.
Che madre orrenda, la gente avrebbe detto.
Si, nelle famiglie normali dove la famiglia è acque e sapuna, come direbbe lui, forse sarebbe sconcertante, ma nella sua, dove hanno dovuto da sempre sopravvivere da soli, no. Non è stato sconcertante. Eppure Mimmo ha supplicato sua madre diverse volte di smettere, ma quando inizi un brutto giro, per sopravvivenza tua e di tuo figlio, poi non si smette più. E l'ha fatto soltanto per provare a garantirgli un futuro. L'ha capito questo.
Non era giusto.

Ha capito che avrebbe dovuto fare qualcosa.
Perché quel pezz e' mierd di suo padre non li ha mai aiutati una volta, anzi. L'ha visto una volta sola nella sua vita, e l'unica volta in vita sua era venuto a chiedere un prestito. A loro.
A lei.
Inutile dire, che Mimmo non ci aveva visto più.
Ma quello è un altro discorso.

Indispensabile tuttavia, per capire quale sia il suo concetto contro la violenza, e come ha sempre agito contro esso. Almeno, fino ad ora.

Ma tornando al ricordo. Non ha mai accettato l'idea che fosse soltanto sua padre a sacrificarsi, e l'averla vista andare in prigione per questo, per colpa sua si può dire, non è riuscito a tollerarlo. È stato più forte di lui.
Ogni barlume di innocenza è andato a farsi fottere col sistema del carcere.
Meglio io di lei, ha pensato.
Se trovo abbastanza soldi, lei esce e starà bene, io prima o poi uscirò, pensava.
Può pensare a se stessa, e poi staremo insieme, pensava.
L'innocenza di un bambino. Perché quello era. Quello è stato.
Un bambino speranzoso.
Cresciuto in un ambiente in cui ecco come l'amore gli è stato mostrato. Col sacrificio. Le scelte difficili. Anche le più drammatiche.
E sappiamo tutti come è andata.
Non è riuscito a portare a termine la rapina.
Non ha trovato i soldi.
Non ha salvato sua madre e nemmeno se stesso.

E sappiamo anche, come è andata a finire con la famosa Dalila.
Dalila. La ragazza dei tempi.
Dalila, la ragazza che conosceva dalla scuola, bambini cresciuti insieme, sempre in ambienti troppo strani per essere sani.
Dalila, che gli è rimasto affianco, pur sapendo le sue intenzioni.
E sempre Dalila, quella che non ci ha messo più di due secondi ad abbandonarlo.

Perché Mimmo sta pensando a questo, adesso?
Per far capire quanto ha perso, due persone aveva "amato" nella sua vita.
Sua madre, e Dalila.
La prima nemmeno a dirlo quanto amore ci fosse, e la seconda... forse un amore platonico, o praticamente illusorio. Attrazione, più che altro. Riconoscenza, per averla avuta accanto.
Due persone, ed entrambe le ha perse.
Non ha salvato sua madre e Dalila lo ha abbandonato.

Ricorda bene la conversazione che hanno avuto, nel momento dopo l'arresto.

"Nun te posso aspettà."

Quella frase l'ha distrutto più di tutte le botte ricevute nella sua vita.

"Sapevi a cosa me so' accostato."

"Nu pò ricciar la mia vita. Mi dispiace."

"Stai me addunànno? Sapènn o ch'aggia fa?"

"Te si' perdute 'a vita. Nun io."

"Simmo stati insiem' 7 annè. Nun tene nisciun valore pe' tte? A chi so' stato vicino p' tutt'o tiempo? Hai fatto 'o pienzere ca tu me vuó ben? Io t'aggio stat accanto ogni minuto 'e ogni sstante, quanno avevi bisogno, io stavo ccà. E mo' ca mme serv' 'a tù, vuo' lassarme?"

"Scusame, Mimmù."

"Se vuo' lassàrm', rimmell guardannm rind all'uocchij."

E lei lo fa. Lo guarda negli occhi. Senza alcuna esitazione. Ma non parla. Semplicemente scompare. E Mimmo è rimasto giorni, settimane, con la speranza di rivederla o sentirla, ma è semplicemente scomparsa così. Senza aggiungere altro.

Perché ha avuto questo flashback, uno si starà chiedendo.
Perché Simone ha usato esattamente la stessa frase che ha usato lui molto tempo fa. E non ha avuto risposta positiva, anzi. Tutt'altro. È rimasto deluso, e l'unica volta in cui il suo cuore si è aperto, in maniera più grande e vera, è stato proprio quando ha conosciuto Simone.

Non si può nemmeno immaginare quanto ci ha creduto, che collaborando con la polizia avrebbe avuto avere una vita fuori. Una vita normale. Una vita da persona giusta. E soprattutto, una vita con lui.
Ma le cose belle non durano a lungo, e questa è una lezione che ha imparato molto tempo fa.

Tuttavia Simone ora è lì. Che lo guarda. Che aspetta una risposta. E Mimmo si è talmente perso a ricordare, che non ha parlato.
Non ancora.

"Pcche tien semp a capa tost?"
Gli domanda quindi, sospirando. Se lo è domandato spesso, nel corso di quegli anni. Perché Simone è sempre stato così testardo? Perché non ascolta mai?
E soprattutto, perché è così difficile dirgli di no?
Per quanto vorrebbe.

"Hai un uaglione che ti sta aspettando non lontano da qua. Una vita fuori da queste mura e nonostante ciò vuoi incastrarti di nuovo con me? Non posso darti un futuro. A malapena c'è un presente."

"E non è ciò che conta? Vivere il presente?
Smettila di dire che ho un uaglione, non scelgo io cosa vuole il mio cuore. Ha sempre fatto tutto da solo, io gli ho solo dato sempre ascolto." sia con Manuel, che con Mimmo, Simone ha solo ascoltato il suo cuore, ed ha agito di conseguenza. Ora, farà lo stesso.

"Lo so. Non ho scelto io di lasciarti andare. Mi è stato imposto di farlo. E non ho scelto io di andarmene. Ho dovuto farlo." non l'avrebbe mai abbandonato, se non fosse stato costretto. Simone è stata la sua vita intera. E lo é ancora, per quanto ci sia stata la lontananza.

"E allora viviamolo questo presente. No?"

E Mimmo sospira. Sospira davvero con grande esasperazione. Immensa. Assai.

"Era assaje meglio senza te, o' sai?" ovviamente è ironico.

"Ah, pure. Va bene. Ho capito."
Ed annuisce Simone, abbastanza contrariato, facendo per andarsene ma, ovviamente, Mimmo lo blocca lì, alzando gli occhi al cielo.

"Che piccoso."

"E che vuol dire?"

"Che fai sempre troppe domande."

"Quattro anni non mi hanno cambiato. E non hanno cambiato questo."

Afferma quindi, prendendo il suo viso fra le mani, incollando poi la bocca alla sua. Un bacio dolce, senza lingua, un bacio che esprime tutta la mancanza che ha avuto di lui. Un bacio che sa di felicità. E di casa.

Bacio che Mimmo ricambia, stringendo i suoi fianchi. Che vorrebbe quasi apprendere, ma una voce da lontano li porta a separarsi.

————
Spazio autrice :

Capitolo PICCOLINO MA CARICO. Spero vi piaccia! Lascia spazio a tante cose che accadranno nel prossimo. <3
Ps: spero la parte di Mimmo possa piacervi, mi sono un po' commossa ad inventare e scrivere.
Alla prossima. **

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 17 ⏰

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