The game🥀

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Quel misterioso ragazzo che mi aveva rapita era uscito dalla stanza e mi aveva chiaramente vietato di uscire da lì, perciò me la presi comoda e fissai il muro bianco che si trovava dietro al letto a baldacchino, le stesse domande continuavano a ripetersi nella mia testa come in loop.

E mentre fissavo un punto indefinito del muro che avevo di fronte a me, una mano sfiorò la mia spalla avvolta dalla stoffa in ciniglia sottile, sobbalzai per lo spavento e il tocco inaspettato, osservai la figura che era posizionata al lato del letto, era una bambina bassa e snella, capelli neri, boccolati e ben sistemati, il suo viso era delicato ma allo stesso tempo tagliente come lame affilate, gli occhi color porpora sembrava un cerbiatto impaurito non avevo. mai visto un colore così intenso e puro, soprattutto su degli occhi così delicati, mi ricordava qualcuno, qualcuno di indesiderato... ah si ecco, il pazzoide che mi ha rapito.
non ero una persona che si faceva impressionare subito, sopratutto per dei giochetti stupidi e infantili, ma quello che vidi era una cosa non solo schifosa e facilmente impressionabile, ma nel vedere che quella giovane fanciulla dall'aria così innocente e da cerbiatta, teneva una testa di cervo in una mano e con l'altra un coltello da cucina macchiato di sangue non era una bella visione.
Il suo abito con disegni floreali stampati sopra, era intriso di sangue, solo dopo mi accorsi di essere balzata e di essermi spalmata contro il muro bianco, osservai quella scena inquietante e macabra, mentre la ragazzina rimaneva impassibile e immobile affianco al letto a baldacchino, schiuse le labbra per proferire parola ma le richiuse subito con lo sguardo rattristato e deluso, presi l'iniziativa con l'angoscia che mi divorava le interiora.
<<piccina come ti chiami..?>> nonostante stessi tremando dalla paura cercai di fare una conversazione con lei, era piccola si è no aveva 12 anni non rispose si limitò a fissarmi, decisi di avvicinarmi al letto a baldacchino e sedermi sul bordo <<vieni siediti>> non so perché io stessi cercando di parlare con una bambina che sorreggeva una testa di cervo in mano, ma mi sentivo coraggiosa, pensavo di essere in un film? un cartone? la ragazzina lascio cadere la testa sul parquet facendo lo stesso con il coltello, un rumore sordo mi fece sobbalzare.
Mosse un passo verso il letto e inizia a tremare come una foglia, osservai ogni suo movimento per paura di essere aggredita o peggio uccisa, non volevo morire così mente i miei amici pensano che io mi fossi trasferita chissà dove per cambiare vita come avevo detto un'infinità di volte, ed effettivamente mi ero trasferita, inconsapevolmente ma lo avevo fatto.
Osservai il suo corpo muoversi per sedersi anche lei sul bordo del letto, non proferì parola, perciò cercai di spezzare quel silenzio imbarazzante e teso che si era creato, cercando di sdrammatizzare la situazione fuori dal normale.
<<sei una di poche parole?>> dissi facendo una risatina imbranata e ansiosa , schiuse le labbra e parlò <<io sono Anastasia>> la sua voce era delicata e bambinesca, le sorrisi per essere cordiale anche se stavo morendo dentro, come se quella situazione non fosse al quanto bizzarra e strana, mi presentai anche io ed iniziai ha parlare del più e del meno <<non so del perché io sia qui, ieri era sbronza e fatta e oggi mi sono ritrovata in questo posto, veramente non lo so, tu sai dirmi dove siamo? anzi no lascia stare non fa nulla, sei veramente carina sai, hai un musino così dolce>> stavo parlando a nastro un po' per paura e un po' perché la bambina mi faceva pena, nonostante tutto vidi i suoi occhi color porpora illuminarsi e mi fece un sorriso di rimando, era veramente una bella bambina... un po' inquietante e vero.. ma penso che ci dovrò fare l'abitudine anche se spero di no, devo ammetterlo ero logorroica, mi piaceva parlare con le persone, di me stessa, di loro... non mi importava, mi bastava parlare con qualcuno ed ero contenta.

Una voce familiare mi fece sobbalzare mentre il volto di Anastasia si fece impassibile e tetro, era la voce di quel disgraziato <<mostriciattolo! sei ancora in camera vero?? oh giusto sei chiusa dentro!>> sentii la chiave entrare nel buco della serratura e girare lentamente, l'aria era tesa e inquietante.
Vidi un ragazzo alto, muscoloso e con le braccia tatuate varcare la soglia della stanza, si fermò davanti al letto, alternò gli occhi su di me e su la ragazza che avevo davanti, squadrò Anastasia da capo a piedi, e si portò due dita alla radice del naso con fare frustato, cerco di non spazientirsi <<quante volte ti ho detto che non devi sgozzare gli animali in cortile Anastasia!>> osservai ogni suo movimento, vidi che si stava avvicinando al letto a baldacchino, la guardava intensamente, la bimba sosteneva il suo sguardo affilato e intimidatorio, poi la vidi alzarsi abbassando lo sguardo, si chinò per sollevare la testa di cervo e il coltello da cucina per poi avviarsi verso la porta della stanza, mi lanciò un occhiata e poi mi salutò con un sorriso schietto  <<Ciao Layla...>> sembrava affranta da quell'affronto, penso il fratello più grande... mi alzai dal letto e la raggiunsi giù per le scale <<dove pensi di andare mostriciattolo!>> sentii la voce spazientita del ragazzo misterioso e dannatamente attraente.
Mi trovai al pian terreno mentre seguivo Anastasia andare in una specie di libreria, sembravano polverosi e per niente usati, i miei occhi vennero attirati subito da una cosa in particolare: un quadro. era dipinto a mano ed erano raffigurati una bambina, un bimbo e due adulti, mi domandai perché quel quadro fosse li, ero incantata fin quando non andai a sbattere contro un mobile, <<cazzo..>> imprecai sotto voce per non farmi sentire dalla bambina, ma sembrava che mi avesse latta nel pensiero <<eravamo noi.. io mio fratello.. e i mie genitori... sono morti tre anni fa.. incidente>>

An requited loveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora