Lo strappo

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"Bene ora sparisci" disse Manuel pulendosi un rivolo di sperma e saliva al lato della bocca.

Non che fosse qualcosa di nuovo per lui, ma lo infastidivano sempre un po' il piagnucolio e le proteste. Era così seccante dover sopportare gli occhi da cucciolo bisognoso di affetto e tutti i "ma io credevo che..." della conquista del giorno.
Sembrava che non fossero mai contenti, che non potessero farsi bastare ciò che avevano ricevuto.
La maggior parte delle volte si trattava di ragazzini insicuri ed un po' impacciati che non avrebbero mai – nemmeno tra un milione di anni – attirato la sua attenzione se non si sentisse sempre così annoiato.
Dovevano già ritenersi fortunati ad essere lì con lui in quel cubicolo di un metro per due, non potevano farselo bastare? Naturalmente no. Quindi dopo essersi letteralmente messo in ginocchio per loro, dopo aver fatto l'indicibile con mani e – anche e soprattutto – bocca, era pure obbligato ad ascoltare piagnistei e suppliche.
Non costringeva nessuno a fare niente, sapevano tutti quanti a scuola cosa succedeva nel cubicolo di Manuel, quindi che avanzassero chissà quali pretese proprio non aveva alcun senso.
La maggior parte dei ragazzi a scuola lo guardava come fosse una specie di mostro senza cuore, ma chissà come mai cadevano comunque tutti ai suoi piedi.
Piaceva tanto, sapeva di piacere e gli piaceva piacere. Sarà stato il fascino del cattivo ragazzo dall'anima tormentata o l'idea di poterlo far innamorare e la sfida che questo rappresentava, ma era un dato di fatto che Manuel riuscisse a convincere chiunque a seguirlo nei bagni per una sveltina.

Vittima di quel giorno era Alessio o forse Gianluca, non ricordava mai i loro nomi. Un ragazzino con i capelli rossi, le lentiggini sul naso e l'aria da cucciolo smarrito.
Erano almeno un paio di settimane che Manuel lo puntava, si era accorto già da un po' di come lo guardasse, di come lo mangiasse con gli occhi ogni volta che si incrociavano nei corridoi quindi ci era voluto veramente poco impegno da parte sua per convincerlo a lasciarsi andare.
Purtroppo però non aveva fatto i conti con quella specie di cagnolino che il rosso si portava sempre appresso: Simone Balestra.

Manuel ci avrebbe anche fatto un pensierino su Simone, in realtà una volta o due se lo era immaginato piegato contro al lavandino del bagno, ma il suo essere un insopportabile e saccente fighetto di buona famiglia e soprattutto tutti i loro trascorsi, lo avevano sempre spinto a stargli alla larga.
Poi il fatto che suo padre fosse il professor Balestra, insegnante di filosofia di Manuel, aveva definitivamente relegato Simone – il suo bel culo – nel materiale da sega e niente di più. Guardare ma non toccare.
Se ci si aggiungeva poi che Balestra Jr. aveva la seccante abitudine di rompergli le palle ogni giorno per la sua attività nei bagni della scuola, ecco che ogni fantasia passava in secondo piano.
Perciò eccolo lì, ancora una volta, ad urlargli contro in mezzo al cortile.

"Ferro! Fermati, brutto pezzo di Merda!" strillò Simone, arrivandogli alle spalle e afferrando il suo zaino.
"Oh ma che vuoi?" rispose Manuel, seccato, divincolandosi della sua presa.
"Che voglio? Che voglio? Lo stronzo ha anche il coraggio di chiedermi cosa voglio... non ti fai un po' schifo da solo?"
"Sinceramente no. E comunque davvero non capisco cosa vuoi da me." disse Manuel accendendosi una sigaretta con fare annoiato.

Simone era a dir poco furibondo, ci mancava solo che gli uscisse il fumo dalle orecchie. Non sopportava proprio il modo di fare di quello stronzo arrogante, la convinzione di poter usare tutti senza curarsi dei loro sentimenti. Gli avrebbe volentieri infilato la testa nel gabinetto se suo padre non gli avesse fatto promettere di lasciarlo perdere.

"Quindi che vuoi da me, Balestra?" chiese ancora Manuel, soffiandogli in faccia un po' di fumo. "Vuoi forse anche tu fare un giro su questa giostra?"
"Nemmeno se fossi l'ultimo ragazzo rimasto sul pianeta, non ci tengo a prendermi chissà quale porcheria da te..."
"Ah davvero? Sai... il tuo amico rosso si è divertito con me, chiedi a lui." lo provocò Manuel, ammiccando.

Tu Sei Il Sarto Del Cuore Mio SpezzatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora