XXIII - La vita si osserva molto meglio da una finestra sola.

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Strangers, from strangers into brothers.

From brothers into strangers once again.

One more time - Blink 182

Ho la mente del tutto confusa mentre seguo Isabella, insieme a Giorgio, diretti di nuovo dagli altri ospiti, o almeno è quello che credo. Mia zia non esce fuori dal ristorante, ma ci conduce nella sala da pranzo interna, dove trovo una folla che mi stupisce. Oltre alle mie mamme, ci sono Anna, Riccardo, Giovanni, Erica, Francesco, Giada, Maria Baresi. Che succede? Mamma Guenda è la prima a parlare.

«Il caramello?»

Dannato caramello. Me lo sento ancora addosso quel sapore dolce, mischiato all'odore di Giorgio che continua a stordirmi. Siamo in piedi, vicinissimi, ma non ci tocchiamo più. Lo vedo passarsi una mano sul viso.

«Sì, scusa, è rimasto in cucina.»

Mia madre mormora un'imprecazione – o forse un insulto – e senza indugiare oltre, va a prendersi la salsa da sola. Su un tavolo, noto una torta a tre strati completamente bianca, fatta eccezione per qualche ciuffo di quella che sembra panna. Non ci credo che le Baresi abbiano dimenticato il topping. Sono le basi della pasticceria, maledizione. Se non Giorgio non avesse– o meglio, se noi due non avessimo – dovuto preparare il caramello, non sarebbe successo niente. Anche se avremmo continuato a fare lezioni di guida e forse sarebbe accaduto lo stesso. Ma accaduto cosa? A pensarci bene, non c'è stato niente, non per davvero. Forse è successo tutto nella mia testa. Forse ho davvero bevuto troppo prosecco e ho visto cose che non esistono. Eppure, la sensazione della pelle di Giorgio contro la mia è stata troppo intensa per non essere reale.

«Cosa c'è di così urgente da farci precipitare qui?»

Ah, già, giusto, siamo stati interrotti per un motivo. Mi sforzo di concentrarmi sul presente e di scordarmi di dieci minuti fa, che è quello che ha fatto Giorgio, a giudicare dal tono che ha appena utilizzato. Alzo gli occhi sui presenti. Anna mi sta scrutando con un cipiglio strano. Ha capito. Lei sa che è successo qualcosa. Mi conosce troppo bene e credo che il calore che continuo a sentire lungo tutto il corpo sia ancora parecchio evidente. Al diavolo, ci penserò dopo a parlare con la mia migliore amica, ora ci sono cose più importanti.

«Non è niente di grave», parla proprio lei, senza riuscire a non guardare suo marito.

«Se esordisci così, penso proprio che lo sia», ribatto io, scrutando la sua espressione. È preoccupata, come tutti qui dentro. Nel frattempo è tornata anche mia madre con il caramello.

«Ancora non gliel'avete fatta leggere?» interviene, con tono spiccio. «Dai, non è niente di che, vi state preoccupando inutilmente!»

«Leggere cosa?» la incalza Giorgio. Si sta innervosendo e anche io, devo ammetterlo. Perché non si decidono? Che è successo? Alla fine, Isabella tira fuori il telefono.

«È uscita una recensione su "Milano da bere".»

Io e Giorgio ci scambiamo uno sguardo rapido. "Milano da bere" è un blog online molto seguito che si occupa di tutto ciò di innovativo e cool che riguarda la città meneghina, a partire da ristoranti, lounge bar, discoteche, locali notturni, passando per eventi, mostre, feste, è una sorta di almanacco che il milanese che vuole rimanere sul pezzo segue con interesse. Mi aspettavo o, meglio, speravo, che il "Belli e Dannati" attirasse l'attenzione di qualche giornalista.  È successo, ma dalle espressioni dei miei amici e familiari, non mi sembra che sia stato un trionfo. Giorgio prende il cellulare di mia zia e lo avvicina ai nostri visi. La recensione si intitola "Belli e Pacchiani".

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