Capitolo 4: The contract

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"I say I don't want that, but what if I do?"

The Archer - Taylor Swift

Cassandra

Non mi sono mai preparata così velocemente in vita mia. Non perché avessi voglia di vederlo, ma perché le persone come lui non accettano ritardi e qualsiasi cosa ha un tempo prestabilito e una scadenza. Sono persone che si approfittano delle situazioni altrui, e io sto lasciando che lo faccia, ovviamente consapevolmente. Ho scritto una bozza della relazione che dovrei mandare a quel maledetto professore, spero che almeno quando tornerò a casa riuscirò a continuare. Sempre se tornerò, magari la sua è una scusa per rapirmi. Mi do una sistematina giusto per cancellare i segni dello studio e dello stress, anche se sembrano indelebili, e mi dirigo verso la macchina parcheggiata esattamente davanti casa. Una volta seduta, posiziono il telefono sul cruscotto per vedere bene la posizione e la strada dal navigatore, onde evitare ulteriori incidenti causati da una ipotetica negligenza alla guida. Non è una zona troppo lontana da dove abito, ma è sicuramente un posto in cui non bazzico troppo spesso: tutte le celebrità inglesi hanno almeno una villa a South Kensington, è un po' come la Upper East Side di New York sulla quinta strada. Non sono tipo da quartieri Chic europei né tantomeno da antipatici ricchi chic europei, ma sto nel torto quindi farei qualsiasi cosa pur di risanare tutto almeno per prima dell'anno nuovo, così da stare in pace con tutto il mondo intero.

Il viaggio non è così pesante come lo immaginavo. Parcheggiata la macchina (con il freno a mano) cammino tra le stradine antiche e pittoresche di quel quartiere. Passo accanto ai musei più importanti della città riguardanti l'era Vittoriana, la più importante che il paese abbia mai vissuto, o almeno è questo quel che mio padre mi ha sempre detto. Quei palazzi in mattoni vivi mi ricordano Peter Pan, con i caminetti fumanti e le finestre in vetro, la rappresentazione reale di come un bambino disegna le casette dalle caratteristiche abbastanza idealizzate e vignettistiche. Le strade fatte di mattini e talvolta di normale asfalto sono bagnate da uno strato di acqua dovuto alla forte umidità londinese, cosa che a New York lontanamente esiste. Ecco uno dei motivi per i quali da quando abito qui ho sempre dolori alla schiena e alle giunture. Mi stringo nella sciarpa rosa che mi circonda il collo quando una brezza invernale mi carezza i capelli, è stranamente piacevole. Una camminata all'aria aperta per staccare dalla monotona routine stressante ci voleva decisamente. Tengo conto dei numeri delle case che mi scorrono davanti gli occhi, finché non giungo davanti una villetta dall'aspetto così futuristico in contrasto con il resto delle abitazioni: le mura esterne di un bianco candido che sembra riflettere la luce fioca del Sole, le finestre di vetro che la ricoprono su tutti i lati, rigorosamente a due piani con un giardino verde e stranamente non spoglio. Il cancello semplice argento ospita il campanello che accorro a premere. Non ricevendo risposta suono ancora e mi avvicino al citofono, sperando di sentire qualche rumore che accenni la presenza del ragazzo. Dopo uno scricchiolio lo sento parlare.

"Chi è?" – Sento la pelle d'oca dovuta all'ansia.

"Sono Cassandra, la ragazza che... ci siamo capiti." –

"Ah giusto." – Si vede che aspetta sempre molte ragazze, per non ricordarsi di avermi letteralmente dato appuntamento un'ora fa.

"Guarda che c'è la telecamera, non c'è bisogno di avvicinarsi così tanto al citofono." – Sbatto le palpebre e mi allontano dopo un piccolo 'Oh', ed ecco che finalmente il cancello si apre. Attraverso il piccolo vialetto e il portone d'ingresso si spalanca rivelando la sua figura alta e slanciata. Cavolo che gambe lunghe che ha, forse sono anche messe in risalto dai jeans non troppo skinny che indossa insieme al suo maglione visibilmente di Chachemire super costoso... è stato molto semplice analizzare il suo look e il suo stile casual. Mi accenna un sorrisetto e mi fa spazio per entrare dentro casa e il dentro è ancora più strabiliante dell'esterno: stanze aperte, spazi aperti e i muri che separano le aree della casa sono quasi inesistenti. Inoltre c'è un profumo di muschio bianco prorompente, sembra di stare in paradiso. Dalla sala da pranzo svetta un televisore gigante di ultima generazione, ed è proprio lì che mi porta mettendomi una mano sulla schiena quasi spingendomi.

All Too Well // G. R.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora