7- Close my eyes and count

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Quando tornai a casa, lessi infinite volte quei fascicoli dati da Harry, per non risultare impreparato una volta lí.
Ero pronto.
Dovevo farcela questa volta, o non so se sarei riuscito ad andare avanti.
Mi avevano tolto ciò a me più caro ed ero disposto a tutto per riprenderlo.

Arrivò la mattina del giorno del processo e io non avevo chiuso completamente occhio: ero troppo agitato. Stavo per rivivere le stesse sensazioni provate 2 anni fa. Non potevo permettermi di perdere un'altra volta. Ma sapevo di avere più possibilità adesso, con Harry.

Erano appena le otto, tra meno di un'ora mi sarei dovuto recare in tribunale.
A prestarmi un completo elegante (che ovviamente non possedevo) fu Niall che, inoltre, si era offerto di scambiarci turno di lavoro, così da organizzarmi meglio dopo il processo. Adoravo quel ragazzo. Mi sentivo continuamente in debito con lui (forse avrei dovuto fargli una statua in suo onore).

Non feci nemmeno colazione per paura di rigettar tutto, troppo preso dall'ansia. Dopo aver indossato il completo, passai più di venti minuti col guardarmi allo specchio per sistemarmi al meglio.
Prima di uscire presi i fascicoli per ripassare ulteriormente tutto.

Arrivai in perfetto orario, avvistai immediatamente la macchina nera di Harry per poi avvicinarmi a lui.
Era a dir poco splendido e perfettamente elegante: portava un completo nero, i capelli ben pettinati e portati indietro.
Risentii quella fitta allo stomaco non dovuta più all' ansia del processo ma per altro...
-"Buongiorno Harry" accennai un lieve sorriso.
-"Buongiorno Louis." mi squadró per poi dire:
-"Ti vedo agitato"

-"Molto, a dirla tutta" dichiarai nascondendo le mani tremolanti nella tasca della giacca.
-"Devi solo attenerti a ciò che c'era nel fascicolo, del resto mi occupo io , mi raccomando".
Precisó seriamente.

Lui al contrario mio, non pareva per nulla agitato, più che altro era molto concentrato e riflessivo.
Era giunta ora di entrare in tribunale, quasi non riuscivo a sentir le gambe, camminavano in automatico seguendo l'ombra di Harry. Il mio respiro si fece più affannoso tanto da attirare l'attenzione di quest'ultimo che girandosi sottovoce mi confessò: -"Louis, non farti vedere agitato o lo useranno a loro vantaggio"
dopo di che mi diede una pacca sulla spalla, guardandomi negli occhi
-"Andrà tutto bene, te lo prometto"
Si rigirò continuando ad avanzare.
Aveva ragione, non potevo mostrarmi irrequieto in una situazione del genere. Presi un gran respiro, alzai le spalle e cammina sicuro fino al posto segnato.
Nel sedermi dietro al bancone di legno vidi alla mia destra, in lontananza, quel bastardo del mio vecchio produttore.
Mi ribollì il sangue dalla rabbia nel vederlo tranquillo e sorridente, tant'è che notando il mio sguardo mi guardò a sua volta e mi sorrise sarcasticamente.
Che cazzo di coraggio aveva nel sorridermi in quel modo.
Ero lì da meno di 10 minuti e già ero sull'orlo di perder la pazienza.
Quando il giudice entrò in aula tutti si alzarono, come da consuetudine; successivamente riprese brevemente le dinamiche della situazione principale per poi lasciar parola ad Harry.
Harry parlava in modo calmo e sicuro, spiegando passaggio per passaggio ogni cosa e l'ingiustizia che avevo personalmente subito. Si vedeva lontano un miglio che era portato per quell'incarico. Il giudice lo ascoltò pienamente e quando finì di parlare si risedette al suo posto per lasciar parola al resistente.

-"Sei stato fantastico" dissi richiamando la sua attenzione.

-"Grazie,preparati che dopo tocca a te".

Dubitavo che sarei stato in grado di mantener la calma o essere, anche solo lontanamente, sicuro come Harry.
Riuscivo comunque a percepire un po' di tensione in lui, anche se non lo dava a vedere. D'altro canto l'avvocato della mia ex casa discografica era molto famoso, e conosciuto per non aver perso mai un processo.
L'avvocato iniziò a parlare di un contratto sostenendo che io l'avessi firmato prima di entrar a far parte della casa discografica, e con questo, avessi anche ceduto volontariamente tutti i diritti delle mie canzoni. Io sapevo di non aver firmato nulla del genere.
Impallidii quando lo mostrò come prova al giudice. A quel punto Harry cercò d'intervenire ma fui io ad essere chiamato dal giudice.
Okay, dovevo farcela.
Anche se questa cosa del contratto fu improvvisa, dovevo mantenere la calma.

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