13- That's gonna screw me up forever

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Quando se ne andarono tutti rimasi solo in casa.
Ero in malattia dal lavoro quindi mi erano state concesse le ferie di Natale anticipate.
A tormentarmi quel giorno c'era  un pensiero fisso: rincontrare la mia famiglia.
Non riuscivo a fare altro se non pensare a quello. Così per distrarmi presi la chitarra e iniziai a strimpellare note casuali. Non la suonavo da mesi ero leggermente arrugginito, ma quello che ne uscì non era per niente male, così l'appuntai e aggiunsi parole.
Senza saperlo avevo scritto una canzone,  mi veniva naturale sfogarmi in quel modo.
Controllai l'orario e notai che era quasi giunto il momento di andare. Prima che arrivasse Harry decisi di passare dal fioraio per comprare un mazzo di fiori, non potei fare a meno di mettere da parte una rosa per lui, sapevo quanto le amasse .

Una volta arrivato salii in macchina, e rimasi in silenzio per tutta la durata del viaggio. Fortunatamente non fu quel tipo di silenzio imbarazzante ma più che altro riflessivo; pensavo al discorso da dire a mia madre e a tutte le scuse che le dovevo.
Riuscire a dir tutto senza piangere mi pareva impossibile.

Arrivammo davanti quella casa che non vedevo da anni,dove avevo passato più della metà della mia vita, era sempre la stessa.
-"Buona fortuna Louis, c'è la puoi fare"
sorrise salutandomi, prima di scendere dal veicolo lo ringraziai e lasciai quella rosa che avevo conservato, nel sedile del passeggero.
Mi avviai davanti alla porta e ancora prima di suonare  il campanello, essa si aprì mostrandomi...mia madre.
Mi congelai, non seppi cosa dire o fare,
piansi incontrollatamente.
E anche lei lo fece.
-"Lou...sei..tornato?"
Tenevo un forte desiderio di stringerla a me, ma non sapevo se mi era permesso.
Fu lei ad allargare le braccia e io a tuffarmici dentro piangendo e sussurrando scuse sconnesse
-"Scusa...scusa mamma non avrei mai dovuto-"
-"Shh va tutto bene tesoro, mi sei mancato tanto"
A quelle parole il mio cuore cadde definitivamente, come avevo fatto a vivere tutti questi anni senza di lei, come potevo temere che mi avesse rinnegato come figlio?

Quando pensavo di aver già pianto abbastanza senti urlare a distanza un "Louis!" da dentro casa.
Sapevo già chi fosse.

Lottie già piangeva.
Si avvicinò per verificare ciò che presumeva.
Appena ne ebbe la certezza si sfogò:
-"Sei un coglione! Pezzo di merda egoista!" quando  raggiunse una certa vicinanza iniziò a spingermi e tirare dei pugni nella mia spalla:" Mi sei mancato così tanto..." finimmo per abbracciarci.
L'ultima volta che la incontrai aveva solo quindici anni ora era una donna.

-"Vi prego perdonatemi"
dicevo tra le lacrime sperando che le scuse fossero abbastanza per colmare quell'enorme errore. I fiori che avevo in mano giacevano ormai sul pavimento.

Pensai che il peggio fosse ormai passato, fino a che non sentì altre due voci chiamarmi.

no questa era troppo da reggere

Le gemelle, nel vedermi si aggrapparono a me piangendo,
quanto cazzo erano cresciute?
Mi senti una merda nell'essermi perso così tanto. Avrei fatto di tutto per tornare indietro, ma ahimè ormai era troppo tardi.

Parlammo per ore, tutto il pomeriggio del più e del meno. Avevamo così tante cose da raccontarci: Lottie aveva terminato la scuola, e già da un anno lavorava in un negozio di cosmetici.
Le gemelle invece avevano appena iniziato le superiori in una nuova scuola.
Mentre mia madre dopo tanti anni dalla rottura con mio padre, si era fidanzata da qualche mese. Riuscivo a stento a crederci, era riuscita ad andata avanti e non potevo esserne più orgoglioso.  Lei sembrava davvero innamorata e Lottie ne parlava molto bene.

Mi fermai per cena.
Prima di varcare quella porta temevo di sentirmi di troppo , ora avevo la certezza che era questo il posto in cui dovevo essere, in nessun altro.

Dopo aver mangiato le gemelle insistettero col voler andare a pattinare tutti insieme.
-"Possiamo chiedere anche ad Harry di venire?"
non mi aspettavo una domanda del genere. Effettivamente Harry c'era sempre stato per loro...da quando erano piccole.
-"Se è libero, si"
percepì gli sguardi che si scambiarono Lottie e mia madre, non mi sorpresi quando quest'ultima mi chiamò per parlare in privato.

-"Lou, so che non sono fatti miei ma...che rapporto c'è adesso tra te e Harry?"
domanda inevitabile
-"Adesso mi sta aiutando col processo...in generale provo a risistemare il nostro rapporto.." abbassai lo sguardo.
-"Uhm quegli occhi mi dicono che c'è di più. Riformulo la domanda" si schiarì la voce:"Tu cosa provi Lou?"

-"Io non ho mai smesso di amarlo mamma. Ho provato ad odiarlo, fallendo"

                         ———————

Evidentemente Harry aveva accettato l'invito nel venir a pattinare. Quest'ultimo si fece trovare davanti casa coll'auto qualche minuto dopo.
Prima di andare mia madre mi  invitó a pranzo sia per la vigilia, che per Natale, più che un invito pareva un obbligo di cui non mi sarei assolto. 
L'idea di poter festeggiare finalmente il Natale con loro mi rallegrava. La ringraziai di tutto prima di uscire.
Lottie e le gemelle erano già salite in macchina di Harry e dopo aver salutato mia madre mi avviai anch'io.
L'unico posto rimasto libero era quello del passeggero davanti e sapevo che non era stato un caso...
Quando salí Harry abbasso immediatamente la musica e sottovoce mi chiese come fosse andata, anche se il mio sguardo già parlava da se.
-"È andata tutto bene...grazie senza di te non c'è l'avrei fatta" dissi guardandolo negli occhi, ero così grato di averlo al mio fianco ultimamente.
Lui fece un piccolo sorriso, abbassò lo sguardo e mise a moto l'auto.
Il viaggio prosegui con le mie sorelle che cantavano a squarciagola ogni canzone che passasse in radio, sorrisi tutto il tempo, ero felice.
Arrivati al pala ghiaccio fui costretto anch'io ad indossare i pattini e andare in pista, nonostante non volessi.
-"Louis smettila di tenerti nei bordi e prova a muovere le gambe"
mi prese in giro Lottie insieme agli altri.
L'ultima volta che ero andato a pattinare era più di quattro anni fa...insieme ad Harry.
Ricordavo che lui, sapesse pattinare al contrario di me.

Mentre rimanevo avvinghiato al bordo della pista quest'ultimo mi si avvicinò.
-"Louis secondo me devi staccarti da lì"
aveva le guance e la punta del naso rosse a causa del freddo, era così bello.
-"Beh non è così facile! Non ricordo nemmeno come si frena"
D'un tratto Harry prese le mie mani allontanandole del bordo e leggermente mi portó con se. A piccoli passi iniziammo a pattinare.
Anche se, io più che pattinare stavo immobile  lasciando fare tutto a lui,
quindi tutto sommato "pattinavo" .

-"Harry ricordati che sono appena uscito dall'ospedale se cado è colpa tua!"
Rise.
Il suono di quella risata così pura mi era mancata così tanto. Harry pareva felice, glielo si leggeva dagli occhi, non erano scuri come le prime volte che l'avevo incontrato.
Rimasi lì a sorridergli come un cretino, guardandolo.

In tutto ciò percepivo degli occhi addosso, fu inevitabile girarmi e trovare tutte e tre le mia sorelle ridere e prendermi in giro da dietro.
Divisi la mia mano da quella di Harry giusto il secondo di mandarle a fanculo mostrandogli il medio.
-"Louis!" udì

Persi l'equilibrio e scivolai sul ghiaccio.
La cosa peggiore era che mi trascinai Harry con me.

-"Oddio Harry, scusa stai bene?"
cercai di alzarmi per aiutarlo ma continuavo a scivolare.
Lui rideva di cuore,in una risata che coinvolse anche me
-"Che cretino!"

disse con le lacrime, di gioia questa volta.

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