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Nicole, 12 anni prima...
<<Mamma, mamma! Ti prego posso andare a giocare in giardino?! La nonna mi ha regalato una nuova palla!>> dissi urlando appena entrata in cucina.
Ero appena tornata da scuola e la nonna mi aveva lasciato sul lettino di camera mia una nuova palla tutta colorata, non vedevo l'ora di giocarci!
<<Mamma dai! Ti prometto che dopo finisco tutti i compiti e stasera mangio anche i broccoli!>>
Avevo sfoggiato l'arma infallibile, promettere cose che non avrei mai fatto mentre facevo gli occhioni, non sarebbe mai resistita.
<<Se lo prometti...>> cedette la mamma.
<<Grazie, sei la migliore!>> mi gettai sulle sue gambe e gli strappati un abbraccio, raccolsi la palla e corsi verso la porta,
<<Non ho finito la frase...>> ma ormai era troppo tardi, ero corsa in giardino e non avevo ascoltato il resto della frase.
Presi a palleggiare con la palla nuova, era di un rosa scuro molto acceso, mi piaceva molto. Da grande volevo giocare a pallavolo, ma la mamma diceva che mi sarei fatta male iperattiva come sono e ha detto che poi ci avremmo pensato in futuro, ora ho solo cinque anni e ho tutto il tempo per pensarci.
Continuai a palleggiare, ma la palla mi scappò di mano e iniziai a seguirla, non stavo guardando dove andavo, seguivo la strada che mi indicava la palla, c'ero quasi.
È lì, è vicina, adesso allungo il braccio e....
BAMMM!!
sbattei la testa contro qualcosa, o qualcuno. Mi massaggiai con la mano il punto dolorante cercando di attutire il dolore.
Prima di rivolgere lo sguardo verso l'alto, aprii gli occhi e vidi la mia palla e subito di fianco delle scarpe bianche ormai leggermente consumate e macchiate dal marrone del fango, subito sopra dei pantaloni della tuta neri...
Adesso chissà chi è, penserà che sono una povera sfigata che non è capace di vedere davanti a lei, che figura...
Ancora imbarazzata e mortificata, trovai il coraggio di alzare lo sguardo.
Mi trovai ad un soffio dal bambino più bello che avessi mai visto. Avrà avuto qualche anno in più di me, castano sul rosso con dei bellissimi occhi dello stesso colore.
<<Ci...ci...ciao!>> sussurrai, avevo il viso macchiato dall'imbarazzo e la mano ancora tra i capelli biondi, quando indietreggiai di un passo per non stargli addosso.
<<Ciao...>> il bimbo rispose.
<<Scusami, proprio non ti ho visto, mamma me lo dice spesso che sono troppo distratta, ma stavo inseguendo la mia nuova palla. L'ho trovata sul mio letto, me l'ha regalata la mia nonna Giuly. E ovviamente dovevo provarla, ma non sono molto brava, anche se vorrei giocare a pallavolo. Mi chiamo Nicole, ma tutti mi chiamano Niky.>> dissi tutto d'un fiato, di certo la parlantina non mi mancava, infine gli porsi la mano, che tolsi dai capelli.
<<Accidenti se parli.>> il bimbo scoppiò a ridere imbarazzato massaggiando il collo, strinse la mia mano.
<<Io sono Leonard... ma puoi chiamarmi Leo...>>
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The sun and the maple, her and me
RomanceNicole dopo anni strazianti rifiuti, si prepara finalmente per abbandonare l'orfanotrofio in qui è cresciuta. Infatti, viene adottata assieme al suo migliore amico Rhys, ciò di più simile per lei, ad una famiglia. Nella nuova città, si ritroverà a...